Qatargate, Kaili e Giorgi in Procura a Milano: hanno accusato di calunnia Panzeri

L'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, e suo marito Francesco Giorgi sentiti come testimoni in Procura a Milano

Di Giorgio d'Enrico
Eva Kaili
Milano

Qatargate, Kaili e Giorgi in Procura a Milano: hanno accusato di calunnia Panzeri

L'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, e suo marito Francesco Giorgi in Procura a Milano: i due erano stati arrestati nel 2022, nell'inchiesta belga sul Qatargate. Oggi sono stati sentiti dai pm milanesi come testimoni. Avrebbero infatti presentato denuncia nei confronti dell'ex eurodeputato del Pd Pier Antonio Panzeri, anche lui finito in carcere nell'indagine belga e che, poi, fece dichiarazioni, per un patteggiamento, anche tirando in ballo i due. Kaili e Giorgi, assistiti da Domenico Aiello,  vengono sentiti dal procuratore Marcello Viola e dall'aggiunto Eugenio Fusco.

Il Qatargate: tangenti per favorire gli interessi del Paese orientale

L'inchiesta della magistratura belga, nata da attività degli 007, era scattata all'alba del 9 dicembre 2022 anche col sequestro di valigie piene di contanti (oltre 1,5 milioni di euro) e aveva portato all'arresto di Panzeri, all'epoca eurodeputato Pd, del suo braccio destro Francesco Giorgi e dell'ex vicepresidente dell'Eurocamera, la greca e socialista Eva Kaili. Kaili e Giorgi avevano passato alcuni mesi tra carcere e domiciliari, mentre Panzeri per tornare libero aveva patteggiato e collaborato. L'ipotesi della Procura di Bruxelles era che un gruppo di europarlamentari avesse incassato tangenti per favorire gli interessi del Qatar e del Marocco in ambito europeo. 
 
Eva Kaili aveva contestato già tempo fa le parole messe a verbale dal pentito Panzeri, perché "inattendibili": il memorandum del patteggiamento sarebbe stato "privo di validità", perché firmato dal politico ed ex sindacalista dopo le pressioni esercitate dall'ex giudice Claise e per ottenere in cambio la liberazione della moglie, Maria Colleoni, e della figlia Silvia, che erano state fermate in Italia. Le autorità belghe avevano, poi, rinunciato a chiedere la loro consegna. 

Kaili: "In Italia mi sento a casa"

 "Del passato mi tengo le cose buone che sono accadute e sono molto felice, poi, di aver incontrato l'avvocato Aiello e lo ringrazio. Sono molto orgogliosa di essere in Italia, dove mi sento a casa". Lo ha detto ai cronisti l'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, con a fianco il marito Francesco Giorgi, dopo che entrambi, per oltre tre ore, sono stati ascoltati come testimoni in Procura.
 
Al momento in Procura, da quanto riferito, è aperto un fascicolo senza ipotesi di reato né indagati. Dopo che sarà risolta la questione di competenza territoriale (sia Giorgi che Panzeri sono residenti nel Milanese), l'indagine, però, potrebbe portare presto all'iscrizione dell'ex politico e sindacalista per l'ipotesi contestata nella denuncia, che è stata depositata un paio di mesi fa. Panzeri, poi, potrebbe essere anche ascoltato dagli inquirenti milanesi. 
 
Nel fascicolo, intanto, sono stati acquisiti dei documenti, mentre i contenuti dei verbali di Panzeri resi a magistrati belgi sono riportati nella querela. Nel frattempo oggi, secondo quanto riferisce Ansa, sia Giorgi che Kaili, nelle loro audizioni, hanno confermato, come riportato nella denuncia, che Panzeri, che ha confessato, li avrebbe tirati in ballo nel presunto giro di corruzione che lo vedeva coinvolto, pur sapendo che entrambi non avevano nulla a che fare. E che gli oltre 700mila euro trovati in una valigia e in una borsa nel dicembre del 2022 erano soldi di Panzeri, che Giorgi avrebbe solo custodito per lui. 

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