Obiettivi e sogni dei Riformisti. Pastorella: "Richiamo per liberali"

"Azione, che era percepita come romanocentrica per l'impegno di Calenda sulla Capitale, in queste settimane è diventato davvero un partito milanese"

Milano
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Obiettivi e sogni dei Riformisti. Pastorella: "Richiamo per liberali"

"Il nostro obiettivo minimo è il 5 per cento. Calenda è venuto a Milano e ha fatto capire agli elettori che dietro la lista dei Riformisti ci sono partiti e idee importanti". A dirlo ad Affaritaliani.it Milano è Giulia Pastorella, capolista della lista dei Riformisti per Beppe Sala, che racchiude Azione, Italia Viva, gli ex arancioni civici di D'Alfonso e +Europa. Mamma da tre settimane della piccola Arianna, che si è portata dietro in campagna elettorale prima nel pancione e poi, adesso, in carrozzina, Pastorella è una dirigente di Zoom, la piattaforma per le conference call che durante la pandemia abbiamo imparato a conoscere.

Giulia Pastorella, capolista dei Riformisti, qual è l'obiettivo minimo?
L'obiettivo dei Riformisti credo si possa collocare tranquillamente sopra al 5 per cento, come minimo. Vedremo lunedì quanto è stato efficace l'azione per far conoscere un logo sconosciuto dietro al quale però ci sono realtà assai note a livello nazionale, come Azione, il partito di Carlo Calenda. Proprio Carlo è venuto a Milano più volte proprio per creare il link tra la lista dei Riformisti e la forza nazionale che rappresentiamo. 

Esiste una competizione con la lista Sala?
Esiste una competizione per come veniamo percepiti dagli elettori. Oggi l'elettore non ha una percezione precisa delle liste che sostengono Sala. Ma noi ci differenziamo da loro perché è vero che uniamo delle forze civiche, ma abbiamo dei partiti politici alle spalle. Gli elettori riconoscono e apprezzano. Azione, che era percepita come romanocentrica per l'impegno di Calenda sulla Capitale, in queste settimane è diventato davvero un partito milanese. 

Intanto si parla della debolezza di Forza Italia: ne approfitterete?
Non direi che ne approfittiamo. La verità è che sono gli ex forzisti che si avvicinano a noi. Ci ascoltano, e sentono che tocchiamo temi che a loro stanno a cuore: lavoro, attività produttive, commercio. E il tema della sicurezza, che pare essere di "proprietà" del centrodestra ma che invece non è così. Quelli di Forza Italia sono voti che si sono palesati spontaneamente, forse alla ricerca di una nuova casa. Anche ex parlamentari di Forza Italia sono in Azione, oggi. Penso che questo sia positivo, perché i liberali a Milano hanno fatto tanto e quella forza non può andare dispersa. 

Bernardo si propone come moderato, ma Beppe Sala lo dipinge come sovranista. 
Si presenta con un profilo moderato, ma le sue poche dichiarazioni sono state sovraniste. L'elettorato moderato si è spaventato, piuttosto che votare Bernardo, voterà Sala. Ecco perché sala parla di importanza del voto disgiunto. L'opposizione a Sala è stata poco credibile, con toni sbagliati rispetto alla campagna milanese che invece tradizionalmente è molto elegante, moderata, anche nei toni. Come si fa a dare del pistola a un milanese che va a votare Sala? Non si fa.

Come sono i rapporti con il Pd?
Sono ottimi, abbiamo trovato la quadra sui vari municipi. La cosa buona è che siamo complementari, sia sui temi che sull'elettorato, e quindi non ci sentiamo molto in competizione con i Dem. Viceversa possiamo allargare e non cannibalizzarci a vicenda. 

Come ha condotto la sua campagna?
L'ho improntata a dimensione locale e nazionale. Lo slogan è Spirito Milanese, Visione Europea. La visione di Sala della città a 15 minuti può essere realizzata con la vocazione internazionale della città. Queste due dimensioni si declinano sui temi specifici del lavoro, della digitalizzazione, che non è solo il cablaggio ma è sono gli ecosistemi, le università, il sistema dell'informazione. Poi ci sono i servizi alle giovani famiglie, questa è una cosa fondamentale, soprattutto per una neo mamma come me. Lavoro, digitale e famiglie hanno sia una dimensione internazionale, sia l'aspetto locale. La dimensione internazionale riguarda gli esempi che sono in giro per l'Europa, e da cui possiamo prendere spunto, l'aspetto locale invece riguarda il modo con cui rendere i servizi più diffusi sul territorio, in una smart city più agile, dai trasporti, ai luoghi di lavoro, negli orari oltre che nella distribuzione territoriale.
Ultimo punto: il focus internazionale si è anche tradotto nello sforzo di coinvolgere i cittadini europei che votano a Milano. Io stessa sono stata una Expat per tanto tempo, e ho deciso di rivolgermi anche a loro.