Milano, i pm chiedono il rinvio a giudizio di La Russa jr e dell'amico deejay per revenge porn
Dopo la richiesta di archiviazione per l'accusa di violenza sessuale, chiesto il rinvio a giudizio per Leonardo Apache La Russa e l'amico Gilardoni per l'accusa di aver diffuso video intimi
Milano, i pm chiedono il rinvio a giudizio di La Russa jr per revenge porn
La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, e per l’amico dj Tommaso Gilardoni, entrambi accusati di revenge porn, ovvero di diffusione illecita di immagini e video a contenuto sessualmente esplicito, in due distinti episodi. A firmare la richiesta sono le aggiunte Letizia Mannella e la pm Rosaria Stagnaro, nell’ambito dell’inchiesta avviata dopo la denuncia presentata nel 2023 da una giovane di 22 anni, che parlava inizialmente anche di violenza sessuale.
Su quel filone principale – la presunta violenza avvenuta la notte tra il 18 e il 19 maggio 2023 – i pm avevano già chiesto l’archiviazione lo scorso aprile, ritenendo che dai video esaminati “non emerga la prova” che i due ragazzi abbiano approfittato della condizione psicofisica della giovane per ottenerne il consenso. Una decisione a cui la ragazza si è opposta, chiedendo al gip di non archiviare. L’udienza sull’opposizione è fissata per il 25 settembre davanti al gip Rossana Mongiardo, che dovrà decidere se archiviare definitivamente, ordinare nuove indagini o disporre l’imputazione coatta.
Nel frattempo, si avvicina un altro snodo giudiziario. Sulla richiesta di rinvio a giudizio per l’accusa di revenge porn dovrà esprimersi la gup di Milano Lidia Castellucci. Secondo gli inquirenti, il 19 maggio 2023 Leonardo Apache La Russa avrebbe realizzato un video a contenuto sessuale, riprendendo la ragazza senza il suo consenso, e lo avrebbe poi inviato via WhatsApp a Gilardoni, che si trovava ospite a casa sua.
Il secondo video diffuso senza autorizzazione della ragazza
A Gilardoni viene contestato un secondo episodio, avvenuto nell’agosto successivo: avrebbe inoltrato a un altro amico – un organizzatore della festa “Eclipse” al club milanese Apophis – un altro video della stessa notte, girato nel bagno dell’abitazione dei La Russa e anch’esso diffuso senza autorizzazione da parte della ragazza.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Milano, avevano ricostruito nel dettaglio la notte iniziata in una discoteca della movida e finita nella casa della seconda carica dello Stato. Secondo la Procura, la giovane – affetta da fragilità e in cura per depressione – aveva assunto alcol, droghe e psicofarmaci e si era risvegliata in stato confusionale nel letto di La Russa jr, convinta di aver subito abusi. Per i magistrati, però, nonostante “l’estrema volgarità e superficialità” con cui sarebbe stata trattata, non ci sarebbero elementi sufficienti per sostenere l’accusa di violenza. Per il suo legale, Stefano Benvenuto, la ragazza si trovava invece in uno stato di alterazione “tale da inficiarne alla radice le possibilità di una valida autodeterminazione”.
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