Cairo sindaco di Milano? Da Pd e M5S reazioni (molto) tiepide

Il patron di Rcs e La7 apre a una sua possibile candidatura per Palazzo Marino. Di Marco (M5S): "Prematuro". Capelli (Pd): "No comment"

Antonio Murzio
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Nicola Di Marco ed Alessandro Capelli
Milano

Cairo sindaco di Milano? Da Pd e M5S reazioni molto tiepide

Urbano Cairo sindaco di Milano? Al patron di Rcs e La7, la cosa non dispiacerebbe. Tanto che ospite in radio di “Un giorno da pecora”, il presidente del Torino calcio, a precisa domanda, ha risposto: “Milano è la mia città, la adoro, perché no?”. Il cambio di inquilino a Palazzo Marino è in calendario tra tre anni, ma affaritaliani milano ha voluto provare lo stesso a sentire il parere di due esponenti di Pd e Movimento Cinque Stelle. Una scelta dettata anche dal fatto che, secondo quanto detto ai microfoni di Giorgio Lauro e Geppi Cucciari dallo stesso Cairo, l'editore nel 2015 sarebbe stato corteggiato da Matteo Salvini in persona per una candidatura a sindaco di Milano. Offerta declinata sia perché all'epoca impegnato nella scalata all'Rcs, sia perché Cairo non sa ancora oggi se sarebbe stato adatto a farlo con Salvini, visto che si considera uomo di centro.

Di Marco (M5S) e Capelli (Pd) freddi sulle dichiarazioni di Cairo

"I tempi mi sembrano davvero prematuri, per parlare già di toto-nomi. L’unica cosa che mi sento di dire da portavoce del M5S è che, nella nostra visione, il futuro sindaco di Milano conosca meglio la periferia della Cerchia dei bastioni, che si occupi di chi non riesce a pagare l’affitto di casa più che di chi deve cambiare il SUV per accedere in area C", sono le parole di Nicola Di Marco, capogruppo 5 Stelle al Pirellone, raggiunto da Affaritaliani.it Milano per commentare a caldo le dichiarazioni di Cairo.

Alessandro Capelli, segretario metropolitano del Pd, impegnato in una serie di riunioni, interpellato non appena le agenzie avevano iniziato a rilanciare le dichiarazioni di Cairo, non aveva ancora avuto modo di leggere la notizia. Apprendendola, dice: “Preferisco non commentare, non voglio entrare nel gioco dei toto-nomi”.