Affitti brevi a Milano, De Chirico: "Aumentare la cedolare secca? Ecco perchè Forza Italia è assolutamente contraria"
Il consigliere milanese Alessandro De Chirico: "Non si può penalizzare la libera imprenditoria in un momento in cui ci prepariamo alle Olimpiadi". Mentre sulla tassa di soggiorno: "Sì, i turisti alto-spendenti possono pagare di più". L'intervista
Affitti brevi, De Chirico: "Aumentare la cedolare secca? Ecco perchè Forza Italia è assolutamente contraria"
Per Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia a Milano, la linea di Fratelli d'Italia sulla cedolare secca per gli affitti brevi rischia di colpire i piccoli proprietari e di danneggiare uno dei settori chiave per la città: il turismo. “Forza Italia è assolutamente contraria -spiega - non si può penalizzare la libera imprenditoria in un momento in cui ci prepariamo alle Olimpiadi”. Secondo l’esponente azzurro, la misura prevista nella manovra - ma che è fortemente contestata anche dalla Lega e potrebbe alla fine essere messa da parte - dovrebbe distinguere tra chi affitta un solo immobile e chi gestisce decine di appartamenti come attività imprenditoriale: “Gli italiani investono nella casa i sacrifici di una vita, non sono speculatori”.
Diversamente, De Chirico si dice invece aperto a una revisione della tassa di soggiorno come richiesto anche dal sindaco di Milano Beppe Sala, ma solo se le maggiori entrate verranno reinvestite per trasporti e sicurezza: “Chi alloggia in un cinque stelle può permettersi di pagare di più, ma quei soldi devono servire a migliorare la città, non per fare piste ciclabili”. L’INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT MILANO.
Consigliere, dalle bozze della nuova manovra di bilancio la cedolare secca sugli affitti brevi salirebbe al 26%. Forza Italia è contraria, perché?
Ma certo, Forza Italia è tremendamente contraria. Non si può penalizzare la libera imprenditoria in questo modo, soprattutto in un momento in cui ci prepariamo a un evento così importante come le Olimpiadi. L’Italia vive di turismo: delle nostre coste, dei nostri paesaggi, del patrimonio culturale che tutto il mondo ci invidia. Il turismo dovrebbe essere un volano, non qualcosa da tassare ulteriormente. Non dico che non si debba far pagare nulla, ma bisogna avere un minimo di attenzione, soprattutto se parliamo di chi è proprietario di un solo immobile. Questo deve essere ben chiaro: Forza Italia si sta già muovendo affinché in manovra non ci sia questo aumento di tassazione. Un discorso diverso si può fare per gli imprenditori, per i fondi che magari hanno più proprietà: lì può anche avere un senso. Ma non per i piccoli investitori, per i nostri concittadini che hanno investito in immobili, realizzando bed & breakfast, case vacanze o simili. Quello, assolutamente no. Ci muoveremo in questa direzione.
Quindi lei e il suo partito siete aperti alla possibilità dell’aumento con la condizionale di differenziare risparmiatori e imprenditori?
«Io spero che il Governo tenga conto di questa distinzione. Gli italiani sono, da sempre, piccoli risparmiatori: investono nella casa i sacrifici di una vita. Quindi parliamo di persone normali, non di investitori professionali. A Milano, in particolare, molti hanno contratto un mutuo per comprare un bilocale da mettere a reddito. È chiaro che questi piccoli proprietari vanno tutelati, rispetto ai fondi o ai grandi gruppi che comprano interi palazzi per affittarli. La differenza sta tutta lì.
E allora come si spiega la posizione di Fratelli d’Italia. È una sbandata? Ne avete discusso nel centrodestra milanese?
Quella sulla cedolare è una partita che si sta giocando a Roma, a livello governativo. Sono convinto che porranno rimedio, ne sono sicuro. Va fatta una distinzione: e sono certo che in manovra ci saranno delle correzioni per tutelare i piccoli imprenditori. La soluzione è questa: tassare giustamente chi se lo può permettere, ma differenziare in base alla tipologia. Bisogna distinguere chiaramente rispetto ai grandi patrimoni immobiliari messi a reddito. Questa è la strada giusta.
Veniamo alla tassa di soggiorno. Il sindaco Sala, favorevole anche all’aumento della cedolare, chiede di portare l’imposta milanese ai livelli di Roma, dove è fissata a 10 euro. Perché Roma sì e Milano no?
Sala non ha torto per principio, ma penso che anche qui serva una differenziazione per categorie. Oggi a Milano, per gli alberghi a 4 e 5 stelle, la tassa di soggiorno è di 5 euro al giorno. È chiaro che chi alloggia in una struttura di alto livello può permettersi di pagare 10 euro. Ma non possiamo applicare la stessa cifra a un due stelle o a un bed & breakfast. Per me va ipotizzata una differenziazione basata sulla categoria di ospitalità. Un albergo di lusso può sostenere un aumento, un piccolo esercizio no.
Il sindaco sottolinea che, con una tassa più alta, Milano avrebbe 20 milioni di risorse in più. Il ragionamento, quindi, regge anche per voi di Forza Italia?
Sì, basta però che questi eventuali aumenti vengano davvero usati per migliorare i servizi, e non per fare progetti inutili o “piste ciclabili”, tanto per dire di aver speso. Se serve un aumento della tassa di soggiorno va bene, ma deve essere di scopo: deve servire a migliorare il trasporto pubblico o la sicurezza. Proprio in questi giorni abbiamo letto della notizia dei 2.700 tagli alle corse Atm: i mezzi pubblici li usano anche i turisti, quindi se entrano più soldi, che vengano impiegati per potenziare il servizio. E anche per la sicurezza: gli episodi di scippi e furti di orologi di lusso colpiscono spesso i visitatori, così come le aggressioni in metropolitana o i taccheggi. Se aumentiamo la tassa di soggiorno, le nuove entrate devono essere destinate al trasporto pubblico e alla sicurezza, magari con nuove tecnologie. Solo così ha senso.
Nessun pericolo, quindi, di spaventare i turisti?
No, non credo. Quando si parla di turismo a Milano bisogna ricordare che è un turismo diverso da quello di Roma. Nella capitale si va a incontrare il Papa o a visitare monumenti millenari. A Milano invece c’è la “Milano da bere”, la moda, gli eventi e lo shopping. È un turismo di alto profilo, alto spendente. Lo dimostrano i dati: arrivano tanti arabi, e prima anche molti russi, oggi un po’ meno ma comunque restano presenti. È un turismo che viene per comprare, per andare nelle boutique del Quadrilatero, nei ristoranti di fascia alta. Quindi è un turismo diverso, e in quest’ottica, anche in vista delle Olimpiadi invernali, io sono favorevole a un aumento della tassa di soggiorno, purché, come dicevo le risorse vengano davvero utilizzate per migliorare la città.
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