Milano Green Week, verso il Piano del Verde e del Paesaggio

L'assessora Grandi: “Strumento che ci consentirà di pianificare le strategie future in termini di verde, paesaggio e spazi aperti, connettendo i parchi cittadini con i parchi della cintura e creando una vera e propria infrastruttura verde”

di Giorgio d'Enrico
Milano

Milano Green Week, verso il Piano del Verde e del Paesaggio

Una città più verde e più resiliente, in grado di adattarsi alle pressioni ambientali dovute ai cambiamenti climatici, che tuteli la biodiversità e che riconosca il verde, insieme al sistema delle acque e delle connessioni ciclabili, pedonali ed ecologiche, come elementi chiave dell’infrastruttura urbana, al pari dei trasporti o dei servizi pubblici, che sappia incidere sulla qualità della vita, sulla salute delle persone e sull’identità stessa della città.   Una città più verde, quindi, come servizio a cittadine e cittadini poiché dalla qualità del verde e dell’ambiente dipende il benessere delle persone che la abitano.

Seguendo questi macro-obiettivi strategici, l’Assessorato all’Ambiente e Verde, con il supporto tecnico dell’Agenzia Mobilità Ambiente Territorio - AMAT, ha avviato nei mesi scorsi il percorso per la redazione del ‘Piano del Verde e del Paesaggio’, uno strumento strategico che consentirà una pianificazione a lungo termine per tutelare e valorizzare le aree verdi e il paesaggio urbano e che sarà complementare e di supporto al prossimo Pgt, al Piano Aria e Clima e ai regolamenti cittadini. 

Grandi: "Valorizzare il verde significa concentrarsi sul paesaggio urbano nella sua complessità"

Il Piano è stato al centro dell’incontro ‘Verso il Piano del Verde e del Paesaggio’ che questa mattina, all’Acquario Civico, ha aperto la Milano Green Week alla presenza dell’assessora all’Ambiente e Verde Elena Grandi.
 
“Valorizzare il verde della città significa non solo occuparsi della manutenzione e cura dei parchi, degli alberi e dei giardini, ma concentrarsi sull’intero paesaggio urbano nella sua complessità, che comprende gli spazi aperti, le connessioni verdi ed ecologiche, pedonali e ciclabili e il nostro prezioso sistema delle acque. Il ‘Piano del Verde e del Paesaggio’, lo ricordiamo, non è un documento obbligatorio, benché la Commissione Europea ne abbia indicato la necessità, ma un provvedimento che i Comuni adottano in modo volontario, ognuno adattandosi alle necessità del territorio – ha spiegato l’assessora Grandi –. Lo strumento che stiamo costruendo integrerà tutela, valorizzazione e innovazione, così da guidare in maniera coerente le diverse politiche urbane, che non si limiteranno a conservare ciò che già esiste, ma che valorizzeranno e trasformeranno le aree verdi e gli spazi aperti in funzione dei bisogni della comunità anche in relazione agli effetti dei cambiamenti climatici”.
 

Il ‘Piano del Verde e del Paesaggio’

Le città, ognuna con le proprie caratteristiche e peculiarità, sono un sistema complesso, in cui componenti ambientali, sociali e infrastrutturali interagiscono e si influenzano costantemente. Per impostare una strategia efficace che si traduca in politiche concrete di tutela e valorizzazione del verde, sono stati quindi identificati diversi ‘sistemi di paesaggio urbano’ presenti nella nostra città, evidenziando le specificità dei diversi sistemi che la caratterizzano e considerando allo stesso tempo le loro interconnessioni, per costruire una visione integrata del verde e degli spazi. Leggere le differenze tra i diversi sistemi di paesaggio che connotano la città e, insieme, le loro relazioni, significa riconoscere le specificità del nostro territorio, così da proporre strategie e azioni più mirate di tutela e valorizzazione.

I quattro grandi sistemi dei paesaggi milanesi

I paesaggi di Milano si distinguono in quattro grandi sistemi. Il 'paesaggio della città consolidata', formato dal verde all’interno della città urbanizzata, quindi i grandi e piccoli parchi e le aree verdi, il verde dei giardini privati, i filari alberati. Il 'paesaggio agricolo e perirubano', costituito dalle aree agricole e dai parchi ai margini della città di grande valore naturalistico come il Parco Nord Milano, il Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) Media Valle del Lambro, il Parco Agricolo Sud Milano, Boscoincittà, il Parco di Trenno e il Parco delle Cave. Il 'paesaggio delle acque', che si sviluppa lungo i fiumi Seveso, Lambro e Olona, ma anche lungo canali, rogge e il sistema storico dei Navigli. Il verde che accompagna il reticolo idrico, se opportunamente valorizzato, può svolgere un duplice ruolo: rafforzare le funzioni ambientali ed ecologiche, e diventare una risorsa culturale e identitaria, capace di riportare i cittadini a riscoprire e conoscere il sistema delle acque, che da sempre costituisce parte essenziale della storia e del paesaggio di Milano. Il 'paesaggio delle infrastrutture', ovvero gli spazi verdi e i filari alberati che accompagnano viali, ferrovie, filovie e tranvie, spazi spesso percepiti come marginali o di scarso valore, ma che possono invece rivelarsi una risorsa preziosa per recuperare aree da destinare a nuovo verde e per ricostruire e rafforzare le connessioni ecologiche, trasformandosi in corridoi verdi capaci di penetrare nella città e collegarla con il territorio circostante.
 
Partendo dai diversi sistemi di paesaggio, le azioni integrate a cui si sta lavorando nell’ambito del Piano del Verde e del Paesaggio seguiranno alcune direttrici strategiche. Aumento dei servizi ecosistemici, ovvero tutti quei benefici - anche sociali - che il verde porta alla città e ai cittadini attraverso la tutela della biodiversità e delle connessioni ecologiche (ad esempio tramite sfalci ridotti e tardivi o creando connessioni ecologiche e micro-habitat urbani).

Incremento del contributo del verde all’adattamento climatico, riducendo le isole di calore e favorendo la gestione delle acque, ma anche alla mitigazione dei cambiamenti climatici, grazie alla capacità di assorbire CO₂ e altri inquinanti atmosferici, migliorando così la qualità dell’aria, con benefici sia locali che globali. Ciò potrà avvenire, per esempio, con una selezione delle specie vegetali più adatte al contesto urbano, oltre che incrementando le aree de-impermeabilizzate e depavimentate, o ancora progettando il nuovo verde seguendo anche i ‘bisogni climatici’ della città, basati sulla mappatura del rischio caldo.

Creare una ‘cintura verde’ periurbana continua, integrando i diversi sistemi di paesaggio, costruendo connessioni e valorizzando quelle già esistenti tra le tante aree verdi della nostra città: dai giardini del centro della ‘città consolidata’ ai parchi che circondano la città che definiscono il suo essere ‘città agricola’, utilizzando il sistema delle acque, i rilevati ferroviari, i percorsi ciclopedonali, i viali alberati.
 
“Costruire il nostro Piano del Verde e del Paesaggio seguendo queste direttrici ci consentirà di adottare uno sguardo che va anche oltre i confini amministrativi, riconoscendo le relazioni con il territorio metropolitano e quindi l’importanza di un dialogo e una collaborazione con enti e altre amministrazioni locali. Una sfida che non riguarda soltanto la dimensione ecologica, ma anche quella sociale e paesaggistica – ha concluso l’assessora Grandi.

Il dialogo con i rappresentanti delle altre città italiane

Oltre a presentare gli obiettivi e il metodo di lavoro, la mattinata è stata una preziosa occasione per dialogare con i rappresentanti di altre città italiane (Brescia, Torino, Firenze e Trento) e con esperti e stakeholder del territorio per valorizzare esperienze e competenze e per costruire così un piano condiviso, capace di rispondere alle esigenze della città e migliorare la qualità dell’ambiente e della vita delle persone.  Il confronto è infatti proseguito anche nel pomeriggio con diversi tavoli di lavoro a cui hanno partecipato enti pubblici, istituzioni, università, associazioni, ordini professionali e altri stakeholder strategici per definire insieme al tavolo di lavoro comunale le azioni da inserire nel Piano del Verde e del Paesaggio del Comune di Milano. I tavoli di lavoro proseguiranno anche nei prossimi mesi, così da arrivare, infine, all’approvazione da parte del Consiglio comunale nel 2026 con un documento partecipato e corale.

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