Caso Amara, Storari: "Pesante la mia vicenda. Davigo? Non è mio amico"

Il pm Paolo Storari in aula a Brescia nel processo a carico di Davigo: "Quello che ho passato è stato pesante"

Paolo Storari
Milano
Condividi su:

Caso Amara, Storari in aula a Brescia "Pesante la mia vicenda"

"Ricordare quello ho passato mi da' fastidio, e' pesante. Io in questa vicenda mi sono sempre trovato davanti un muro di gomma. Non potevo fare nulla da solo". Lo ha detto commuovendosi il pm Paolo Storari in aula a Brescia in qualita' di testimone-assistito nel processo in corso a carico di Piercamillo Davigo accusato di aver concorso alla diffusione dei verbali secretati resi dall'avvocato Piero Amara tra il dicembre 2019 e il gennaio 2020 allo stesso Storari e al procuratore aggiunto Laura Pedio sulla presunta esistenza della loggia Ungheria.

Storari: "Davigo non era mio amico prima, non lo è oggi"

"Piercamillo Davigo non era un mio amico prima, non lo e' oggi. Ho una frequentazione con lui solo perche' conosco la sua compagna. Mi sono rivolto a lui perche' e' l'unica persona che conosco che avesse un ruolo istituzionale". Lo ha detto Storari. Assolto in primo grado, era stato indagato in concorso con Davigo per avergli consegnato i documenti in formato word con le dichiarazioni di Amara sulla ipotizzata associazione segreta lamentando un'inerzia delle indagini.

Storari: "Mi è sembrato naturale rivolgermi a Davigo, ammetto di aver saltato la Procura generale"

"Lo chiamo nei primi quindici giorni di aprile e gli spiego sommariamente quello che stavo vivendo - ha ripercorso Storari -. Gli ho chiesto: 'Posso parlarti?' e lui mi ha risposto: "Paolo certamente. Siamo nell'ambito giurisdizionale, a me il segreto non e' opponibile. Il giorno dopo metto i verbali word sulla chiavetta e vado a casa sua. Una volta gli spiego totalmente la situazione. Lui mi dice: 'Paolo lasciami leggere e ci rivediamo'. Da li' a due giorni - ha continuato Storari - torno e lui mi dice: 'Sono fatti gravissimi. Per quanto riguarda il Csm ci penso io ad avvertire il comitato di presidenza, tu nel frattempo tutelati scrivendo le cose come stanno". Interpellato dal giudice Roberto Spano' della prima sezione penale del Tribunale sulle modalita' di consegna, Storari ha spiegato: "Io non ho francamente pensato alla procedura. Rivolgermi a Davigo e' la cosa che mi e' sembrata piu' naturale. Ammetto di aver saltato la procura generale. Non ho fatto quello che ho fatto con una finalita' divulgativa - ha chiosato Storari -. Trovo lunare quello che sta succedendo".

Storari: "Credibilità di Amara a geometria variabile"

Piero Amara, l'avvocato siciliano che con le sue dichiarazioni su una presunta Loggia Ungheria, ha sollevato una bufera che ha investito la magistratura, tra i vertici della Procura di Milano aveva "una credibilita' a geometra variabile". Lo ha spiegato il pm della Dda milanese, Paolo Storari. Storari durante la sua testimonianza, nel rispondere alle domande del pm Francesco Milanesi e del presidente del collegio Roberto Spano' (il quale ha voluto avere un quadro della situazione di due anni fa al quarto piano del palazzo di giustizia del capoluogo lombardo), ha spiegato per la prima volta pubblicamente, che su quelle dichiarazioni "o non si fa nulla o quando servono si usano". Il pubblico ministero, assolto in primo grado e ora in attesa del giudizio in appello, ha raccontato dell'iniziativa dell'ex procuratore Francesco Greco e dall'aggiunto Laura Pedio di portare a Brescia "due righe" estrapolate dai verbali di Amara in cui si affermava di aver saputo da un avvocato che i legali di Eni e del suo amministratore delegato, l'ex ministro Paola Severino e Nerio Dioda', "hanno avvicinato il presidente del collegio" del processo con al centro le vicende della Nigeria "e hanno avuto assicurazione che sarebbe andato bene".

"Io mi sono dissociato da questa iniziativa - ha sottolineato Storari -, perche' prima di immettere un ex ministro e un presidente di un collegio nel circuito giudiziario bisogna pensarci due volte". Di fatto invece venne aperto un fascicolo conoscitivo, gli atti vennero trasmessi ai colleghi bresciani. "L'ho saputo a cose fatte - ha concluso -. In questa circostanza Pedio e Greco hanno dato importanza alle dichiarazioni di Amara", ma "non e' stato fatto alcun atto investigativo, ne' e' stato avvisato il Csm", sul caso della presunta Loggia. "Per questo parlo di credibilita' a geometria variabile", ha ribadito.

Leggi anche: 

FI, Gelmini vuole impedire la fusione con la Lega. Con lei 40 parlamentari e..

Caro energia, Draghi batti un colpo: a rischio oltre 30mila imprese italiane

Referendum giustizia, al voto nel silenzio dei media: perché andare a votare