Il ragazzo dell'incidente del SUV e la gogna: storia milanese di inciviltà

Pensavamo fosse finita l'epoca della gogna. Poi è arrivato il web. I nuovi sviluppi sull'incidente mortale in viale Fulvio Testi ci ricordano che però a volte la realtà ci tiene a darci una lezione. Il commento

di Fabio Massa

Milano, l'incidente in viale Fulvio Testi (fonte: video Rai News)

Milano

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Il ragazzo dell'incidente del SUV e la gogna: storia milanese di inciviltà

La gogna ha una origine antica. Intorno all'anno mille si prendeva una persona, generalmente colpevole di furti o piccole frodi, la si metteva con la testa e le mani bloccate in un ceppo di legno. La comunità era parte attiva: insulti, sputi, schiaffi. La community al suo peggio. Quattrocento anni dopo la gogna diventa uno strumento di potere: iniziano a essere mostrati i cartelli per descrivere il reato, quelli sottoposti alla gogna venivano vestiti con costumi ridicoli. Poi, nel 1700 e 1800, iniziano i veri problemi: le folle inferocite non riescono ad essere controllate, e poi emerge la disumanità della punizione che non rieduca e anzi emargina. Pensavamo fosse finita, ma poi è arrivato il web. Che al contrario di re Mida fa diventare fango (per essere gentili) qualunque cosa. 

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Succede così che a Milano un ragazzo viene accusato di essere - senza patente! - alla guida di un mezzo potentissimo che è stato coinvolto in un incidente con una automobile assai più modesta. Incidente con morti. Una tragedia. Le cronache dei giornali sono impietose. Il ragazzo, al volante di una sorta di SUV carroarmato con un migliaio di cavalli, dal costo di mezzo milione di euro (quindi: figlio di papà) ha ucciso. E poi, per "cammuffarsi" avrebbe dichiarato ai poliziotti di essere un soccorritore appena sceso dal tram. Ma loro, i poliziotti, non l'avevano bevuta perché lui aveva perso la scarpa, che era stata ritrovata nel rottame dell'automobile. Gogna, linciaggio. Ferocissimo. 

Poi si scopre, il giorno dopo, che il ragazzo effettivamente non era alla guida. Che era sporco di sangue perché aveva cercato di aiutare i feriti, che la scarpa l'aveva persa prendendo a calci un vetro per estrarre gli amici che avevano fatto l'incidente. E che tra tutti quello che pare fosse sotto effetto di stupefacenti non era quello alla guida del costosissimo SUV, peraltro preso in affitto, ma dell'utilitaria. A volte la realtà ci tiene a darci una lezione. Peccato che difficilmente la impariamo.

 

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