Elezioni, il trionfo del Carroccio riapre il dossier Lombardia. Romeo: "Al Nord c’è la Lega"
L’esito del voto veneto rimescola le carte nel centrodestra lombardo. Tra conferme, timori di Fratelli d’Italia e rivendicazioni leghiste, si riaccende la partita per il Pirellone
Giovanni Donzelli e Massimiliano Romeo
Elezioni, il trionfo del Carroccio riapre il dossier Lombardia. Romeo: "Al Nord c’è la Lega"
Il risultato delle Regionali in Veneto, dove la Lega ha doppiato Fratelli d’Italia, apre un nuovo fronte politico in Lombardia. La vittoria del Carroccio con il 36,3% e il crollo di FdI al 18,7% ha subito riacceso il riflesso lombardo della coalizione, facendo battere i cuori leghisti davanti alle future sfide regionali.
Romeo: "Nel Nord c'è la Lega"
Dal fronte leghista le reazioni sono immediate. Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato e leader della Lega Lombarda, ribadisce al Corriere: "FdI deve capire che le Regionali sono un’altra cosa rispetto alle Politiche", aggiungendo in modo netto: "Nel Nord c’è la Lega". Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera, è altrettanto diretto: "La Lega si dimostra la forza trainante al Nord, con buona pace di tutti gli altri".
Donzelli: "Ma non ci può essere preclusione nei confronti di FdI"
E se c’è chi legge la prova veneta come un segnale per il futuro lombardo, dalle fila di FdI arriva una risposta cauta ma significativa. Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo del partito, rivendica a Repubblica: "FdI ha sempre detto che vuole dovunque scegliere il miglior candidato, a prescindere dalle bandierine", ricordando però anche: "Come noi siamo generosi con gli alleati e lo siamo stati in Veneto, diciamo che non può esserci una preclusione nei confronti di FdI".
La partita del Pirellone: tra smentite e nuovi scenari
Il nodo più sensibile è naturalmente quello del Pirellone. Il Corriere ha chiesto a Roberto Calderoli se la vittoria veneta della Lega possa rimettere in discussione gli accordi sugli assessorati lombardi destinati a FdI: la risposta è diplomatica ma significativa. "Io di questo accordo non so nulla. Sono convinto che Stefani, al quale spettano queste valutazioni, manterrà gli impegni presi". Sull’ipotesi di rivedere l’intesa con FdI per il candidato presidente in Lombardia, Calderoli taglia corto: "Ma questa è una cosa che gira solo nelle teste dei giornalisti. Volete davvero discutere oggi del candidato di una Regione al voto nel 2028? Anche se nel 2027 si vota per le Politiche? È paradossale".
Ma il timore dei meloniani è che “il patto sulla Lombardia venga ridiscusso”, Matteo Salvini, che quel patto lo aveva accettato qualche settimana fa, alimenta l’ambiguità: "Se gli alleati avranno proposte valide le ascolteremo, siamo una coalizione", ma di fronte alla domanda diretta sul Pirellone replica: "Mancano due anni, vivrà e vedrà. La Lega in Lombardia può raggiungere lo stesso risultato del Veneto".
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