Cataratta e patologie dell'occhio, al Policlinico di Milano l'innovazione che riduce le attese e migliora la precisione chirurgica
Tommaso Nuzzo: “Con il microscopio 3D interveniamo in modo più sicuro, rapido e condiviso dall’équipe. Nel giro di poche settimane il paziente entra nel percorso chirurgico, senza dover attendere mesi o anni”
Tommaso Nuzzo
Cataratta e patologie dell'occhio, al Policlinico di Milano l'innovazione che riduce le attese e migliora la precisione chirurgica
In un periodo in cui il tema delle liste d’attesa domina il dibattito pubblico sulla sanità, il Policlinico di Milano rappresenta un caso concreto che va in controtendenza, almeno per l’oculistica. Cataratta, patologie della retina e glaucoma vengono infatti trattati all’interno di percorsi strutturati che consentono tempi di accesso rapidi anche in regime di Servizio sanitario nazionale, senza scorciatoie né corsie “forzate” verso il privato.
«Purtroppo molti pazienti rinunciano persino a curarsi perché convinti che le attese siano infinite», spiega Tommaso Nuzzo, Direttore SSD oculistica del Policlinico Milano. «In realtà non è così: per la cataratta abbiamo un numero dedicato, accessibile con una diagnosi già effettuata e l’impegnativa del medico di famiglia. Nel giro di poche settimane il paziente entra nel percorso chirurgico, senza dover attendere mesi o anni».
Nessuna lista d’attesa “infinita” per la cataratta
Ogni anno al Policlinico di Milano vengono eseguiti circa 2.800 interventi di cataratta, uno degli interventi più diffusi e con il maggiore impatto sulla qualità della vita, soprattutto nelle fasce di età più avanzate. «Qui l’intervento viene programmato anche in due mesi», sottolinea Nuzzo. «E soprattutto non esiste alcun ricatto implicito: la possibilità di ricorrere all’attività privata è una scelta libera del paziente, non una scorciatoia obbligata per curarsi prima». Un modello organizzativo che si estende anche alle patologie retiniche, dal distacco di retina alle urgenze vitreoretiniche, fino a condizioni come pucker maculare e fori maculari, che richiedono diagnosi tempestive e chirurgia altamente specializzata.
L’“occhio clinico” diventa digitale
A rendere questo approccio ancora più efficace è un investimento tecnologico di ultima generazione. Da alcuni mesi il Policlinico di Milano, sotto la guida del DG Matteo Stocco, ha introdotto in sala operatoria un microscopio chirurgico 3D di nuova generazione, dotato di OCT intraoperatorio.
«Una volta l’“occhio clinico” era solo esperienza e sensibilità del chirurgo», racconta Nuzzo. «Oggi è anche uno sguardo elettronico estremamente preciso. Il microscopio 3D ci consente di operare guardando immagini tridimensionali ad altissima risoluzione su un grande monitor, migliorando la precisione e riducendo i margini di errore». Gli specialisti indossano speciali visori 3D e lavorano osservando dettagli anatomici minutissimi dell’occhio. «Questo si traduce in interventi più sicuri, più accurati e spesso anche più rapidi», aggiunge.
Retina, cornea e OCT in tempo reale
La tecnologia non si limita alla cataratta. «Utilizziamo il microscopio anche nella chirurgia vitreoretinica, nei distacchi di retina, nelle retinopatie diabetiche, nei traumi oculari e perfino nei trapianti di cornea», spiega Nuzzo. Il vero salto di qualità è però rappresentato dall’OCT intraoperatorio: «È come avere una TAC della retina e della cornea direttamente in sala operatoria. Possiamo verificare subito l’esito dell’intervento e, se necessario, correggere immediatamente senza dover riportare il paziente in sala dopo giorni».
Prevenzione: la prima vera arma contro la cecità
Accanto alla chirurgia, il Policlinico insiste molto sul tema della prevenzione. «Molte patologie oculari, come il glaucoma o alcune malattie retiniche, sono silenziose», ricorda Nuzzo. «All’inizio non danno sintomi, ma quando il paziente se ne accorge il danno può essere già irreversibile». Il consiglio è chiaro: «Dopo i 40-50 anni una visita oculistica annuale, anche in assenza di disturbi, può fare la differenza tra preservare la vista e perderla».
Glaucoma: la malattia “silenziosa” che richiede diagnosi precoce e presa in carico continua
Tra le patologie più importanti c’è il glaucoma, una delle principali cause di perdita della vista irreversibile e viene spesso definito una malattia silenziosa. «Nelle fasi iniziali non dà alcun sintomo», spiega Nuzzo. «La pressione oculare aumenta lentamente e il paziente non avverte dolore o cali visivi immediati, ma intanto il nervo ottico si danneggia». Il rischio è che la diagnosi arrivi tardi, quando la compromissione del campo visivo – soprattutto periferico – è già significativa. «Il danno al nervo ottico purtroppo è irreversibile», chiarisce il Direttore. «Per questo la prevenzione è fondamentale: solo una visita oculistica può intercettare il problema in tempo».
Dalla terapia con colliri alla chirurgia mini-invasiva
Nelle fasi iniziali il glaucoma viene trattato con farmaci topici, principalmente colliri in grado di ridurre la pressione intraoculare. «Quando però la terapia medica non è più sufficiente», prosegue Nuzzo, «oggi abbiamo a disposizione soluzioni chirurgiche molto più avanzate rispetto al passato».
Al Policlinico di Milano vengono utilizzati micro-stent e micro-valvole, dispositivi miniaturizzati che aiutano a drenare l’umor acqueo e a controllare la pressione dell’occhio. «In molti casi questi dispositivi ci permettono di evitare o rimandare interventi più invasivi come la trabeculectomia tradizionale, che resta comunque una valida opzione nei casi più complessi».
Un percorso dedicato per i pazienti cronici
Un altro elemento distintivo è l’organizzazione del percorso assistenziale. «Il paziente con glaucoma viene preso in carico come malato cronico», sottolinea Nuzzo. «Viene seguito nel tempo, con controlli programmati trimestrali, semestrali o annuali a seconda della gravità della patologia». Un approccio che garantisce continuità di cura e riduce il rischio di abbandono terapeutico. «Il glaucoma non si “guarisce”, ma si può controllare», conclude. «E farlo bene significa preservare la vista e la qualità della vita per tutta l’esistenza».
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