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Milano, studenti fuori sede: servono nuove residenze e servizi per i locatari
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Milano, studenti fuori sede: servono nuove residenze e servizi per i locatari

Negli anni Milano ha ottenuto tanti primati. Molti sono positivi ma qualcuno è anche negativo. Uno di quelli che trovo più fastidiosi è quello relativo ai prezzi (folli) dei posti letto per gli studenti fuori sede. Anche se il Covid-19 ha causato una flessione nell’incessante rincaro dei prezzi (-9% nel 2021), si tratta comunque di cifre ancora da capogiro: in media una stanza singola costa 470 euro al mese e un posto in doppia arriva a 285 euro (al netto delle bollette). Prezzi giustificati dal costante aumento di giovani universitari, circa 200 mila persone che ogni anno si riversano a Milano attirata dagli eccellenti atenei.

Per ovviare a questo problema, l’attuale giunta ha provato ad aumentare i posti disponibili con piccoli e grandi progetti di riqualificazione di edifici da adibire a studentati. Interi quartieri cambieranno volto e destinazione per fare spazio agli studenti, come MoLeCoLa in Bovisa e lo scalo di Porta Romana, dove il villaggio olimpico sarà trasformato in appartamenti per universitari. Si tratta di interventi preziosi che saranno anche il perno per la riqualificazione di interi quartieri, creando nuovi spazi fruibili anche dagli attuali residenti.

Anche il mondo delle associazioni non è da meno e ha lanciato iniziative interessati come, per esempio, PRENDI in CASA dell’associazione MeglioMilano, fondata da Camera di Commercio, Unione Confcommercio, Automobile Club di Milano con la collaborazione di tutte le Università meneghine. Si tratta di un meccanismo che unisce due esigenze: da una parte il residente (adulto, pensionato, coppia o famiglia) con uno spazio in più in casa ottiene aiuto e compagnia, dall’altra un giovane studente non residente a Milano trova sistemazione partecipando alle spese di casa con un rimborso di 250-280 euro mensili, collaborando con chi lo ospita nelle questioni quotidiane.

Idee per i prossimi cinque anni

Iniziative come PRENDI in CASA sono preziose ma da sole non bastano per rispondere a una popolazione studentesca che aumenta di migliaia di unità ogni anno. Per questo motivo vorrei che la prossima Giunta avesse un approccio più strutturato al tema, con misure dedicate e di ampio respiro.

Si potrebbero proporre, ad esempio, degli incentivi economici sul modello della CAF francese (ora rinominato APL). Io stessa ne ho beneficiato quando ero studentessa nella carissima Parigi, che nulla ha da invidiare a Milano in quando a numero di studenti e scarsità degli alloggi. Per evitare di distorcere il mercato e introdurre contributi che vadano direttamente nelle tasche dei locatari, credo che una misura di sostegno del genere andrebbe destinata tenendo conto del reddito dei beneficiari e dovrebbe essere limitata nel tempo e magari compensata da una riduzione del canone, qualora il locatario fosse felice degli inquilini trovati.

Un altro modello interessante è quello di Londra, dove le locali università hanno creato lo University of London Housing Service, che non solo facilita la ricerca di posti letto attraverso la messa in comune dei diversi studentati universitari e la creazione di una piattaforma dove i proprietari possono inserire la propria casa, ma offre anche supporto agli studenti nella fase di stipula dei contratti.

Qualunque sia il modello, c’è dubbio che se vogliamo che Milano continui a essere in grado di accogliere gli studenti fuorisede che arriveranno, il Comune dovrà fare la sua parte per assicurare a tutti alloggi dignitosi a prezzi ragionevoli.

Giulia Pastorella ha 35 anni ed è responsabile delle relazioni istituzioni europee per Zoom. Ha vissuto molti anni all’estero studiando a Oxford e LSE. Esperta di innovazione e tecnologia è con Carlo Calenda tra i fondatori di Azione. Alle elezioni amministrative di ottobre 2021 è candidata come capolista della lista I riformisti - Lavoriamo per Milano a sostegno del sindaco uscente Beppe Sala.

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