San Siro, De Corato (FdI): "Forza Italia? Berlusconi non avrebbe mai voluto l'abbattimento"
L'ex vicesindaco milanese Riccardo De Corato: "Quando amministravamo noi, l'opposizione non guardava in faccia a nessuno. Con San Siro Milano perde un simbolo. Ma ci saranno sviluppi giudiziari". L'intervista
San Siro, De Corato (FdI): "Forza Italia? Berlusconi non avrebbe mai voluto l'abbattimento"
L’ex vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, non usa giri di parole commentando il via libera alla vendita e all’abbattimento dello stadio di San Siro deciso, dal Consiglio comunale. Per lui non si tratta solo della perdita di un simbolo cittadino, ma dell’avvio di un’operazione “squisitamente urbanistica e immobiliare”, destinata, avverte, a finire sotto la lente della magistratura: “San Siro si poteva salvare e costruire un nuovo stadio accanto. Ma così certi affari non sarebbero stati interessanti”.
Nel mirino anche Forza Italia, che con la propria astensione ha permesso l’approvazione della delibera: “Hanno prestato il fianco alla sinistra. Faccio una battuta: sembrano alla ricerca di un candidato civico e forse l’hanno visto in Sala, dimenticandosi che non è nemmeno ricandidabile”. De Corato respinge l’idea di un nuovo asse politico sul modello del “Patto per Milano” lanciato da Letizia Moratti: “Per quanto ci riguarda la parentesi finisce qui. Il centrodestra governa insieme da trent’anni e non si mette in discussione per un caso simile”. L’INTERVISTA DI AFFARI ITALIANI MILANO
Onorevole, nonostante la lunga battaglia di FdI, e di parte della maggioranza, il Consiglio comunale ha dato il via libera alla vendita dello stadio di San Siro ai club, che procederanno con l’abbattimento e la costruzione di un nuovo impianto. Cosa succede ora? Milano perde solo un simbolo storico o le conseguenze saranno più profonde? C’è ancora margine per correggere il progetto dell’amministrazione?
La nostra posizione è sempre stata chiara: siamo contrari all’abbattimento. San Siro, pur essendo stato costruito nel 1934, è uno degli stadi più moderni dal punto di vista della struttura, perché ha una costruzione semantica. Milano nel mondo è conosciuta per due cose: la Scala e San Siro. Distruggere un simbolo del genere è un errore storico. Ma il problema non è solo simbolico: questa è un’operazione urbanistica, non sportiva. Si vuole costruire un nuovo stadio solo per avere la scusa di edificare attorno centri commerciali, grattacieli, operazioni immobiliari come quelle già finite sotto inchiesta dalla Procura. Io avrei salvato San Siro e realizzato un secondo stadio accanto, ma evidentemente per certi affari non era interessante. Ho letto che la Procura farà un’attenta analisi: mi auguro che lo faccia davvero, perché non credo che la questione sia finita qui.
A colpire, ma forse neanche troppo, è stata la scelta di Forza Italia: la maggior parte dei consiglieri si è astenuta, sostituendosi ai “franchi tiratori” del centrosinistra, consentendo, di fatto, l’approvazione. L’ex sindaco Moratti ha rivendicato la regia dell’operazione come scelta di responsabilità. Lei come giudica questa mossa? Se lo aspettava? È un tradimento della posizione del centrodestra?
Dispiace che Forza Italia abbia prestato il fianco a questa operazione. Se non si fossero astenuti, la delibera non sarebbe passata. Faccio una battuta: Forza Italia sembra essere alla ricerca di un candidato civico e forse in questo caso lo hanno visto in Sala. Peccato che si siano dimenticati che Sala non è nemmeno ricandidabile. Il paradosso è che lo stesso capogruppo De Chirico si era sempre dichiarato contrario. Eppure, all’atto finale, la linea è cambiata. E vedere Moratti che parla di “scelta di responsabilità” mi lascia perplesso. La sinistra, quando governavamo noi, non guardò in faccia nessuno: io e Albertini siamo stati denunciati alla Corte dei Conti per cose infinitamente più piccole. Oggi invece vedo una gran voglia di bontà e collaborazione con chi un tempo ci portava in tribunale per niente.
Alla luce di questo voto, come cambiano i rapporti all’interno del centrodestra? L’appello di Moratti (quello del “Patto per Milano”) era stato respinto dal PD, ma nei fatti sullo stadio si è concretizzato. Ora resta aperto il tema urbanistico, dai palazzi sequestrati al cosiddetto “Salva Milano”. Fratelli d’Italia come interpreta questa apertura? Il centrodestra è davvero diviso?
Per noi la parentesi finisce qui. Non esistono patti strutturali con la sinistra. Se in Forza Italia ci sono posizioni diverse, è un problema loro, non nostro. Sull’urbanistica la linea del centrodestra è sempre stata comune, almeno da ciò che ho letto nelle dichiarazioni ufficiali di Forza Italia stessa, e non credo che Moratti o altri possano cambiare schema così facilmente. Non possiamo mettere in discussione un’alleanza che dura da trent’anni per un singolo episodio, pur grave. Sono convinto che Berlusconi sarebbe stato contrario all’abbattimento di San Siro. Nei primi anni Novanta facemmo i due anelli proprio con la sua convinzione di valorizzare lo stadio. Oggi qualcuno sostiene il contrario: mi dicano dove e quando Berlusconi avrebbe auspicato la demolizione.
Anche Albertini si è espresso in favore di questo asse. Lei è stato vicesindaco sia con lui che con Moratti: a suo avviso Sala è davvero l’interlocutore giusto per un progetto di rilancio della città? O bisognerebbe guardare al futuro e lavorare da subito per una nuova amministrazione di centrodestra?
Io, ovviamente, non penso che Sala sia l’interlocutore giusto. Milano è andata avanti non grazie alla sinistra, ma nonostante la sinistra. I milanesi hanno sempre tirato la città avanti da soli. Quando la politica entra troppo, fa più danni che altro. Per il futuro bisogna individuare un candidato politico, non un civico pescato all’ultimo momento da un consiglio d’amministrazione o da un’università. I milanesi vogliono un candidato che conosca la città davvero, quartiere per quartiere, che vada nei mercati e per strada. Non qualcuno che appare solo in conferenza stampa.
Torniamo al sindaco e al centrosinistra. Hanno “vinto” sul tema stadio, dimostrando di reggere, in qualche modo, come maggioranza. La vostra richiesta di dimissioni resta valida? Cosa devono aspettarsi i milanesi dagli ultimi anni di questa amministrazione, che un giorno sostiene il Leoncavallo e l’altro sopravvive grazie a Forza Italia?
Questa maggioranza ha perso la faccia da tempo. È finita sotto i fari della magistratura per i palazzi costruiti con una semplice SCIA, regge solo grazie ad aiuti esterni e allo stesso tempo strizza l’occhio all’estrema sinistra. I milanesi lo vedono e lo giudicheranno. Il nostro compito ora è presentare un candidato forte, credibile, politico. Mancano due anni e, se vinceremo noi, questa operazione su San Siro finirà male per chi l’ha voluta. Io mi comporto ricordando bene cosa succedeva quando governavamo noi e la sinistra denunciava tutto e tutti. Vedo che altri l’hanno dimenticato. Beati loro.