Caporalato, tre manager di Tod's indagati a Milano. Il pm: "La società a conoscenza dello sfruttamento, ma l'ha ignorato"

L'indagine condotta dal pm Paolo Storari dopo la richiesta di amministrazione giudiziaria per i mancati controlli sui subappalti. La nota della società: "Siamo tranquilli"

Di Giorgio d'Enrico

Diego Della Valle 

Milano

Caporalato, tre manager di Tod's indagati a Milano. Il pm: "La società  a conoscenza dello sfruttamento, ma l'ha ignorato"

La Procura di Milano ha iscritto tre manager di Tod’s nel registro degli indagati con l’accusa di caporalato, mentre anche la società è stata coinvolta per la responsabilità amministrativa degli enti legata allo stesso reato. L’indagine, condotta dal pm Paolo Storari, arriva dopo i primi sviluppi emersi a ottobre, quando la magistratura aveva già chiesto l’amministrazione giudiziaria per il gruppo della moda per i presunti omessi controlli nella filiera dei subappalti, in particolare negli opifici gestiti da imprenditori cinesi.

La richiesta dei pm milanesi: "Vietare a Tod's di pubblicizzare i propri prodotti per sei mesi"

Come riportato dal Corriere della Sera, Storari ha ora formulato una richiesta al gip Domenico Santoro per applicare a Tod’s un’interdittiva che vieterebbe alla società di pubblicizzare i propri prodotti per sei mesi. Nella nuova fase dell’inchiesta, il magistrato non individua più soltanto condotte omissive ma anche ipotizzate responsabilità dolose.

Secondo gli atti raccolti dal Nucleo ispettorato del lavoro dei carabinieri, i tre manager non avrebbero tenuto «minimamente conto dei risultati» di una serie di ispezioni e audit effettuati in sei opifici cinesi tra le province di Milano, Pavia, Macerata e Fermo. I controlli segnalavano «numerosi indici di sfruttamento» dei lavoratori, dalle paghe agli orari, passando per le norme di sicurezza fino alle «condizioni alloggiative degradanti».

La Procura: "Tod's a conoscenza dello sfruttamento, ma l'ha ignorato"

La Procura di Milano contesta caporalato a Tod’s ai sensi della legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti, chiedendo una misura interdittiva che vieterebbe alla società di pubblicizzare beni e servizi per sei mesi. Il gip Domenico Santoro deciderà il 3 dicembre. Indagati anche tre manager del gruppo, accusati dello stesso reato. Secondo le 144 pagine firmate dal pm Paolo Storari, Tod’s avrebbe avuto «piena consapevolezza» dello sfruttamento di lavoratori cinesi a cui venivano subappaltate produzioni. 

Nel documento la Procura descrive il sistema come un meccanismo di connessione tra il lusso e la rete di opifici cinesi, finalizzato all’abbattimento dei costi e alla massimizzazione dei profitti attraverso l’elusione delle norme sul lavoro. La produzione in serie, collocata nei livelli più bassi della filiera, sarebbe stata affidata quasi sempre a laboratori cinesi che impiegavano manodopera irregolare, sottopagata, disponibile a tutte le ore, con scarso rischio di controlli. Le attrezzature sarebbero state modificate togliendo protezioni di sicurezza per aumentare la produttività, mentre le commesse risultavano sproporzionate rispetto alle capacità reali dei fornitori.

La Procura parla di una “cecità intenzionale” da parte di Tod’s: gli audit effettuati avrebbero segnalato condizioni di sfruttamento, ma la società non avrebbe preso alcun provvedimento. Per l’accusa, questo configurerebbe dolo, anche perché l’azienda non avrebbe modificato il proprio modello organizzativo e continuerebbe ad avvalersi di fornitori già coinvolti nel procedimento, come RitaglioMagico, creando così un «grave pericolo di reiterazione» del reato. Storari sostiene che il sistema illecito avrebbe generato enormi profitti grazie allo sfruttamento sistematico della manodopera cinese, reso possibile da «gravi carenze organizzative» nella gestione della filiera.

La nota di Tod's: "Siamo tranquilli ma preoccupa il tempismo di Storari"

Ma sulla vicenda si registra anche il recente pronunciamento della Corte di Cassazione, relativo in particolare alla richiesta di amministrazione giudiziaria per Tod's. Come spiega un comunicato della stessa società,  "la Corte di Cassazione ha rigettato ieri le richieste e il ricorso del Dottor Paolo Storari", che chiedeva che la competenza territoriale sul procedimento di prevenzione, con richiesta di amministrazione giudiziaria, rimanesse a Milano, mentre i giudici di primo e secondo grado avevano stabilito la competenza ad Ancona. Lo rende noto un comunicato della stessa società. Ed in merito alle nuove contestazioni: "La società sta ora esaminando con la stessa tranquillità l'ulteriore materiale prodotto, con preoccupante tempismo, da Storari".

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO

Tags:
caporalatoindagineprocura milanopubblicitàtod's