La Lega Lombarda chiede più libertà e presenta la propria "Carta". SCARICA
La Lega Lombarda presenta un documento identitario programmatico. Il segretario Massimiliano Romeo: "Maggiori libertà commisurate all’importanza della nostra regione. Un messaggio che non divide ma che rafforza la Lega nazionale"
Massimiliano Romeo
La Lega Lombarda chiede più libertà e presenta la propria "Carta"
La Lega Lombarda si prepara all'appuntamento di Pontida di domenica 21 settembre. Nella giornata di lunedì 15 settembre il consiglio direttivo regionale guidato da Massimiliano Romeo ha approvato all'unanimità il testo della "Carta della Lombardia". Un documento che sarà presentato proprio a Pontida, dove sarà possibile sottoscriverlo. I punti più significativi? "I temi identitari e i valori più cari alla nostra terra; proposte concrete per sanità, sicurezza, lavoro e imprese lombarde; attenzione ai nostri giovani, alla nostra cultura e al nostro territorio". Lo slogan programmatico è: "Meno Roma in Lombardia, più Lombardia a Roma". Con un focus specifico su Milano, città per la quale la Lega Lombarda chiede "poteri speciali" che consentano di "intervenire con rapidità ed efficacia, attraverso provvedimenti amministrativi, nei settori di particolare interesse perseguendo gli obiettivi individuati dagli Amministratori della nostra Milano".
"CARTA DELLA LOMBARDIA": SCARICA QUI IL DOCUMENTO INTEGRALE
Queste le parole di Romeo: "Per la Lombardia chiediamo maggiori spazi di libertà commisurati all’importanza che la nostra regione riveste a livello nazionale ed internazionale. Per questo motivo abbiamo redatto una Carta della Lombardia, approvata all’unanimità dal nostro consiglio nazionale riunitosi lunedì nella sede di via Bellerio, con alcuni temi identitari per un Nord più libero di gestire le proprie risorse, solidale e attento alle esigenze delle nostre comunità. Un messaggio che non divide ma che rafforza la Lega nazionale".
Qui di seguito il testo integrale della "Carta della Lombardia"
La Lega Lombarda rappresenta la sua voce identitaria nella Lega nazionale con un messaggio che non indebolisce ma rafforza: - La coerenza del messaggio politico nazionale; - Il presidio del territorio; - La capacità di rappresentanza nei Comuni e nelle Regioni; - La credibilità come forza di Governo a livello regionale e nazionale.
Meno Roma in Lombardia, più Lombardia a Roma: tagliare gli sprechi pubblici, prendendo come riferimento di spesa le regioni più virtuose, che rappresentano un modello di gestione efficiente delle risorse.
Sanità: per le regioni che sono in equilibrio di bilancio, si chiede libertà di scegliere come utilizzare le risorse assegnate dal fondo sanitario nazionale senza i vincoli dello Stato e quindi con piena autonomia a seconda delle necessità dei territori. Significa consentire alla Lombardia che ha i conti in equilibrio di scegliere i capitoli di spesa sanitaria per i quali c’è più necessità e bisogno, ad esempio pagando gli straordinari al personale sanitario o facendo nuove assunzioni in modo da abbattere le liste di attesa.
Sicurezza: vanno individuate quelle aree della Lombardia con una maggior concentrazione di rischi legati alla sicurezza e all’immigrazione clandestina dove incrementare il personale e i mezzi delle Forze Ordine e dei Vigili del Fuoco; più militari nelle stazioni, meno quota di riparto di richiedenti asilo, più Centri di Permanenza per i rimpatri al Nord e più commissariati di polizia in Lombardia; rafforzare il ruolo dei sindaci, dando loro più poteri di ordinanza per intervenire con prontezza contro degrado, bivacchi, occupazioni abusive, malamovida, rifiuti abbandonati e situazioni che generano insicurezza.
Salari: auspicando un confronto con le parti sociali e fermo restando il diritto alla parità retributiva è possibile ipotizzare adeguamenti al rialzo dei livelli retributivi parametrando il tutto alle diverse aree territoriali e ai diversi contesti aziendali con particolare riferimento alla produttività. Al Nord chi vive con uno stipendio anche formalmente più alto, si ritrova spesso in difficoltà economiche maggiori rispetto a lavoratori con salari più bassi ma residenti altrove. La risposta a questo squilibrio: una quota differenziata, entro limiti fisiologici, del salario legata al territorio e al contesto aziendale per compensare i costi reali della vita; misure fiscali perequative; incentivazione della contrattazione territoriale integrativa (di secondo livello) e la contrattazione aziendale, fermo restando i contratti collettivi nazionali.
Bilancio: no alla centralizzazione dei fondi coesione nazionali e di programmazione europea (in Lombardia valgono circa 4 miliardi in sette anni); semplificazione delle regole di bilancio per i comuni fino a 10mila abitanti.
Imprese: credito di imposta per far fronte ai costi dell’energia; prevedere forme di detassazione sul rinnovo dei contratti; valorizzazione dei brand e delle produzioni territoriali; difesa del sistema produttivo lombardo attraverso un coordinamento permanente non solo tra regioni del Nord ma valorizzando intese con le regioni europee più vicine al nostro tessuto imprenditoriale (quattro motori d’Europa e Baviera) facendo rete per influenzare le decisioni della Commissione Ue; introduzione di nuovi criteri premiali al fine di privilegiare le nostre imprese nell’aggiudicazione degli appalti locali.
Personale: concorsi regionali per assunzioni pubbliche con l’obbligo di restare in regione per 10 anni.
Ambiente: per la qualità dell’aria, vista la specificità del territorio, necessitano investimenti sul bacino padano con un piano straordinario del Governo nazionale, richiamando altresì l’attenzione e favorendo un dialogo costruttivo con le istituzioni europee al fine di trovare soluzioni condivise e sostenibili. Investimenti in energia pulita senza ideologie; tutela dei nostri parchi, riscoperta della cultura rurale, prevenzione del rischio idrogeologico, una corretta gestione della fauna selvatica garantendo il mantenimento della specie in un’ottica di tutela della biodiversità; tutela delle terre alte con aumento progressivo negli anni del fondo per la montagna; ricorso alle fonti rinnovabili fatto con equilibrio preservando la nostra terra e tutelando in particolar modo le aree agricole; il territorio va protetto e abbiamo il dovere di trasmetterlo integro alle future generazioni.
Acqua pubblica: l’acqua è un bene primario. Il controllo della sua gestione deve restare pubblica. Il servizio idrico integrato deve essere efficiente e radicato nei territori con le amministrazioni comunali e provinciali protagoniste.
Giovani e Lavoro: sviluppo nei giovani della cultura dell’artigianato, del commercio, delle micro, piccole e medie imprese, delle partite Iva attraverso incentivi e premialità per coloro che intraprendono queste attività; i talenti devono essere riconosciuti, premiati e valorizzati favorendo un accesso trasparente ad un lavoro che premi competenze, capacità, creatività e vena artistica; flat tax agli under 35 che rientrano in Italia per supportare il fenomeno del rientro nel territorio nazionale di giovani che oggi lavorano all’estero; stage maggiormente retribuiti, formazione duale e ITS diffusi, con forti legami alle imprese locali.
Scuola: promuovere una piena parità scolastica così da ampliare l’offerta educativa e formativa rivolta agli studenti lombardi. Maggiori risorse per aumentare le educatrici di sostegno.
Università: l’assegnazione del fondo nazionale per il diritto universitario non deve penalizzare la platea degli studenti lombardi (il 18% degli iscritti all’Università sono iscritti in Lombardia che non può beneficiare solo dell’8% del fondo).
Cultura: riaffermazione della nostra identità e della nostra cultura senza chiusura; teniamo vive le lingue locali, conosciamo la storia dei nostri comuni, e pensiamo con spirito internazionale; riconoscersi nella nostra storia, difesa degli ideali e dei costumi che hanno determinato la nascita e l’evoluzione della nostra comunità.
Infrastrutture: vogliamo che lo Stato per la Lombardia assicuri la copertura per intero dei costi del trasporto pubblico locale; potenziamento delle infrastrutture necessarie; trasferire adeguate risorse per la gestione regionale dei laghi.
Province: le province hanno una funzione strategica in una visione autonomistica, per cui devono recuperare il proprio ruolo con adeguate risorse economiche e di personale; deve essere ripristinata l’elezione diretta dei propri rappresentanti istituzionali.
Comuni: è fondamentale garantire ai Comuni risorse adeguate. Serve un’intesa con il Governo affinché l’IMU sui fabbricati di categoria D resti interamente ai Comuni o quantomeno che venga aumentata la quota di gettito trattenuta sul territorio, così da rafforzare investimenti e servizi locali. Rafforzare l’efficienza degli uffici comunali, consentendo ai sindaci di scegliere direttamente i dirigenti nei settori strategici (cosiddetto spoil system) così da formare una squadra allineata al programma dei cittadini; risolvere il problema della carenza di personale soprattutto nei comuni più piccoli; in alternativa alle fusioni e unioni di comuni che non hanno dato buona prova di sé, pensiamo ad una Federazione dei piccoli comuni sul modello di consorzi già esistenti per favorire la collaborazione preservando identità con attenzione alla componente paesaggistica dei nostri enti; basta criteri penalizzanti per i comuni del Nord (ad esempio indice di vulnerabilità) nei bandi statali.
Sociale: il diritto di tutti alla piena partecipazione alla vita civile e sociale è un principio fondamentale che guida le politiche di Regione Lombardia a sostegno delle persone con disabilità, delle persone anziane, dei giovani, delle famiglie e delle fasce maggiormente in difficoltà. La piena realizzazione del progetto di vita, il sostegno al terzo settore e il rinnovamento di misure e servizi sono punti imprescindibili per garantire adeguati sostegni e interventi che promuovano il valore di ogni persona. Potenziamento della rete per assistenza agli anziani fragili.
Volontariato: valorizzare e sostenere le organizzazioni di volontariato è un obiettivo prioritario. Oltre la metà delle istituzioni non profit italiane opera infatti nel Nord del Paese e la Lombardia, in questo contesto, si conferma la regione di riferimento a livello nazionale. Con quasi 53.000 associazioni (attività legate a cultura, sport, ricreazione, assistenza sociale e protezione civile) e più di un milione di volontari attivi – pari a circa il 16% del totale nazionale – la Lombardia è il territorio con la maggiore concentrazione di realtà associative e di cittadini impegnati nel privato sociale.
Agricoltura: riconoscere l’importanza del ruolo che la figura dell’agricoltore ricopre in termini di tutela e di valorizzazione del territorio, nonché dell’importanza della tradizione contadina italiana, vero e proprio patrimonio da tutelare sia per la sua rilevanza da un punto di vista storico che per l’eccellenza alimentare che esso esprime e garantisce.
Autonomia energetica: una regione importante come la Lombardia deve perseguire l’autonomia energetica attraverso un mix energetico rispettando il principio di neutralità tecnologica; fornitura gratuita di energia ai territori sede di centrali energetiche di ogni tipo; incentivi per comunità energetiche locali.
ZES: introduzione di una zona economica speciale unica in Lombardia per tutti i territori di confine, valorizzandoli con misure fiscali neutre, semplificazione amministrativa, infrastrutture comuni e incentivi al lavoro in conformità alle normative Ue, con beneficio delle imprese che vi operano per favorire una maggiore competitività rispetto alle imprese straniere nei confronti dei lavoratori e dei professionisti evitando così la desertificazione del sistema produttivo. Lavorando su tre assi di specialità: regime incentivante per i lavoratori nelle zone di confine, zona logistica semplificata aeroporto Milano Malpensa, sviluppo turismo transfrontaliero.
Economia: meno sussidi e meno assistenzialismo al fine di abbattere la pressione fiscale a tutti i cittadini lombardi; mettere nelle condizioni gli imprenditori di poter lavorare senza che lo stato metta loro i bastoni tra le ruote.
Burocrazia: ridurre il peso dello stato nella vita dei lombardi. I cittadini e le imprese devono essere liberi di crescere, innovare e decidere senza un apparato che soffoca energie e iniziative. La Lombardia ha bisogno di uno stato più leggero, che intervenga solo laddove gli enti locali o i privati siano impossibilitati a farlo, seguendo il principio di sussidiarietà (fare poche cose ma farle bene). Superamento della legge Bassanini attraverso una collaborazione funzionale con responsabilità condivisa tra politica e tecnica, dove concorrono ai risultati e rispondono insieme dei fallimenti previa una verifica continua. In tal modo uffici pubblici più efficienti saranno a servizio dei cittadini e delle imprese con risposte precise e puntuali.
Milano – una città speciale che ha bisogno di poteri speciali: Milano è sicuramente la capitale economica e commerciale del nostro Paese, sede della Borsa Italiana, è da sempre attrattiva non solo per essere un polo finanziario internazionalmente riconosciuto ma anche per l’eccellenza nel mondo della moda e per un invidiabile patrimonio culturale. Al fine di sviluppare ulteriormente le proprie potenzialità e colmare diverse lacune necessita di speciali poteri. Deve essere approvata una norma che consenta di intervenire con rapidità ed efficacia, attraverso provvedimenti amministrativi, nei settori di particolare interesse perseguendo gli obiettivi individuati dagli Amministratori della nostra Milano. Tempestività e concretezza sono le parole d’ordine di ogni atto che va ad incidere sulla vita e sugli interessi di questa Metropoli internazionale.