Milano Pride, non ci saranno delegati di Regione Lombardia: "No a strumentalizzazioni ideologiche"
Bocciata dall'aula la richiesta di un rappresentante dell'istituzione alla parata di sabato 28 giugno
Milano Pride, non ci saranno delegati di Regione Lombardia: "No a strumentalizzazioni ideologiche"
Era accaduto una sola volta, nel 2022, che il Consiglio regionale della Lombardia designasse un proprio rappresentante ufficiale per il Pride di Milano. Ma quell’eccezione sembra destinata a restare tale. L’aula ha infatti bocciato la mozione presentata dal M5S che chiedeva di designare un consigliere per rappresentare l’istituzione alla parata in programma sabato 28 giugno. Una decisione che segue il diniego del patrocinio da parte dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
Il testo proposto, firmato da Paola Pizzighini, chiedeva anche di illuminare Palazzo Pirelli con i colori dell’arcobaleno nella notte tra il 27 e il 28 giugno e di attivare percorsi di formazione e sensibilizzazione sui diritti LGBTQIA+.
L'assessore Lucchini: "Evitare l'ideologizzazione"
"Per la sua connotazione politica marcata questa manifestazione non può essere assurta a evento istituzionale – ha dichiarato l’assessora alla Famiglia, Elena Lucchini –. Regione Lombardia deve mantenere un ruolo super partes. La dignità della persona è un valore assoluto e ogni discriminazione va condannata, ma dobbiamo evitare di ideologizzare l’azione amministrativa".
Una posizione definita "miope" da Pizzighini, che ha ricordato come nel 2022, proprio il Consiglio regionale avesse autorizzato la partecipazione al Pride del pentastellato Dario Violi. "Non comprendo perché oggi quella stessa richiesta non possa essere accolta", ha aggiunto, annunciando comunque la partecipazione del M5S all’evento, già patrocinato dal Comune di Milano.
Garavaglia (FdI): "No a strumentalizzazioni politiche"
Contrario il capogruppo di Fratelli d’Italia, Christian Garavaglia: "Ogni anno le minoranze tornano a chiedere che il Consiglio partecipi ufficialmente al Pride. Lo ribadiamo con chiarezza: Fratelli d’Italia è contrario. Non per mancanza di rispetto verso le persone, ma per coerenza istituzionale. Non ci prestiamo a una strumentalizzazione politica. Le manifestazioni come il Pride sono diventate, troppo spesso, occasioni di attacchi ideologici e slogan divisivi".
Opposta la posizione dei consiglieri regionali del PD, Paola Bocci e Paolo Romano, firmatari insieme al M5S della mozione bocciata. "Ha ancora senso il Pride in un Paese dove i diritti sono formalmente riconosciuti? Per noi sì, finché sentiremo parlare di 'carnevalate', finché ci saranno persone aggredite, uccise, discriminate per il loro orientamento", hanno dichiarato.
"Non è una manifestazione esclusiva della comunità Lgbtqia+ – ha aggiunto Bocci –. Ci sono famiglie, ci sono cittadini solidali. Noi ci saremo, anche per chi non potrà mai sfilare, in Paesi dove non esiste il diritto di manifestare, come l’Ungheria, dove il Pride è stato vietato. L’omotransfobia è ancora diffusa, anche in Lombardia. È da qui che bisogna partire, dal rispetto e dal pieno riconoscimento dei diritti di tutte le persone, chiunque siano, chiunque amino".