Leoncavallo, il gran regalo di Giorgia Meloni a Beppe Sala
Altro che sgambetto: con lo sgombero a sorpresa del Leoncavallo, l'esecutivo ha fatto un gran favore a Beppe Sala. Per almeno tre motivi. Il commento
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Leoncavallo, il gran regalo di Giorgia Meloni a Beppe Sala
Leoncavallo: io non penso che ci potesse essere un regalo più grande dall'esecutivo a Beppe Sala. Chi dice che sia stato uno sgambetto pensa tutt'altro, e se se lo fosse inventato Sala, un copione del genere, non gli sarebbe venuto così perfetto. Perché dico che è un regalo a Beppe Sala?
I tre motivi per cui lo sgombero del Leoncavallo è un assist a Sala
Primo: consente al sindaco di rientrare in sintonia con quella sinistra-sinistra che gli ha voltato - incredibilmente! - le spalle per l'inchiesta sull'urbanistica milanese. Addirittura alcune fonti del Pd dicono che una corrente minoritaria avrebbe fatto trapelare che avrebbe visto con favore le dimissioni del primo cittadino. Roba da pazzi... Comunque, se Sala si metterà al capo di una protesta di popolo contro le modalità dello sgombero, e troverà una nuova casa al Leoncavallo, sarà un passo avanti nel ritrovare il feeling con una parte della sua maggioranza.
Secondo: consente al sindaco di uscire dal loop informativo sull'urbanistica, dove ogni giorno ci sono - erogati come cioccolatini a richiesta - nuovi atti, nuovi dettagli, in uno stillicidio che fa dubitare pure dell'applicazione delle nuove leggi varate dal ministro Nordio. A proposito: ma se c'è una legge e non viene applicata qualcuno dovrebbe intervenire? Qualche pm vuole aprire un fascicolo? Mah... Ma tornando al punto, il Leoncavallo distrae completamente l'opinione pubblica dall'inchiesta. E questo per il sindaco è un gran regalo.
Terzo regalo: non avergli detto nulla dello sgombero. Se glielo avessero comunicato che cosa avrebbe dovuto fare il sindaco? Si sarebbe trovato in un brutto dilemma. Da una parte avrebbe dovuto tacere, per dovere istituzionale. Dall'altra parte se avesse taciuto la sinistra sarebbe stata ancora più furiosa con lui, accusandolo di complicità. Insomma, non averglielo detto gli ha risparmiato un bel dilemma. Intendiamoci: non è un periodo da rose e fiori, per il primo cittadino. Anche perché ha da pensare alla giunta.
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