Milano, tentazione primarie a centrodestra. De Chirico (FI): "Riportare gli elettori alle urne. I nomi? Magari io stesso..."

Il consigliere comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico sostiene l'opportunità di primarie per individuare il candidato sindaco del centrodestra: "C'è un gap elevato da recuperare". L'intervista

di Andrea Parrino
Alessandro De Chirico
Milano

Milano, tentazione primarie a centrodestra. De Chirico (FI): "Riportare gli elettori alle urne. I nomi? Magari io stesso..."

Primarie anche per il centrodestra milanese? Si dice che tre indizi facciano una prova. E allora ecco che già mesi fa il capogruppo di Fratelli d'Italia Riccardo Truppo aveva aperto alla possibilità di far scegliere direttamente agli elettori il candidato sindaco. Poi, a inizio settembre, il concetto è stato ribadito anche dal leghista Alessandro Verri. E Forza Italia? Per gli azzurri è il consigliere comunale Alessandro De Chirico a sostenere ora con Affaritaliani.it Milano l'opportunità di perseguire tale strada: "C'è un gap elevato da recuperare e dobbiamo riportare l'elettorato di centrodestra al voto". Ma De Chirico si spinge anche oltre con quella che potrebbe essere una provocazione, o forse no: "Nomi? Magari io stesso..." L'INTERVISTA 


De Chirico, perché lei pensa che le primarie possano essere lo strumento giusto per il centrodestra a Milano?
Credo che per riconquistare una città governata da 14 anni dal centrosinistra occorra iniziare un lavoro di confronto e di proposte molto prima, non negli ultimi mesi come è capitato nelle ultime elezioni. Il gap da recuperare è molto elevato, bisogna riconquistare una parte di elettorato che non va a votare o che è più restio a farlo, a centrodestra. Dobbiamo cercare di riportarlo al voto. Una campagna elettorale passata a dire “ci vuole più sicurezza e meno piste ciclabili non funziona", come è già stato dimostrato.

Che tipo di profilo immagina per queste primarie? C’è già un nome papabile?
Io non faccio nomi, non voglio bruciare nessuno. Chi vuole potrà candidarsi. Magari io stesso, nel momento in cui ci saranno le primarie, mi candiderò e spiegherò cosa andrebbe cambiato.

Quindi lei si vedrebbe bene come candidato?
Non escludo di candidarmi in prima persona. È una provocazione, ma perché mettere dei paletti? Io sono un consigliere comunale, perché non potrei? Ogni candidato raccoglierà le proprie firme e le proprie proposte e poi si presenterà, dichiarando la sua idea di città. Io vado avanti, con un’idea di politica di territorio e non di scrivania. Quindi, se ci fossero le condizioni per una candidatura, perché dire di no?

Per queste primarie, pensa ad un voto fisico o digitale?
Bisogna associare le cose. Siamo nel ventunesimo secolo, bisogna mettere la maggior parte dei cittadini nella condizione di poter votare. Penso quindi ad una modalità ibrida. Tutto ciò che fa democrazia penso che sia un valore aggiunto.

Parliamo della separazione delle carriere: ieri il Senato ha approvato questa legge, ma secondo lei perché questa riforma è fondamentale per il Paese? E quali sono le sue aspettative per il referendum?
Io spero che il referendum non venga politicizzato come spesso accade in questi anni. Questa riforma è una delle battaglie storiche di Forza Italia, dai tempi di Silvio Berlusconi. Tutti i cittadini sono coinvolti dalla mala giustizia e da processi interminabili, e con costi spropositati per chi è indagato. Quindi, ben venga la riforma: pubblico ministero e magistrati dovrebbero avere dei percorsi separati. Chi sbaglia deve pagare, e a farlo non deve essere solo il reo, ma anche il giudice che sbaglia, e che magari ha fatto incarcerare un innocente. È quindi un modo per riportare più giustizia.

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