"Milano come la Calabria": mafia, la requisitoria dei pm al maxi processo Hydra

Nel procedimento della Dda milanese emergono presunte alleanze tra Cosa Nostra, ’ndrangheta e camorra in Lombardia. Tra gli imputati il figlio del boss Fidanzati e i fratelli Pace di Trapani

di Roberto Servio
Il blitz della Dia
Milano

E' uscita la nuova puntata di "Frontale", newsletter di Fabio Massa con riflessioni (su Milano e non solo), inside e racconti di quello che accade in città. Ci si può iscrivere qui: https://frontale.substack.com

"Milano come la Calabria": mafia, la requisitoria dei pm al maxi processo Hydra

“Un contesto mafioso simile a quello calabrese, né più né meno della Calabria”. Con queste parole i pm della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane, hanno aperto la requisitoria del filone in rito abbreviato del maxi processo “Hydra”, celebrato a porte chiuse nell’aula bunker del capoluogo lombardo.

Il procedimento, nato da un’inchiesta dei carabinieri del Nucleo investigativo, coinvolge 146 imputati accusati di aver fatto parte di un presunto sistema mafioso lombardo, un’alleanza tra esponenti di Cosa Nostra, ’ndrangheta e camorra per la gestione di affari e investimenti nel Nord Italia.

I principali imputati del maxi processo Hydra

Dei 146 imputati complessivi, 77 hanno scelto il rito abbreviato, 59 sono a giudizio con rito ordinario e altri puntano al patteggiamento. Tra i nomi più noti figurano Giuseppe Fidanzati, figlio dello storico boss di Cosa Nostra Gaetano Fidanzati, e Bernardo, Domenico e Michele Pace, legati al mandamento trapanese guidato da Paolo Aurelio Errante Parrino, parente di Matteo Messina Denaro. Quest’ultimo è imputato nel filone dell’udienza preliminare.

La requisitoria prosegue oggi e si conclude con le richieste di condanna nella prossima udienza, prevista tra due giorni. Le difese prenderanno la parola il 17 e il 28 novembre, quando riprenderà anche il procedimento parallelo dell’udienza preliminare davanti al gup Emanuele Mancini.

Nei mesi scorsi, il procuratore Marcello Viola e la pm Alessandra Cerreti erano stati posti sotto scorta rafforzata dopo aver ricevuto minacce legate a queste indagini. L’inchiesta “Hydra” era passata anche attraverso un acceso confronto giudiziario, con il gip che aveva inizialmente respinto gran parte delle misure cautelari, poi confermate dal Riesame e dalla Cassazione.

Il ruolo del nuovo pentito William Alfonso Cerbo, detto “Scarface”

Nel frattempo, il gup ha accolto la richiesta della Dda di acquisire nel processo i sei interrogatori di William Alfonso Cerbo, detto “Scarface”, nuovo collaboratore di giustizia del maxi procedimento. Nei verbali resi tra settembre e ottobre, Cerbo ha confermato l’impianto accusatorio, descrivendo il suo ruolo di “collettore economico a Milano del clan Mazzei di Catania”.

Le sue dichiarazioni, per ora coperte in parte da omissis, ricostruiscono un fitto intreccio di affari illeciti per decine di milioni di euro, dai traffici di droga all’usura, dal recupero crediti alle estorsioni, fino a investimenti in aziende, cliniche private e nel settore delle costruzioni. Cerbo ha anche riferito di contrasti interni tra clan, di omicidi e casi di “lupara bianca”, come quello del boss catanese Gaetano Cantarella, oltre a parlare di presunte talpe nelle forze dell’ordine.

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO

 

Tags:
calabriahydramafiamilano