Parcheggi San Siro, Manfredi Palmeri da imputato torna indagato (ma con una accusa più grave)
Il Tribunale accoglie la nuova contestazione del pm Storari: non più corruzione tra privati, ma corruzione di persona incaricata di pubblico servizio. Il processo torna alla fase delle indagini preliminari
Inchiesta “Doppia Curva”, Manfredi Palmeri da imputato torna indagato (ma con una accusa più grave)
Il processo a carico di Manfredi Palmeri, consigliere comunale e regionale di centrodestra, si ferma e riparte da zero. La seconda sezione del Tribunale di Milano, presieduta da Giuseppe Cernuto, ha accolto la richiesta del pm Paolo Storari di modificare il capo d’imputazione nell’ambito dell’inchiesta “Doppia Curva”, coordinata dalla Dda e condotta dalla Squadra Mobile e dalla Guardia di Finanza.
Palmeri, in qualità di componente del consiglio direttivo della M-I Stadio, società concessionaria per la gestione e l’uso dello stadio Meazza, non è più accusato di concorso in corruzione tra privati, ma di corruzione di persona incaricata di pubblico servizio nell’esercizio delle sue funzioni. Un cambio che, per i giudici, “ha subito modifiche tanto radicali” da costituire “fatti nuovi”, imponendo così la restituzione degli atti al pubblico ministero e il ritorno del procedimento alla fase delle indagini preliminari.
Le accuse: dal quadro di lusso ai favori elettorali per la gestione dei parcheggi di San Siro
Secondo la ricostruzione originaria del pm Storari, Palmeri avrebbe ricevuto un quadro dell’artista cinese Liu Bolin, del valore di circa 11mila euro, da Gherardo Zaccagni, titolare del locale Kiss&Fly, in cambio della gestione dei parcheggi intorno allo stadio durante i concerti del 2024.
Con la nuova contestazione, però, l’impianto accusatorio si allarga e cambia natura. Oltre alla presunta utilità artistica, vengono ipotizzate altre forme di vantaggio, tra cui “la promessa di una partecipazione, schermata da prestanome, in una società (Newco) di Zaccagni” aggiudicataria di parcheggi nella grande distribuzione, e persino un sostegno elettorale in vista delle regionali del febbraio 2023. Nelle carte si legge che Zaccagni avrebbe invitato i propri dipendenti a votare per Palmeri, offrendo loro 50 euro in caso di elezione e utilizzandoli per il volantinaggio elettorale a favore del politico.
La difesa: “Una mossa da procedimento disciplinare”
La decisione della Procura di Milano di riformulare le accuse ha suscitato l’immediata reazione della difesa. L’avvocato Domenico Aiello, legale di Palmeri, ha definito la scelta del pm “una mossa da procedimento disciplinare”, sottolineando che il nuovo capo d’imputazione modifica radicalmente i presupposti del processo in corso. Mentre il coimputato di Palmeri sta concordando il patteggiamento, per il consigliere regionale si apre ora una nuova fase investigativa, in cui potranno essere utilizzate anche intercettazioni che in precedenza sarebbero state escluse.
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