Delitto di Garlasco, tutti i passi falsi della nuova indagine e le carte ancora in mano alla Procura

Le analisi dei Ris di Cagliari non confermano gli scenari ipotizzati dalla Procura. Dopo il "flop" di ignoto 3 ed il rebus dell'impronta 33, ecco su cosa possono ancora puntare gli inquirenti

Di Giorgio d'Enrico
Milano

Caso Garlasco: le analisi dei Ris di Cagliari escludono la presenza di un secondo o terzo killer. Alla Procura che indaga su Andrea Sempio resta la pista del Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi. Altri elementi, dall’impronta 33 alle tracce biologiche sui sacchetti, non hanno fornito risultati inequivocabili. L’incidente probatorio in corso dovrà sciogliere i molti nodi ancora aperti.

Delitto di Garlasco, i passi falsi della nuova indagine e le carte ancora in mano alla Procura

Delitto di Garlasco, un anno dopo la riapertura del fascicolo, la consulenza sulla Bloodstain Pattern Analysis ha rappresentato uno snodo cruciale. Lo studio delle macchie di sangue compiuto dall’esperto Andrea Berti dei Ris di Cagliari sembra confermare che Chiara Poggi sia stata uccisa da una sola persona. Nessuna traccia convincente di un secondo o terzo aggressore, ipotesi che aveva alimentato le prime ricostruzioni. Una conclusione che riporta le indagini all’essenziale: stabilire se l’unico killer sia Alberto Stasi, già condannato in via definitiva, o Andrea Sempio, oggi indagato. Eventualmente con la complicità di altre persone

Delitto di Garlasco, le carte che la Procura ha ancora da giocare

La procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, continua a lavorare su più fronti. Il punto chiave resta il Dna sotto le unghie della vittima, che secondo gli inquirenti sarebbe riconducibile a Sempio. La genetista Denise Albani sta riesaminando i dati grezzi del 2007 mai resi disponibili alle parti. In arrivo anche la consulenza medico-legale dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, incaricata di chiarire la dinamica delle ferite e la successione dei colpi. Sul tavolo c’è poi l’analisi dell’impronta 33, rinvenuta sul muro delle scale che portano in cantina, e il lavoro sul profiling di Sempio attraverso i sequestri compiuti nelle sue abitazioni.

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Nei mesi scorsi l’incidente probatorio ha portato alla documentazione fotografica di otto impronte parziali trovate in casa Poggi: sei sul sacchetto dei cereali e due su quello della spazzatura. Le immagini, realizzate con tecnologie ad alta definizione, saranno confrontate con i profili di Chiara e di chi frequentava la villetta nel 2007. Resta però irrisolto il nodo dei due profili genetici rinvenuti sotto le unghie: troppo scarsi, secondo i difensori, per essere attendibili.

Il "flop" di ignoto 3 ed il rebus dell'impronta 33

Accanto agli indizi, non mancano i buchi nell’acqua. La pista di un “ignoto 3” è stata archiviata dopo che un presunto Dna estraneo si è rivelato contaminazione di un cadavere precedentemente analizzato. L’impronta 33, definita per anni “prova regina”, oggi appare ancora altamente problematica: per la difesa di Stasi si tratterebbe di sangue, per la famiglia Poggi di sudore, ma i test del 2007 avevano dato esito negativo. Anche la misteriosa impronta 10, tornata sotto i riflettori con l’incidente probatorio, non ha fornito alcun profilo genetico utile. Ed anche le analisi sull'ultima colazione consumata in casa Poggi non hanno fatto emergere la presenza di materiale riconducibile a persone diverse dalla vittima e da Alberto Stasi.

Garlasco, la pesante eredità degli errori della prima indagine

L’inchiesta si porta indubbiamente dietro le ombre degli errori iniziali: sopralluoghi senza calzari né guanti, reperti contaminati, analisi superficiali. Un’eredità che, secondo i legali di Stasi, avrebbe potuto cambiare le sorti del processo. Oggi la difesa di Andrea Sempio ribadisce la sua innocenza, mentre i legali della famiglia Poggi restano scettici e parlano di “ipotesi prive di base concreta”.

Tra nuove consulenze, impronte fotografiche e vecchie piste svuotate, il quadro resta frammentato. Bidogna attendere la fine dell’incidente probatorio in corso, ma la sensazione è che il caso Garlasco, tra indiscrezioni e smentite, sia destinato a restare aperto ancora a lungo. 

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