Donne, FdI Lombardia: "Con il nuovo protocollo un altro passo concreto per fermare la violenza"
I consiglieri regionali di Fratelli d'Italia commentano l'approvazione del nuovo schema di protocollo da parte della Giunta. Potenziamento dell'assistenza legale gratuita e percorsi di formazione
Donne, FdI Lombardia: "Con il nuovo protocollo un altro passo concreto per fermare la violenza"
“La lotta alla violenza sulle donne non si combatte solo con le parole, ma con strumenti concreti e un’azione istituzionale coerente, capillare, continua. Per questo il nuovo Protocollo d’Intesa sottoscritto da Regione Lombardia con l’Ordine degli Avvocati di Milano e l’Unione Lombarda degli Ordini Forensi rappresenta un ulteriore passo in avanti verso un sistema di tutela sempre più efficace e capace di rispondere con prontezza e professionalità ai bisogni delle vittime”. Lo dichiarano i consiglieri di Fratelli d’Italia Patrizia Baffi, Paola Bulbarelli, Maira Cacucci, Romana Dell’Erba, Anna Dotti, Chiara Valcepina e Alessia Villa, commentando l’approvazione da parte della Giunta regionale del nuovo schema di protocollo che prevede, tra l’altro, il potenziamento dell’assistenza legale gratuita e specifici percorsi di formazione rivolti agli avvocati impegnati sul fronte della tutela delle donne vittime di violenza.
"Il contrasto alla violenza di genere è una responsabilità collettiva"
“Questo protocollo – proseguono i consiglieri – è la dimostrazione che il contrasto alla violenza di genere non è solo una priorità politica ma anche una responsabilità collettiva. Il coinvolgimento diretto del mondo forense permetterà non solo di garantire un supporto qualificato e gratuito alle donne, ma anche di elevare la qualità dell’intervento legale grazie alla formazione specifica che verrà erogata agli operatori del settore”.
“Ribadiamo il nostro ringraziamento all’assessore alla Famiglia Elena Lucchini per l’impegno costante e per aver sostenuto con determinazione un provvedimento che va nella direzione giusta: più protezione, più prevenzione, più consapevolezza. La cultura del rispetto si costruisce con il lavoro quotidiano e con il coinvolgimento di tutti i livelli della società, dalle istituzioni alle scuole, dalla magistratura al mondo delle professioni. Solo così potremo davvero cambiare le cose”.