Carrefour lascia a casa 175 lavoratori a Milano, sindacati sul piede di guerra
L'annuncio di Carrefour Italia nell'ambito di un piano di riorganizzazione della sede centrale. Filcams Cgil, Fisascat, Uiltucs: "Decisione inaccettabile in un contesto di grande tensione dovuta a scelte aziendali sbagliate"
Carrefour lascia a casa 175 lavoratori a Milano: "Settore Gdo, competizione intensa e frammentata"
Carrefour Italia ha annunciato un piano di riorganizzazione della sede centrale di Milano, che comporterà 175 esuberi. Lo comunica il gruppo della grande distribuzione in una nota ufficiale, spiegando che l’operazione punta a “accelerare ulteriormente il percorso di trasformazione del business, basato sul modello del franchising, e rilanciare la sostenibilità finanziaria e commerciale dell’azienda”.
Secondo l’azienda, la decisione è legata “alla complessità delle condizioni del mercato italiano, dove la GDO si caratterizza per una competizione intensa e frammentata, in un contesto di potere d’acquisto in calo e pressioni costanti sui margini, dovute a costi energetici, logistici e all’aumento dei tassi di interesse”.
Carrefour assicura che la riorganizzazione “sarà gestita nel pieno rispetto delle normative vigenti, ricercando soluzioni che riducano al minimo l’impatto sociale per i lavoratori coinvolti” e dichiara la volontà di mantenere “un dialogo costruttivo e responsabile con le parti sociali”.
La replica dei sindacati: "Licenziamenti inaccettabili"
Ma i sindacati reagiscono con durezza. In una nota congiunta, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs parlano di “licenziamenti inaccettabili”, denunciando l’aggravarsi di “un clima già teso nelle ultime settimane”. Secondo le sigle, la comunicazione dell’azienda – che coinvolge circa un quarto degli oltre 700 dipendenti della sede milanese – arriva “inaspettata” e conferma “una linea aziendale fatta di scelte sbagliate che, da anni, penalizzano Carrefour in Italia”.
“I licenziamenti annunciati non possono ricadere sulle spalle dei lavoratori – dichiarano i sindacati –. Chiediamo il mantenimento dei livelli occupazionali e l’immediata apertura di un tavolo di confronto per tutelare i dipendenti coinvolti. In assenza di risposte concrete, siamo pronti a valutare ogni possibile iniziativa di mobilitazione”.
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