Indagine per omicidio sulla morte di Aurora Livoli, l’autopsia il 2 gennaio: caccia all’uomo visto con lei l'ultima notte

Gli investigatori stanno ricostruendo le ultime ore della 19enne trovata morta in via Paruta: si cerca il telefono e l'uomo ripreso dalle telecamere

di Giorgio d'Enrico

Aurora Livoli

Milano

Indagine per omicidio sulla morte di Aurora Livoli, l’autopsia il 2 gennaio: caccia all’uomo visto con lei l'ultima notte

La Procura di Milano accelera sull’inchiesta per la morte di Aurora Livoli, la diciannovenne trovata senza vita in un cortile condominiale tra via Paruta e via Padova, nella periferia est della città. Sin dalle prime ore, gli inquirenti hanno escluso l’ipotesi di una morte naturale, aprendo un fascicolo per omicidio volontario contro ignoti.

L’autopsia, disposta dal pubblico ministero Antonio Pansa e in programma il 2 gennaio 2026, rappresenta un passaggio chiave dell’indagine. I primi rilievi del medico legale hanno evidenziato lividi al collo compatibili con uno strangolamento, un ematoma vicino all’occhio e altre lesioni che fanno pensare a una violenta aggressione. Anche il modo approssimativo in cui il corpo era rivestito rafforza i sospetti di un delitto.

Vittima identificata grazie ai frame delle telecamere

La prima vera svolta è arrivata quando i genitori adottivi hanno riconosciuto Aurora in un frame diffuso dai carabinieri, estratto da una telecamera di sorveglianza della zona. Fino a quel momento, la ragazza non risultava censita a Milano. Ora, però, gli investigatori hanno un’identità certa da cui partire per ricostruire le sue ultime ore.

Caccia all’uomo ripreso dalle telecamere

Le immagini di videosorveglianza sono al centro dell’inchiesta. Nella notte, Aurora viene ripresa mentre cammina lungo il marciapiede di via Paruta, seguita da un uomo: lei davanti, lui poco distante. Circa un’ora dopo, la stessa telecamera immortala l’uomo mentre si allontana da solo. È lui il principale ricercato: corporatura magra, capelli corti, più alto della vittima. La sua immagine è ora al vaglio dei carabinieri impegnati nella ricerca.

Il telefonino scomparso e la pista dei contatti

Un altro elemento cruciale riguarda il telefono cellulare di Aurora, sparito insieme a documenti e denaro. I tabulati telefonici potrebbero fornire indicazioni decisive su chiamate, messaggi e spostamenti. Per il Nucleo Investigativo dei carabinieri, guidato dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino, questo potrebbe essere l’anello mancante per arrivare all’assassino.

Le ultime settimane lontano da casa e la denuncia di scomparsa

Aurora era nata a Roma ed era stata adottata all’età di sei anni da una famiglia di Monte San Biagio, in provincia di Latina. Si era allontanata da casa il 4 novembre. Non era la prima volta: durante queste fughe manteneva contatti telefonici con i familiari. L’ultima chiamata risale al 26 novembre, quando aveva rassicurato i genitori sulle sue condizioni, ribadendo però la volontà di non rientrare.

Dopo quel giorno, il silenzio. Il padre, Ferdinando Livoli, odontotecnico, aveva presentato denuncia di scomparsa il 10 dicembre ai carabinieri di Monte San Biagio. Nemmeno durante le festività natalizie erano arrivate notizie della ragazza, diplomata da poco all’Itis Pacinotti di Fondi, indirizzo chimico.

Indagini ancora aperte

Ora gli investigatori sperano che, dopo l’identificazione della vittima, arrivi anche la svolta definitiva: dare un nome all’uomo dell’ultima notte e chiudere il cerchio su quello che appare sempre più come un femminicidio. L’autopsia e l’analisi dei dati telefonici potrebbero fare la differenza nei prossimi giorni.

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO
 

Tags:
indaginimorteomicidio