Milano: arrestata Katia "la Nera", regina della piazza dello spaccio in Barona
Diciannove indagati a Milano per lo spaccio nella piazza della "nuova Barona". L'organizzazione guidata da una donna affiliata ai Calaiò, spacciatori travestiti da rider
Milano, arrestata la regina della piazza dello spaccio in Barona
Una piazza di spaccio diretta da una donna nell'hinterland milanese e' al centro di una operazione dei Ros, insieme al Reparto di Polizia Penitenziaria della Casa di Reclusione di Milano Opera e al Nucleo investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria con la collaborazione del personale del Comando Provinciale Carabinieri Milano e del commissariato di Milano Ticinese. L'inchiesta ha portato a una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 19 indagati emessa dal gip di Milano su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia meneghina.
L'operazione antidroga nasce da una indagine svolta dalla Polizia Penitenziaria nel carcere di Opera. La piazza di spaccio individuata e' legata all'organizzazione criminale della 'famiglia' Calaio' e aveva base operativa all'interno del quartiere Barona, ma si era espansa anche al di fuori del territorio milanese. La donna tra le figure di vertice del gruppo non era stata interessata da provvedimenti restrittivi nelle indagini che avevano portato ad aprile 2023 e febbraio 2024 a diversi arresti nel clan, ma una attivita' tecnica di intercettazione ambientale in carcere ha permesso di acquisire elementi che, oltre a confermare la sua affiliazione ai Calaio', hanno mostrato che era a capo della piazza di spaccio che gestiva per conto loro.
Katia "la Nera" e gli spacciatori travestiti da rider
Il nome della donna arrestata è Katia Adragna, detta "la Nera", 46 anni. E avrebbe creato e diretto una "specifica 'cellula'" dell'organizzazione "malavitosa" chiamata "la Nuova Barona" per continuare "a distribuire cocaina" in "supplenza degli arrestati", ovvero altri arrestati del clan Calaiò. E l'avrebbe fatto coordinando "spacciatori" che nelle conversazioni intercettate erano chiamati "glovo", perché per "le operazioni di capillare cessione di cocaina" si "camuffavano" da rider. Lo si legge, riferisce Ansa, nell'ordinanza firmata dalla gip di Milano Mariolina Panasiti su richiesta dei pm della Dda Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco.
Dalle intercettazioni risulta che "la Nera" era contraria ad "agevolazioni sul prezzo della droga" per i clienti, perché "doveva ottenere i guadagni necessari al sostentamento della propria famiglia". E diceva: "Io ci mangio di questo! E' per portare da mangiare alla mia famiglia!". Aveva "l'incarico di incassare i proventi illeciti per conto di Luca Calajò", nipote di "Nazza". Le basi logistiche, in cui si rifornivano gli spacciatori, erano in due appartamenti in via De Pretis e in via Lope de Vega. Lei riceveva "direttamente da Luca Calajò" direttive per "la gestione dei contatti con i clienti". E si avvaleva per organizzare la "cellula" di "vecchi" e "nuovi" affiliati.
Droga, tra i clienti di Katia "la Nera" anche avvocati e politici
Tra i contatti di Katia "la Nera" anche "clienti 'importanti', che indicava essere avvocati, giudici, politici". Lo si legge nell'ordinanza di custodia cautelare. In particolare, risulta che il fratello della 46enne, intercettato mentre parlava nella sua auto con la fidanzata, spiegava che la sorella "aveva eliminato, nell'ottobre 2024, dopo la spedizione dell'avviso di conclusione indagini nei confronti di alcuni personaggi a lei vicini" tutti "i contatti presenti nella rubrica del suo telefono, ad eccezione dei contatti dei clienti 'importanti'", in quanto "avrebbero potuto tornare utili". Intercettato il fratello della 46enne diceva: "... ma perché sopra c'ha gli avvocati, politici quindi c'ha tutte persone che a noi ci possono servire".
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