Riccardo Muti: la semantica della sillaba

La masterclass sul “Don Giovanni” di Mozart alla Fondazione Prada di Milano

Di Francesco Bogliari

Riccardo Muti dirige il "Don Giovanni" a Fondazione Prada (Foto: courtesy Fondazione Prada)

Milano

Riccardo Muti: la semantica della sillaba

Non è un corso di alta formazione per giovani musicisti. O meglio, non è solo questo. È soprattutto – parafrasando Paolo Conte – uno “Zazzarazàz – uno spettacolo di arte varia”. Riccardo Muti, l'ottantaquattrenne musicista pugliese-napoletano che può essere senza alcun dubbio annoverato tra i più grandi direttori d'orchestra del nostro tempo (un curriculum professionale sterminato e di livello galattico), è innanzitutto un uomo di spettacolo. Nel senso che lo spettacolo è lui.

Se a volte può sembrare eccessivo quando, durante i concerti, fa i suoi speech morali-moralistici rivolti al pubblico; se il suo ego è così espanso da dare la sensazione che non sia lui alla destra del Padre, ma il Padre alla sua destra; nonostante un narcisismo istrionico percepibile in ogni parola, in ogni gesto, in ogni sguardo, in ogni postura; ecco, nonostante tutto questo – o forse grazie a tutto questo – assistere alla sua masterclass sul “Don Giovanni” di Mozart alla Fondazione Prada di Milano è stata un'esperienza di teatro totale. Godibilissima dal punto di vista del piacere estetico, ricchissima da quello tecnico-artistico.

Il progetto "Riccardo Muti Italian Opera Academy"

Raccontiamo in sintesi il progetto. “Riccardo Muti Italian Opera Academy”, brand della Riccardo Muti Music, è il percorso formativo per giovani musicisti (di età compresa tra 18 e 35 anni e selezionati attraverso un bando internazionale) condotto da Riccardo Muti, quest’anno dedicato al “Don Giovanni” di Wolfgang Amadeus Mozart, dal 19 al 30 novembre e aperto al pubblico. Lezioni e prove – nelle quali i giovani direttori e maestri collaboratori conducono e accompagnano l’orchestra, il coro e i cantanti nell’esecuzione dell’opera – si svolgono all’interno del Deposito, nella sede di Milano di Fondazione Prada. Il progetto – promosso dalla Fondazione Prada con il sostegno di PWC – si conclude con due appuntamenti: il 27 novembre la prova finale dei giovani direttori presentati da Riccardo Muti e domenica 30 novembre il “Don Giovanni” in forma di concerto diretto dal Maestro alla guida dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini da lui fondata nel 2004.

Muti: "Ogni nota è in dono di Dio. Oggi i direttori sembrano fare i clown"

Abbiamo intitolato questo articolo “La semantica della sillaba”. Titolo strano, forse difficile, ma – vi assicuro – adeguato a cogliere la peculiarità tecnico-artistica di questo evento, al di là della dimensione “circense” su cui lo stesso Muti scherza (“Oggi i direttori sembrano fare i clown, io sono napoletano, se voglio farlo batto tutti”). Prendiamo l'Introduzione di Leporello che apre l'opera mozartiana: “Notte e giorno faticar / per chi nulla sa gradir / piova e vento sopportar/ mangiar male e mal dormir. / Voglio fare il gentiluomo / e non voglio più servir!”. Sembrano versi semplici, eppure Muti riesce a scavare un'analisi del testo capace di legare il senso concettuale alla modulazione delle singole note; “perché ogni nota è in dono di Dio”, afferma.

Più di venti minuti per spiegare il colore, l'espressione, l'emissione vocale di ogni parola, di ogni sillaba di Leporello. Poi scava altrettanto in profondità l'entrata in scena di Anna, cercando il giusto tono cromatico per il “color di morte” che la donna vede nel volto del padre agonizzante: dalle sillabe del soprano alle note dell'orchestra è uno scandaglio al fondo dell'anima della musica di Mozart. Il tutto sostenuto dalla citazione di Aureliano Pertile, leggendario tenore del primo Novecento (peraltro sconosciuto agli allievi, perfidamente interrogati sull'argomento dal Maestro): “Cos'è il fraseggio? È tenere una frase lunga dando a ogni parola il suo diverso colore”. Con la storia dietro l'angolo (“Poco dopo sarebbe arrivata la Rivoluzione francese”, dice Muti) a dare un senso alle parole del servo. “Terrific”, direbbero gli americani: cioè, impressionante, straordinario.

 

Riccardo Muti e la visione della musica nella sua interezza

Ciò che stupisce nell'assistere a questa masterclass è la capacità di Muti di vivisezionare il minimo particolare all'interno di una vastissima visione d'insieme. Di solito chi vede la foresta non distingue il singolo albero, e viceversa. Muti no, riesce a vedere la foresta nella sua interezza e tutti i singoli alberi nella loro individualità. Questo vale non solo per gli allievi cantanti, ma anche per gli allievi maestri collaboratori che si alternano al pianoforte e per gli allievi direttori che si alternano sul podio, ai quali il Maestro spesso toglie di mano la bacchetta per far vedere cosa si deve fare e come.

Ecco, queste masterclass sono centrate soprattutto sul “come”, dando per scontato che a questi livelli professionali il “cosa” sia già acquisito. Ah, dimenticavo, il Maestro canta anche: una bella voce baritonale profonda seppure aspra, e canta pure le parti femminili, come un vero mattatore di scena deve fare. Quindi, certo, gag, battute alla Gigi Proietti, strepitosi speech in italiano, pugliese, napoletano e anglo-pugliese. Ma oltre questa dimensione c'è una solidità, una profondità tecnico-musicale da lasciare sbalorditi.

Uno straordinario spettacolo di arte varia

Beh, certo, non pensiamo che il Maestro si lasci andare a tutte queste sceneggiate quando lavora con musicisti professionisti con decenni di esperienza sulle spalle: le orchestre sono “oggetti pericolosi”, da maneggiare con cura, come ben sa lo stesso Muti, la cui quasi ventennale esperienza di direttore scaligero finì in maniera burrascosa nel 2005 proprio per uno scontro con l'orchestra e le altre maestranze del teatro. Ma intanto noi “umani” godiamocelo in questi straordinari spettacoli di arte varia, che probabilmente andranno anche su qualche emittente televisiva, come fu per le bellissime masterclass di “Traviata” trasmesse da Rai 5 nel 2019.

Articolo basato sulle lezioni-prova del 20 e del 25 novembre.

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