Garlasco, l'avvocato di Sempio si oppone all'analisi della spazzatura: "Conservata per 18 anni? Non ci credo"

Massimo Lovati annuncia che durante l'incidente probatorio si opporrà all'apertura dello scatolone contenente i resti della colazione del 13 agosto 2007. Le confezioni di yogurt “Fruttolo” e tè freddo, secondo il legale non sono stati regolarmente sequest

di redazione

Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio

Milano

Garlasco, l'avvocato di Sempio si oppone all'analisi della spazzatura: "Conservata per 18 anni? Non ci credo"

L’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, ha annunciato che oggi, in occasione del secondo appuntamento dell’incidente probatorio, la difesa si opporrà all’apertura dello scatolone contenente i resti della colazione del 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio di Chiara Poggi. I reperti, tra cui confezioni di yogurt “Fruttolo” e tè freddo, secondo il legale non sono stati regolarmente sequestrati.

"Mi oppongo all’apertura della spazzatura, devono andare dal giudice e farsi autorizzare ad aprire questi reperti, che non sono stati sequestrati da un magistrato, non c’è un provvedimento di sequestro", ha dichiarato Lovati durante la trasmissione Chi l’ha visto?. "Non ci credo a quella spazzatura, non si tiene la spazzatura per 18 anni", ha aggiunto.

Il difensore ha messo in dubbio la validità e la conservazione del materiale: "Io non ci credo alla spazzatura, non è coerente, non è possibile che si tiene questa spazzatura per 18 anni. Non fu sequestrata, non mi basta un verbale dei carabinieri, devo vedere un provvedimento di un pm. Chi la prese? Dove la portò? Ci opporremo all’apertura di questa spazzatura".

Lovati ha poi sottolineato che i rifiuti furono lasciati in casa per otto mesi prima di essere acquisiti, e ha ribadito l’assenza di un provvedimento formale: "Non c’è un provvedimento di un giudice di sequestro di questa spazzatura. Se non c’è, è acqua fresca. E quando vengono sequestrate le cose poi vanno restituite dopo la sentenza, a meno che non ci sia una confisca".

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Garlasco, la seconda giornata dell'incidente probatorio

Si riapre dunque questa mattina in Questura a Milano il confronto tra genetisti ed esperti dattiloscopici, chiamati a esaminare nuovamente i reperti raccolti 18 anni fa nell’ambito dell’omicidio di Chiara Poggi. È il secondo round dell’incidente probatorio voluto dalla Procura di Pavia, che ha rimesso sotto osservazione Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, già coinvolto nelle indagini in passato.

L’appuntamento è fissato per le 10.30 negli uffici della Polizia scientifica, dove si ritrovano i periti nominati dalla gip Daniela Garlaschelli, Denise Albani e Domenico Marchigiani, insieme ai consulenti delle parti: per l’accusa, Carlo Previderè e Pierangela Grignani; per la difesa, l’ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano e l’ex ispettore superiore Luigi Bisogno. Presenti anche i consulenti della famiglia Poggi — Marzio Capra, Dario Redaelli e Calogero Biondi — e quelli di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni: Ugo Ricci e Oscar Ghizzoni.

I tecnici sono attesi al completamento dell’esame sulle impronte digitali. Nella giornata di martedì, circa la metà delle impronte è già stata analizzata, insieme a 24 campioni esaminati con il test Obti, senza rilevare tracce di sangue. Nessun esito nemmeno sull’impronta numero 10, considerata tra le più rilevanti: secondo gli inquirenti, si tratterebbe di una manata “sporca” lasciata sulla parte interna della porta d’ingresso da chi ha commesso il delitto, poi fuggito. Una traccia su cui si concentreranno ulteriori analisi, con un kit di estrazione più avanzato, ma non nell’appuntamento di domani.

Oltre all’esame delle impronte — che si sta svolgendo non su para-adesivi come inizialmente ipotizzato, ma su fogli di acetato — verranno analizzati i rifiuti sequestrati nella villetta di Garlasco all’indomani dell’omicidio e mai esaminati finora: resti della colazione del 13 agosto 2007, tra cui confezioni di Fruttolo, cereali, biscotti, tè e un cucchiaino.

Se le condizioni lo permetteranno, da questi materiali verrà estratto Dna, che sarà successivamente confrontato, in laboratorio, con i tamponi biologici della vittima. L’obiettivo è identificare eventuali nuove tracce genetiche, 18 anni dopo il delitto.

La fase finale dell’incidente probatorio riguarderà l’accertamento più delicato: i due profili di Dna trovati sotto le unghie di Chiara, a lungo ritenuti inutilizzabili, ma oggi ritenuti cruciali. Uno, secondo la Procura e i legali di Stasi, sarebbe riconducibile ad Andrea Sempio; l’altro rimane ancora senza nome.

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