Caso Loggia Ungheria, confermata la condanna per Piercamillo Davigo
Un anno e tre mesi per la diffusione dei verbali del pentito Amara. L’ex pm di Mani Pulite prepara un nuovo ricorso in Cassazione
Caso Loggia Ungheria, confermata la condanna per Piercamillo Davigo
Piercamillo Davigo è stato nuovamente condannato per la vicenda dei verbali sulla presunta Loggia Ungheria. La Corte d’appello di Brescia ha confermato la pena di un anno e tre mesi di carcere, già inflitta nei precedenti gradi di giudizio. La condanna riguarda la diffusione di documenti riservati, consegnati a Davigo nel 2020 dal pm Paolo Storari, allora in servizio alla Procura di Milano.
I giudici hanno ritenuto Davigo responsabile di una “fuga di notizie senza precedenti”, per aver divulgato i verbali del pentito Pietro Amara a politici e membri del Consiglio superiore della magistratura, “pur consapevole di gettare una luce sinistra sull’operato della Procura di Milano”.
Dalle indagini milanesi alla diffusione dei verbali
La vicenda nasce cinque anni fa, quando Storari, convinto che i verbali del pentito Amara sulla presunta Loggia Ungheria fossero stati insabbiati dai vertici della Procura, decise di consegnarli a Davigo, allora membro del Csm. Davigo li ricevette e li mostrò a Roma ad alcuni politici e colleghi magistrati.
Nei verbali era citato anche Sebastiano Ardita, a sua volta membro del Csm, che si è costituito parte civile nel processo, ritenendo di essere stato danneggiato dalla diffusione delle dichiarazioni.
Le motivazioni dei giudici: Davigo non poteva non comprendere la natura riservata dei documenti
Secondo la Corte, l’“alta cultura giuridica” di Davigo rendeva impossibile che non comprendesse la natura riservata dei documenti ricevuti. Mentre Storari è stato in seguito assolto, per Davigo la condanna è rimasta pienamente confermata. Già nel 2023 i giudici di Brescia avevano sottolineato che l’ex magistrato aveva agito “divulgando notizie coperte da segreto investigativo”. La Cassazione, lo scorso dicembre, aveva annullato parzialmente la sentenza, disponendo un nuovo processo d’appello, concluso ora con la stessa decisione.
Un finale amaro per l’ex magistrato di Mani Pulite
Per Davigo, protagonista della stagione di Mani Pulite e figura di spicco della magistratura italiana, la vicenda segna un epilogo amaro. L’ex giudice, che ha sempre sostenuto di aver agito nel rispetto del proprio ruolo al Csm, si prepara ora a presentare un nuovo ricorso in Cassazione. Secondo il suo legale, la sentenza rappresenta “un errore interpretativo”, ma resta il fatto che la carriera del “Dottor Sottile” si chiude con una condanna definitiva in secondo grado, a pochi anni dal suo pensionamento dal Consiglio superiore della magistratura.
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