Giorgio Armani ed Emillio Fede, i due volti di Milano

Giorgio Armani ed Emilio Fede se ne sono andati a poca distanza l'uno dall'altro. Hanno incarnato due anime di Milano per certi versi contrapposte. Ma anche impossibili da separare. Il commento

di Fabio Massa

Giorgio Armani ed Emilio Fede

Milano

Armani e Fede, i due volti di Milano

Se ne sono andati Armani e Fede, l'uno praticamente mentre si seppelliva l'altro. Già accostarli può far inorridire o ridere: in ogni caso non può suscitare reazioni positive. La coincidenza temporale però non posso non notarla, e mi fa riflettere. 

A Giorgio Armani, per quello che ha fatto, per la sua moralità ancor prima che per la bellezza della sua opera, volevano e vogliono bene tutti. Perché Armani è stato un modello positivo, dall'inizio alla fine. Non c'era da perdonargli niente perché ha rasentato la perfezione. Ha incarnato l'idea di quello che dovrebbe essere Milano: morigerata, austera, globale, imparziale. Potrei andare avanti ma sono cose che hanno scritto tutti, quindi sarebbe noioso. 

A Emilio Fede, in disgrazia, non ha voluto più bene quasi nessuno. Perché il suo mondo allegro ed eccessivo tra soldi e bunga bunga era finito. Perché era stato fazioso al limite dell'immoralità (e per alcuni anche oltre), e fa niente che prima di Berlusconi fosse un signor giornalista (basterebbe informarsi, ma non lo fa nessuno): tutto scordato. Non gli si è perdonato niente, perché c'era molto. A Fede non gli voleva più bene nessuno (o meglio: pochi, finito il potere) perché ha incarnato l'idea di quello che non dovrebbe essere Milano: eccessiva, maneggiona, schierata, parziale. 

Alla fine mi viene da pensare che però Milano è entrambe le cose insieme: ne vorremmo una sola ma le abbiamo entrambe. Fede e Armani. Acqua e olio. Alto e basso. Perché una città è una cosa complessa, nella quale alberga di tutto. E - sia detto per i moralisti - forse pure questa è la sua bellezza.

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