San Siro, con Foster c'è Manica: ritratto dell'archistar che ha fatto rinascere il Camp Nou

Entro il 30 settembre il Consiglio comunale dovrà esprimersi sull’acquisizione della Grande Funzione Urbana San Siro. Nel frattempo i club ufficializzano la collaborazione con due archistar: Norman Foster e David Manica

di Giorgio d'Enrico

David Manica

Milano

Siamo entrati nei giorni decisivi per il futuro di San Siro: entro il 30 settembre il Consiglio comunale di Milano voterà la delibera che consentirà a Inter e Milan di procedere con l’acquisizione della Grande Funzione Urbana. Nel frattempo i club hanno ufficializzato che il progetto del nuovo stadio sarà affidato a Foster + Partners e Manica Architecture, guidati da Norman Foster e David Manica. Un tandem già rodato a livello internazionale, che promette un impianto innovativo, sostenibile e ai massimi standard UEFA.

San Siro, con Foster c'è Manica: ritratto dell'archistar che ha fatto rinascere il Camp Nou

Il futuro di San Siro si gioca nei prossimi giorni. Entro il 30 settembre il Consiglio comunale di Milano dovrà approvare la delibera relativa alla Grande Funzione Urbana, passaggio necessario per consentire a Inter e Milan di procedere con l’acquisizione delle aree e avviare così la fase operativa del progetto. Una scadenza alla quale si arriva tuttavia tra grandi incertezze.

Milan e Inter scelgono due archistar: Foster e Manica

In attesa del verdetto di Palazzo Marino, i due club hanno ufficializzato la scelta degli studi che firmeranno il nuovo impianto: Foster + Partners e Manica Architecture. Si tratta di una decisione strategica, con l’affidamento a due nomi di assoluto prestigio internazionale, che già in passato hanno lavorato insieme a progetti di rilievo come il nuovo Wembley Stadium di Londra e il Lusail Stadium in Qatar, teatro della finale dei Mondiali 2022.

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Le caratteristiche del nuovo San Siro

Il progetto prevede un impianto da 71.500 posti, con due grandi anelli inclinati per garantire la massima visibilità da ogni settore. Sarà conforme agli standard UEFA e pensato per accogliere le grandi competizioni internazionali, nel segno dell’accessibilità e della sostenibilità. L’intervento si inserirà in un piano più ampio di rigenerazione urbana che interesserà circa 281mila metri quadrati intorno all’attuale Meazza.

Chi è David Manica: dagli stadi del football americano al Camp Nou

Se Affaritaliani.it ha già raccontato la carriera di Norman Foster, approfondiamo qui il profilo di David Manica, architetto statunitense e fondatore di Manica Architecture. Laureato all’Università di Kansas City, ha iniziato la sua carriera nello studio HOK Sport Venue and Event (oggi Populous), dove ha lavorato a progetti iconici come l’O2 Arena di Londra, il nuovo Wembley e lo Stadio Nazionale di Pechino.

Nel 2007 ha fondato il suo studio specializzato in architettura sportiva e intrattenimento, firmando opere come l’Allegiant Stadium di Las Vegas (casa dei Raiders NFL) e il Chase Center di San Francisco (sede dei Golden State Warriors). Nel calcio ha curato la ristrutturazione del Camp Nou e i progetti per l’Inter Miami, oltre allo stadio Lusail in Qatar. Manica è inoltre autore di progetti per il nuovo stadio del Cagliari, per l’arena degli Oklahoma City Thunder e per il futuro impianto dei Chicago Bears.

SEED Stadium: gli impianti flessibili e sostenibili di Manica

Oltre ai grandi impianti già realizzati, lo studio Manica ha sviluppato il concetto di SEED Stadium (Stadium for Evolving Economic Development), pensato per impianti flessibili, sostenibili e adattabili nel tempo. Una filosofia che ben sembra integrarsi con gli obiettivi dichiarati da Inter e Milan: dare alla città uno stadio che sia non solo un tempio del calcio, ma anche un motore di rigenerazione urbana e un polo di riferimento internazionale.

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