ZTL, De Chirico (FI): "Sinistra eco-talebana. Ma non sono del Partito della macchina”
“Crociata ideologica”. L'intervista
“Dal 2019 un pasticcio continuo, ora si rinvia tutto alle Olimpiadi”
Dopo la proroga fino a settembre della fase sperimentale nella ZTL del Quadrilatero, torna al centro del dibattito la politica della mobilità del Comune di Milano. Forza Italia attacca duramente: il consigliere comunale Alessandro De Chirico parla di “crociata ideologica” della sinistra e accusa la giunta Sala di voler “complicare la vita a chi vive e lavora in città”. Difende la ZTL di San Siro, dove è residente, ma denuncia caos e ritardi: “Dal 2019 un pasticcio continuo, ora si rinvia tutto alle Olimpiadi”. E rilancia il tema dei parcheggi: “Non faccio parte del Partito della Macchina, ma servono soluzioni realistiche”. Poi l’affondo: “Il fanatismo eco-talebano della sinistra sarà un assist per le Comunali”. L’intervista di Affaritaliani.it Milano.
Consigliere De Chirico, per sabato 12 luglio era previsto l’inizio delle multe nella ZTL del Quadrilatero. Poi il Comune ha annunciato una proroga della sperimentazione fino a settembre. Lo considera un primo segnale di ripensamento?
Il ripensamento sarebbe auspicabile, ma non credo che questa proroga vada letta in quella direzione. Più che altro, residenti e commercianti hanno fatto sentire la loro voce e il Comune ha dovuto ricalibrare la misura. Parliamo di una ZTL che è, e resta, una follia: non serve a nulla se non a complicare la vita di chi vive e lavora nel quadrilatero della moda. I dati di Confcommercio parlano chiaro: in sette settimane, le vendite sono calate del 21%.
Secondo lei, quindi, la proroga è solo un modo per calmare le acque e riproporre la misura più avanti?
È così. Dalle dichiarazioni dell’assessora Censi emerge la volontà di “addolcire il boccone” per i residenti, permettendo magari l’ingresso a parenti o accompagnatori. Anche l’idea della prenotazione anticipata del parcheggio, che era assurda, pare venga rivista.
La ZTL del Quadrilatero non è un caso isolato. C’è stato il caso Ascanio Sforza, e da tempo si parla di attivazioni anche a San Siro e Isola. In alcune zone, però, come San Siro, sembrano essere gli stessi residenti a chiederla. Esistono, secondo lei, ZTL sensate?
Il caso di Ascanio Sforza è stato disastroso: hanno ucciso il commercio, costringendo alla chiusura una decina di attività e mettendo in difficoltà tanti imprenditori che avevano investito lì.
Quanto a San Siro, io stesso sono residente e posso dire che la ZTL è molto attesa. Ma rimane il simbolo di una gestione comunque pasticciata: dal 2019 ad oggi è stato un caos continuo. C’è stata una serie di ritardi, anche legati alla guerra in Ucraina e alla mancanza di microchip per le telecamere. A un certo punto la vice-sindaca Anna Scavuzzo assicurò che sarebbe stata attivata in autunno, poi non se ne è saputo più nulla. L’assessora Censi, in occasione di una mia recente interrogazione, ha risposto candidamente che non sa quando partirà. Probabilmente se ne riparlerà dopo le Olimpiadi.
Mi sta dicendo che il Comune è in alto mare?
Sì, nonostante siano già stati fatti investimenti, con le telecamere già installate. Basterebbe accenderle, ma anche la nuova modalità di prenotazione dei parcheggi rende tutto più complicato. È un sistema difficile da applicare e sta generando molti problemi.
Censi ha più volte dichiarato che i milanesi, soprattutto quelli del Municipio 1, sarebbero in maggioranza favorevoli alle ZTL. Lei ci crede? E cosa dice ai milanesi che vedono in queste misure un miglioramento?
Dipende. Una ZTL all’Isola, con l’alta concentrazione di locali, può anche avere un senso, io non faccio parte del “Partito delle Macchine”. Ma allora perché non farla a Nolo o in corso Buenos Aires? Il punto è che prima di realizzare qualsiasi ZTL serve un piano parcheggi serio: autosilo, parcheggi di interscambio.
Chi arriva da fuori Milano o da un altro quartiere deve avere la possibilità di parcheggiare a una distanza ragionevole. Di sera i mezzi pubblici non sempre sono affidabili, le attese sono lunghe e non ci si sente sicuri.
Io non sono un fanatico dell’auto, ma neanche un nemico: credo che Milano abbia un buon sistema di trasporti, ma fare guerra alla macchina privata e cancellare decine di migliaia di parcheggi non è una soluzione. Qualche anno fa avevo contato 20.000 stalli eliminati, poi ho smesso. Ho fatto interrogazioni, ma la situazione è peggiorata.
Il blocco dei diesel Euro 5, rinviato al 2026 da Governo e Regione, è un altro tema caldo. L’assessore Censi ha detto che Milano “resisterà”, grazie alle ZTL. Il centrodestra in Comune è compatto su questo punto? E l’opposizione può incidere?
Siamo compatti, ma la battaglia è difficile. Quella della sinistra è una crociata ideologica. Quando è stata attivata Area B, e poi sono arrivate ulteriori restrizioni in Area C, abbiamo provato in ogni modo a farci valere. Non si può chiedere a un cittadino, che magari sta ancora pagando la macchina di cambiarla, sobbarcandosi nuove spese.
L’opposizione farà la sua parte, ma il margine di manovra è ridotto. Parlare con la maggioranza è come parlare con un muro. L’accanirsi contro l’auto privata di questa sinistra eco-talebana sarà un grande assist per le Comunali.
Censi ha definito il centrodestra “nemico della transizione ecologica”, lei si riconosce in questa accusa?
È un’accusa ridicola. Gli Euro 5 non sono così inquinanti come vogliono far credere. Non si può obbligare le persone a cambiare macchina dopo 7 o 8 anni. Servono incentivi statali, ma se la coperta è corta non si può fare tutto subito. Serve una strategia lungimirante: puntare sull’elettrico, certo, anche perché ce lo chiede l’Europa. Ma tutto va calibrato con realismo.
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