Amazon Italia Transport versa 180 milioni al Fisco e cambia l’algoritmo che controllava i fattorini
Dopo il sequestro da 121 milioni per frode fiscale, l’azienda modifica il sistema di controllo dei fattorini: “Non più puntini rossi su una mappa”. Dai pm ok allo stop dell'interdittiva
Pacchi Amazon
Amazon Italia Transport versa 180 milioni al Fisco e cambia l’algoritmo
Amazon Italia Transport torna al centro dell’inchiesta della Procura di Milano sui cosiddetti “serbatoi di manodopera”, che nel luglio 2024 aveva portato al sequestro di oltre 121 milioni di euro per frode fiscale. L’azienda ha infatti versato più di 180 milioni in sede fiscale e modificato il sistema con cui venivano monitorati i fattorini durante le consegne, un software definito dai magistrati come una sorta di controllo “a puntini rossi su una mappa”. Il versamento e l’eliminazione del software — prima gestito direttamente dalla filiale italiana — hanno indotto i pm Paolo Storari e Valentina Mondovì a chiedere al gip Luca Milani la revoca della richiesta di interdittiva che dal 2024 minacciava il blocco della pubblicità.
I dipendenti monitorati con un algoritmo come "puntini rossi su un monitor"
Nel provvedimento precedente, il gip aveva sottolineato che Amazon Italia Transport “ha ottenuto benefici di natura economica e non, dovuti alla estrema flessibilità della forza lavoro a propria disposizione e alla imposizione di tariffe assolutamente inadeguate rispetto ai ritmi lavorativi richiesti”. Nell’inchiesta del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Gdf era emerso che i corrieri — formalmente dipendenti di cooperative o società “filtro”, spesso con appalti irregolari — erano monitorati in tempo reale tramite un algoritmo creato da Amazon e giudicato invasivo. Diversi lavoratori avevano descritto quel sistema come “puntini rossi su un monitor”, percepiti come “controllati e sanzionati”.
Amazon passa a un algoritmo nuovo e meno invasivo
Nel corso dell’anno e mezzo successivo al sequestro, la filiale italiana del gruppo ha riorganizzato i propri modelli interni, ha versato oltre 180 milioni all’Agenzia delle Entrate e ha iniziato a rivedere le modalità di monitoraggio del personale. Quel software non verrà più utilizzato: il nuovo sistema, spiegano gli inquirenti, dovrà essere strutturato in modo “del tutto diverso” e non invasivo, pur consentendo un monitoraggio regolare delle consegne. Secondo la Procura, questi interventi sono sufficienti a giustificare la richiesta di revoca dell’istanza di interdittiva pendente dal 2024.
"Serbatoi di manodopera" nella logistica: oltre un miliardo recuperato e 50mila lavoratori stabilizzati
Il caso Amazon si inserisce in un quadro molto più ampio. Negli ultimi anni, nell’ambito delle indagini sui “serbatoi di manodopera” nei settori della logistica, dei trasporti e della vigilanza, la Procura di Milano ha recuperato oltre un miliardo di euro in versamenti fiscali da più di 30 aziende — tra cui DHL, GLS, Schenker, Esselunga, Brt, Geodis, Sicuritalia, UPS, Rhenus, Kuene+Nagel e FedEx. Oltre al recupero fiscale, un altro effetto stabilmente rilevante: la stabilizzazione di oltre 50mila lavoratori che, prima dei controlli, erano “in balia della società serbatoio”.