Revenge porn, la ragazza chiede a La Russa jr. 50mila euro di risarcimento
Chiesto un risarcimento provvisionale per revenge porn. L’udienza slitta a novembre. Ancora aperta la battaglia sull’archiviazione per violenza sessuale
La giovane protagonista del caso che coinvolge Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, e il dj Tommaso Gilardoni, ha chiesto 50mila euro di risarcimento come provvisionale per i danni subiti, tra cui il trasferimento all’estero. È parte civile nel procedimento per revenge porn aggravato. Il 13 novembre la prossima udienza. Il 25 settembre si discuterà invece l’opposizione all’archiviazione della denuncia per violenza sessuale.
La richiesta di risarcimento e il trasferimento all’estero
Ha chiesto 50mila euro di provvisionale la giovane coinvolta nel caso che vede imputati Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, e Tommaso Gilardoni, deejay e amico del giovane. La somma è stata richiesta come anticipo sul risarcimento per i danni subiti a seguito della presunta diffusione di due video sessualmente espliciti senza il suo consenso, rientranti nell’ipotesi di revenge porn aggravato.
Nel costituirsi parte civile davanti alla gip di Milano Alessandra Di Fazio, la giovane ha dichiarato che, a causa delle conseguenze psicologiche e sociali dell'accaduto, ha scelto di trasferirsi all’estero, nel tentativo di allontanarsi dai fatti.
Revenge porn e video diffusi via WhatsApp
L’accusa riguarda due distinti episodi, entrambi aggravati dall’uso dello strumento telematico. Secondo la Procura di Milano, il 19 maggio 2023 La Russa Jr. avrebbe ripreso con lo smartphone e inviato tramite WhatsApp a Gilardoni un video sessualmente esplicito, con la ragazza ripresa senza il suo consenso, come riportato nell’avviso di conclusione delle indagini firmato dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Rosaria Stagnaro.
A sua volta, Gilardoni avrebbe poi inoltrato il video ad un altro amico nell’agosto successivo, anch’egli estraneo ai fatti. Entrambi sono indagati per diffusione non consensuale di contenuti sessuali, reato noto come revenge porn.
Violenza sessuale: il 25 settembre si discute sull’archiviazione
Sul fronte parallelo della presunta violenza sessuale, per la quale la giovane ha presentato denuncia, la gip Alessandra Di Fazio ha disposto un rinvio dell’udienza al 13 novembre. Ma il nodo più vicino nel tempo sarà affrontato il 25 settembre, quando un diverso giudice per le indagini preliminari dovrà valutare l’opposizione all’archiviazione presentata dall’avvocato della ragazza, Stefano Benvenuto. La procura aveva chiesto di archiviare questa parte dell’indagine, ma la difesa della 22enne sostiene che vi siano elementi per proseguire l’accertamento anche sul fronte della violenza sessuale.
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