Filippo Champagne vuole candidarsi sindaco di Milano alla guida del "Popolo della Gaina"
Il 49enne, amico di Davide Lacerenza e fratello del segretario lombardo della Lega Massimiliano Romeo, sogna una Milano come Dubai e si paragona a Ronald Reagan. Nel programma meno tasse e cecchini sui tetti
Filippo Champagne
Filippo Champagne vuole candidarsi sindaco di Milano alla guida del "Popolo della Gaina"
Da re della notte a candidato sindaco. Filippo Romeo, 49 anni, monzese e volto noto dei social come Filippo Champagne, ha deciso di scommettere sulla politica. Dopo una carriera trascorsa tra locali, feste e brindisi, ora punta dritto a Palazzo Marino. “La politica è il mio nuovo azzardo”, racconta il fondatore del movimento Popolo della Gaina, lo stesso che sui social riempie i video di brindisi, battute e promesse di rinascita milanese.
"Con tutti i giovani che mi seguono, in consiglio entro sicuro"
Romeo non è un volto qualsiasi. È il fratello di Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato e segretario regionale del partito in Lombardia. In passato, Filippo è stato vicino a Davide Lecerenza, titolare della Gintoneria milanese finita al centro di un’inchiesta su droga ed escort. Ora, invece, punta a un’altra ribalta: quella politica.
Come ha raccontato al Corriere della Sera, vuole presentarsi alle comunali del 2027 con l’ambizione di diventare sindaco. “Ronald Reagan faceva l’attore ed è diventato presidente degli Stati Uniti”, dice con tono semiserio, “io faccio cinema al bar e non posso diventare sindaco di Milano?”.
Provocatorio ma determinato, Romeo sembra credere davvero nella sua corsa. “Diventare sindaco è arduo”, ammette, “ma con tutti i giovani che mi seguono in Consiglio comunale ci entro di sicuro. Sarò sempre presente a portare avanti la voce del popolo giusto”. E quando gli chiedono se si senta il Reagan milanese, la risposta è immediata: “Non di Milano, d’Italia”.
Mura, cecchini e contanti: il programma del “Popolo della Gaina”
Dietro l’ironia, Romeo ha già un suo programma. Propone di “mettere i cecchini sui tetti”, creare “mura di protezione” e impiegare “vigilantes armati” per garantire la sicurezza dei cittadini. Promette di “abbassare le tasse, soprattutto per chi paga in contanti”, e immagina una città “ricca come Dubai”. Nel suo sogno politico, Milano dovrebbe diventare “la Dubai italiana”.