Milano, in 5mila al nuovo corteo pro Gaza tra cori e cartelli contro Meloni . Occupato il liceo Berchet
Oltre cinquemila in piazza per la Palestina e la Freedom Flotilla. Nel mirino del corteo il governo e la premier raffigurata in un cartello come un gerarca fascista. Traffico bloccato in via Molise, automobilisti solidali
Manifestazione Pro Gaza a Milano
Oltre cinquemila persone hanno partecipato ieri sera a Milano al corteo per Gaza e la Freedom Flotilla. La manifestazione, partita da piazzale Lodi e conclusa in piazza Leonardo da Vinci, ha visto cori contro il governo, cartelli raffiguranti Giorgia Meloni in divisa da gerarca fascista e scritte sull’asfalto che equiparavano la stella di David a una svastica. Al corteo anche Paolo Romano
Milano, in 5mila al nuovo corteo pro Gaza tra cori e cartelli contro Meloni
Si è concluso in piazza Leonardo da Vinci, nel quartiere Città Studi, il corteo milanese organizzato nella serata di mercoledì 8 ottobre in solidarietà con Gaza e la Freedom Flotilla. Alla manifestazione, che ha preso il via intorno alle 18.30 da piazzale Lodi e ha attraversato il quartiere Corvetto, hanno partecipato circa cinquemila persone. Durante il percorso, i manifestanti hanno intonato slogan come “Palestina libera dal fiume fino al mare” e “Il 7 ottobre non è una ricorrenza, ora e sempre resistenza”. Numerosi anche gli striscioni e i cori contro il governo italiano, con la richiesta di “dimissioni” rivolta direttamente alla premier Giorgia Meloni.
Il corteo milanese, tra cartelli contro Meloni e accuse di complicità
Tra le prime file del corteo è apparso un cartello con una foto di Giorgia Meloni vestita da gerarca fascista, immagine già vista nei giorni scorsi in un corteo a Firenze. Altri manifesti accusavano la premier di essere “corresponsabile” della situazione a Gaza, mentre un cartello recitava: “Cara Giorgia, anche tua figlia pagherà le tue scelte”. Alcuni cartelli denunciavano “la criminale aggressione alla Flotilla” e invocavano “Stop al genocidio dei palestinesi”, “Gaza ai gazawi” e “Fermare la deportazione dei gazawi”.
Traffico temporaneamente bloccato in viale Molise, automobilisti solidali
Durante il passaggio in viale Molise, alla periferia sud della città, il corteo ha temporaneamente bloccato il traffico automobilistico. Alcuni automobilisti hanno suonato il clacson in segno di solidarietà e sono stati applauditi dai manifestanti. Sul manto stradale sono apparse diverse scritte realizzate con vernice spray, tra cui una stella di David accompagnata dal segno “= una svastica”. Un gesto che ha suscitato polemiche, anche se nel corso della serata non si sono registrati scontri né incidenti gravi.
Anche Paolo Romano in corteo: "Liberare gli attivisti nuovamente fermati illegalmente"
Alla manifestazione ha partecipato anche Paolo Romano, il consigliere regionale Pd imbarcato sulla Global Sumud Flotilla: "Chiediamo la liberazione degli attivisti che questa notte sono stati nuovamente fermati illegalmente, come è successo a noi, contro il diritto internazionale, sempre in acque internazionali. Non devono subire i trattamenti disumani che abbiamo subito noi", ha detto. E sulla sua esperienza: £Stiamo raccogliendo tutto quello che ci è accaduto, dai pestaggi alla privazione d'acqua e del sonno, alle umiliazioni, agli insulti, fino ai cani aizzati per spaventarci. Denunceremo tutto. Le vessazioni che abbiamo subito sono un milionesimo rispetto a quello che subiscono tutti i giorni i palestinesi, che pagherebbero per avere un tetto sopra la testa come lo avevamo noi in carcere, anche se eravamo venti in una stanza da otto. Pagherebbero per avere del cibo e dell'acqua, anche non potabile, come quella dei bagni che eravamo costretti a bere. Pagherebbero per ricevere da Israele solo le violenze che abbiamo subito noi".
Gaza, occupato il liceo Berchet
La mobilitazione in città prosegue oggi: gli studenti del liceo classico Berchet hanno infatti occupato la scuola: "Di fronte all’eclatante abbordaggio illegale della Global Sumud Flotilla da parte delle forze israeliane, di fronte all’inerzia complice del nostro governo, abbiamo deciso di prendere una posizione ancora più forte in maniera collettiva, accogliendo l’appello dei portuali di Genova: bloccare il luogo che viviamo più di tutti gli altri, il luogo in cui passiamo sei giorni della settimana su sette; il luogo che ha il compito di formarci come cittadini, di farci sviluppare un pensiero critico a tutto campo per affrontare la complessità del mondo che ci circonda”.