Curva Inter, l'ex capo ultrà Ferdico parla ai magistrati e si autoaccusa di una rapina
L’ex leader della Curva Nord interista, già condannato a 8 anni, parla ai magistrati di Milano e Cremona. Nei verbali coinvolge anche D’Alessandro, indagato per l’omicidio Boiocchi
Curva Inter, l'ex capo ultrà Ferdico parla ai magistrati e si autoaccusa di una rapina
Curva Nord dell'Inter: dopo l’ex leader Andrea Beretta, anche Marco Ferdico, 40 anni, ha scelto di parlare con i magistrati. Arrestato un anno fa nel maxi blitz della Dda di Milano sulle curve di San Siro e condannato a 8 anni, Ferdico ha reso dichiarazioni ai pm già a maggio e poi a luglio, chiamando in causa se stesso e altri nell’ambito di una rapina violenta avvenuta nel 2022.
La rapina di Ripalta Cremasca
Secondo quanto messo a verbale, Ferdico avrebbe fatto da basista per un’aggressione fuori da un ristorante di Ripalta Cremasca, in provincia di Cremona, ai danni di un conoscente benestante. La vittima fu colpita con una pistola puntata al volto e un pestaggio che provocò lesioni guaribili in 16 giorni. Furono rubati un orologio di lusso e cinque bracciali d’oro per un valore complessivo di 120mila euro.
Ferdico e l’accusa a D’Alessandro
Ferdico ha indicato come esecutore materiale della rapina Daniel D’Alessandro, detto “Bellebuono”, arrestato ad aprile in Bulgaria nell’ambito dell’inchiesta coordinata dai pm Paolo Storari e Sara Ombra sull’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico capo della Curva Nord ucciso a Milano il 29 ottobre 2022. Nei verbali si parla anche di un complice bulgaro mai identificato.
Ferdico: “Lo abbiamo fatto per la cocaina, ora ho cambiato stile di vita”
“Oggi sono qui per chiudere tutti i capitoli aperti che mi riguardano”, ha dichiarato Ferdico davanti al pm di Cremona Francesco Messina. “In quel periodo eravamo assidui consumatori di cocaina, soprattutto io e D’Alessandro, e avevamo bisogno di denaro”. L’ex ultrà ha spiegato che il gruppo avrebbe incassato 15mila euro a testa per la refurtiva e che il colpo fu organizzato per saldare i debiti di droga di D’Alessandro. “Mi dispiace per questa cosa successa per colpa mia – ha aggiunto – è avvenuta in un momento in cui frequentavo un ambiente criminale e facevo uso di stupefacenti in modo esagerato. Oggi ho cambiato radicalmente vita”.
Curva Inter: gli sviluppi sul delitto Boiocchi
La Procura di Cremona ha chiuso le indagini sulla rapina aggravata a carico di Ferdico e D’Alessandro, difesi rispettivamente dagli avvocati Jacopo Cappetta e Mirko Perlino, e Daniele Barelli. Nel frattempo la Dda di Milano ha interrogato nuovamente Ferdico anche nei giorni scorsi. Sull’omicidio Boiocchi è attesa a breve la richiesta di processo con rito immediato.
I legali di Ferdico: "Non è un collaboratore di giustizia"
Marco Ferdico, tramite i suoi difensori, gli avvocati Mirko Perlino e Jacopo Cappetta, "smentisce categoricamente le notizie apparse su alcuni organi di stampa circa una sua presunta collaborazione con lo Stato". "Tali notizie sono del tutto false e prive di ogni fondamento", spiegano i difensori. "Il sig. Ferdico durante un interrogatorio richiesto della Procura, si è semplicemente limitato ad ammettere alcuni addebiti che gli sono stati mossi, circostanza che non può in alcun modo essere equiparata a un ruolo di collaboratore di giustizia". "Si tratta dunque di una ricostruzione diffamatoria - si legge ancora nella nota -. Per questo motivo i legali hanno ricevuto mandato dal proprio assistito di procedere in sede giudiziaria nei confronti di chiunque abbia diffuso tali informazioni lesive della sua immagine".