Il nuovo San Siro tra vincoli, traffico e verde: tutti i (veri) nodi della Conferenza dei Servizi. SCARICA
Dal possibile vincolo monumentale al cantiere impattante, passando per le carenze progettuali e ambientali: un’analisi ragionata dei principali rilievi al progetto di Milan e Inter per la rifunzionalizzazione dell’area Meazza
Stadio San Siro a Milano
Il nuovo San Siro tra vincoli, traffico e verde: tutti i (veri) nodi della Conferenza dei Servizi
Il 10 novembre 2025 sarà una data spartiacque per il destino dello stadio Meazza. È questa la soglia temporale indicata dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano, oltre la quale potrebbe scattare un vincolo monumentale sul secondo anello dell’impianto. La Soprintendente Emanuela Carpani ha spiegato che quella data è frutto di un’analisi dettagliata che ha considerato la chiusura lavori, i collaudi e l’inizio dell’attività sportiva del Meazza: “le analisi effettuate […] hanno portato a considerare quale data il 10 novembre 1955”. Il termine è contenuto nei verbali della conferenza dei servizi dedicata al progetto che il Comune di Milano ha pubblicato ieri. SCARICA QUI IL DOCUMENTO INTEGRALE.
Il vincolo dei 70 anni e la posizione della Soprintendenza
Dalla lettura delle 94 pagine del documento, emerge che la stessa Soprintendenza ha formulato una serie di indicazioni progettuali: tra queste, la richiesta di “evitare volumi edilizi che possano compromettere la visuale pubblica”, in particolare nello spazio antistante le scuderie De Montel, recentemente restaurate. Viene inoltre suggerito di “richiamare la memoria dei torrioni degli anni ’90 […] utilizzando giochi di luce e proiezioni durante eventi speciali”. Infine, si ribadisce che “la verifica dell’interesse culturale è ancora in corso”, e che solo alcune parti della struttura sono ritenute meritevoli di tutela.
Il grande assente: uno studio del traffico dettagliato
Ma diverse altre sono le annotazioni contenute nel verbale. Uno dei rilievi più rilevanti arriva da Regione Lombardia, che ha riscontrato l’assenza di uno studio approfondito del traffico nel Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DOCFAP). Secondo il verbale, “mancano alcuni elementi importanti, in particolare uno studio approfondito del traffico”, ritenuto essenziale per “dimensionare correttamente i parcheggi” e “verificare l’efficacia delle soluzioni proposte”. Anche la Direzione Mobilità del Comune di Milano ha avanzato osservazioni simili, sottolineando che “una valutazione precisa e basata su dati oggettivi sia fondamentale per giustificare le scelte progettuali”, e chiedendo che venga “inserito anche lo scenario intermedio rispetto alle fasi di cantiere”. Regione Lombardia ha chiesto che lo studio venga presentato prima della chiusura della Conferenza dei Servizi, fissata al 20 maggio, e si è detta disponibile a un confronto tecnico con i proponenti.
Verde urbano: numeri buoni, ma manca un vero parco
Il progetto promette il 52% di superficie verde sull’intera area, in linea con la delibera comunale n. 28/2023. Tuttavia, per la Direzione Verde e Ambiente, questo dato non è sufficiente. Nel verbale si legge che “pur non includendo la creazione di un parco, [il progetto] realizza un’area polifunzionale con inserti di verde naturale”, ma viene chiesto di “migliorare la presenza di verde profondo” e di prevedere “connessioni con i parchi cittadini ad ovest mediante la realizzazione di un corridoio ecologico”. Un ulteriore elemento critico riguarda l’uso della falda acquifera a fini energetici. Gli uffici comunali segnalano la presenza di “contaminazioni da triclorometano”, che impone cautele specifiche. Anche la gestione dell’impatto ambientale del cantiere è ancora troppo generica. Si chiede di “quantificare le emissioni acustiche, le polveri, i volumi di demolizione e il cronoprogramma degli interventi”, in un’ottica di monitoraggio continuo per gli otto anni stimati di lavori.
Cantiere, tempi e sovrapposizioni: una fase ad alto impatto
La fase di cantierizzazione è uno degli aspetti meno definiti del progetto. Il Municipio 7 e la Direzione
Rigenerazione Urbana hanno chiesto “un ulteriore approfondimento su aspetti del progetto rilevanti per la comunità locale”, tra cui la valutazione del sottopasso Patroclo, l’analisi acustica dell’impatto del nuovo stadio e la destinazione degli oneri di urbanizzazione. La richiesta più esplicita riguarda la necessità di “evitare la demolizione del Meazza prima della conclusione del nuovo impianto”, suggerendo di “sovrapporre alcune fasi attuative per evitare ritardi”. Il verbale evidenzia anche che “manca una quantificazione dei costi di realizzazione” e un “raffronto degli oneri generati e delle opere da eseguire”. Senza questi dati, secondo gli uffici tecnici comunali, non è possibile valutare appieno la sostenibilità dell’intervento.
Reti e sottoservizi: il progetto ignora alcune esigenze tecniche
Il tema delle infrastrutture è emerso con forza durante la seduta. UNARETI ha ribadito che “è necessaria una nuova cabina primaria di circa 3.000 mq, necessaria per supportare i consumi energetici previsti”, e ha lamentato che “nella documentazione presentata non erano state considerate le potenzialità relative all’infrastruttura di distribuzione”. A2A Calore e Servizi ha evidenziato che l’area di progetto è attraversata da una rete di teleriscaldamento strategica per la città e che “gli spostamenti dovranno garantire la continuità del servizio” e avvenire esclusivamente nel periodo tra maggio e settembre. Le indicazioni tecniche includono anche distanze minime da rispettare, modalità di scavo e materiali da utilizzare per il rinterro.
Funzioni commerciali, sociale e accessibilità: molte domande, poche risposte
Rimangono incerte anche alcune funzioni collaterali del progetto. Regione Lombardia ha chiesto di “verificare se lo store dedicato rientra nella categoria di grande struttura di vendita”, ipotizzando che, in caso di superficie superiore ai 10.000 mq, possa essere necessario un accordo di programma regionale. La Direzione Giovani e Sport ha sottolineato che “alcuni dettagli sulla sostenibilità sociale e sulle opportunità di lavoro risultano poco approfonditi”. In particolare, viene segnalata la necessità di definire un nuovo schema di convenzioni per garantire l’accessibilità agli eventi da parte delle categorie più fragili, in sostituzione degli impegni attualmente previsti nella concessione del Meazza.
Un progetto ambizioso che ha bisogno di molte revisioni
Il verbale della Conferenza dei Servizi, pubblicato il 20 maggio, conferma che la proposta congiunta di Milan e Inter presenta ancora numerose criticità. Le osservazioni riguardano praticamente ogni ambito: dal vincolo culturale alla viabilità, dalla gestione delle reti al verde, dall’impatto sociale al piano economico. Il progetto ha sicuramente le potenzialità per trasformare l’area di San Siro, ma prima dovrà confrontarsi con un insieme di prescrizioni, condizioni e vincoli che difficilmente potranno essere ignorati. Come si legge nel documento, “tutto quanto appena riportato sarà indicato come prescrizione/condizione da recepirsi nelle successive fasi progettuali”. E la scadenza del 10 novembre si avvicina.