Milano-Cortina 2026, la Procura chiede l’archiviazione sul caso delle assunzioni “vip”: "Nepotismo malsano, ma non reato"

"Le segnalazioni “caldamente” inoltrate: è "nepotismo malsano", ma non reato. Gli atti inviati alla Corte dei Conti per eventuali danni erariali. Tra i contratti esaminati, parenti di Draghi e La Russa

di Giorgio d'Enrico
Fondazione Milano Cortina
Milano

Milano-Cortina 2026, la Procura chiede l’archiviazione sul caso delle assunzioni “vip”

La Procura di Milano ha chiesto al gip l’archiviazione dell’indagine sulle assunzioni effettuate dalla Fondazione Milano-Cortina 2026, finite al centro di polemiche per il coinvolgimento di persone legate al mondo della politica. Tra i 35 contratti esaminati dalla Guardia di Finanza figurano anche la nipote dell’ex presidente del Consiglio Mario Draghi e il figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa. Il fascicolo, aperto per ipotesi di abuso d’ufficio e turbativa d’asta a carico di ignoti, è stato trasmesso anche alla Corte dei Conti per la valutazione di eventuali danni erariali.

Nella richiesta di archiviazione, i pm riconoscono una “carente applicazione dei principi di trasparenza, pubblicità e imparzialità” nelle procedure di reclutamento del personale della Fondazione. Secondo un’annotazione del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, tale impostazione avrebbe alimentato, sin dai primi mesi di attività, dubbi su possibili fenomeni di favoritismo, nepotismo o clientelismo. La Fondazione, viene evidenziato, pubblicava sul proprio sito le figure ricercate, ma senza rendere consultabili gli esiti delle selezioni né chiarire i criteri oggettivi alla base delle scelte, lasciando le procedure “allo stato riservate”.

Le segnalazioni “caldamente” inoltrate: è "nepotismo malsano", ma non reato

Gli investigatori hanno riscontrato criticità in oltre trenta contratti, anche in relazione a segnalazioni “caldamente” o “fortemente” inoltrate tramite esponenti pubblici, come ricordato dallo stesso ex amministratore delegato della Fondazione, Vincenzo Novari. Nonostante ciò, secondo la Procura diretta da Marcello Viola, tali condotte non integrano fattispecie penalmente rilevanti.

La richiesta di archiviazione si fonda su due elementi principali. Da un lato, l’abuso d’ufficio non è più previsto come reato dall’ordinamento. Dall’altro, l’ipotesi di turbativa d’asta non è applicabile, poiché riguarda esclusivamente gare pubbliche per l’acquisizione di beni e servizi e non le procedure di assunzione del personale. Per questi motivi, pur riconoscendo un quadro definito dagli stessi inquirenti come di “nepotismo malsano”, la Procura ha chiesto al gip Patrizia Nobile di archiviare il procedimento penale.

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