Strage di Piazzale Loreto, Orlandi (FdI) contro l’Anpi: “Fascismo finito, usato solo come arma politica contro la destra”

Il coordinatore FdI replica a Minelli (Anpi): “Basta usare il fascismo come arma politica, servono dibattiti attuali”. L'intervista

di Matteo Respinti

Simone Orlandi Fdi, polemica Strage Piazzale Loreto

Milano

Nell’intervista ad Affaritaliani.it Milano, Simone Orlandi (FdI) replica al presidente provinciale dell’Anpi, Primo Minelli, respingendo le accuse di “bullismo politico” alla destra. Sostiene che l’associazione applichi l’etichetta di fascismo a ogni avversario, evitando il dibattito sui problemi attuali. “Il fascismo è storia, oggi servono proposte e confronto reale”, afferma.

Strage di Piazzale Loreto, Orlandi (FdI) contro l’Anpi: “Fascismo finito, usato solo come arma politica contro la destra”

Il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Simone Orlandi, respinge al mittente le accuse di “bullismo e arroganza politica” rivolte alla destra dal presidente provinciale dell’Anpi, Primo Minelli. “L’Anpi legge l’attualità con la lente di ottant’anni fa, dividendo il mondo tra buoni e cattivi”, afferma Orlandi, che critica anche le posizioni dell’associazione sulla riforma costituzionale: “Il fascismo è finito, appartiene al passato: oggi ci sono altri temi urgenti”. Sull’Anpi, l’esponente di FdI è netto: “Applica l’etichetta ‘fascismo’ a qualsiasi cosa non condivida, perdendo credibilità”. E sugli attacchi alla premier Giorgia Meloni, conclude: “L’opposizione usa l’antifascismo come parola jolly per non discutere nel merito. Noi andiamo avanti con il consenso degli italiani”. L’intervista di Affaritaliani.it Milano.

Coordinatore Orlandi, il presidente provinciale dell’Anpi, Primo Minelli, durante la commemorazione dell’81° anniversario della Strage di Piazzale Loreto, ha parlato di una “destra” che “pratica il bullismo e l’arroganza politica alla base del fascismo”. Lei, FdI  eil centrodestra siete dei “bulli”? Come si spiega queste parole?

Il problema dell’Anpi è che continua a leggere l’attualità con la lente di ottant’anni fa: loro sono sempre i buoni, tutti gli altri sono i cattivi. Ma guardiamo ai fatti di oggi: chi mette a ferro e fuoco le città durante le manifestazioni? Chi ribalta banchetti di Fratelli d’Italia o di altri partiti di centro destra nelle piazze? Chi usa un linguaggio violento in politica, con insulti diretti alla Premier Meloni o aggressioni a militanti del centrodestra, anche nelle università? Chi elegge a parlamentare europea una persona con una condanna e un processo per aggressione in corso, come Ilaria Salis? Non certo noi. Il punto è che l’Anpi utilizza schemi del passato per giudicare il presente, trasformando ogni confronto politico in una guerra ideologica. Così non si aiuta il Paese: serve discutere di ciò che accade oggi, non vivere intrappolati nella storia di ieri.

Minelli ha aggiunto che “tra i rischi c’è la messa in discussione della Costituzione” e ha criticato “l’ipotesi di modifica costituzionale dove si immagina un uomo solo o una donna sola al comando”. Il progetto di riforma costituzionale è un cambio di passo rispetto allo spirito dei costituenti?

La Costituzione che, nella sua XII disposizione transitoria, vietava l’organizzazione del disciolto Partito fascista proibiva a chi ne era stato dirigente di candidarsi, e di prendere parte alla vita politica attiva del Paese, per soli per cinque anni dall’entrata in vigore della Carta, non per sempre: i padri costituenti volevano che dopo quel periodo l’Italia voltasse pagina. Oggi invece l’Anpi sembra avere come funzione principale quella di mantenere vivo un conflitto che non ha più ragione d’essere, tirando fuori il “fascismo” ogni volta che serve per fare battaglia politica. Tenere aperta quella ferita serve solo per scopi politici e finisce per generare tensione e violenza in un Paese che avrebbe bisogno di unità. Il fascismo è finito, appartiene al passato: oggi ci sono altri temi urgenti su cui confrontarsi seriamente.

Che opinione ha dell’Anpi? A sinistra, generalmente, la si considera custode e guardiana dei diritti e delle istituzioni democratiche, mentre a destra spesso si sostiene che, con la scomparsa dei partigiani, abbia esaurito la propria funzione storica. A suo avviso, l’esistenza dell’Anpi ha ancora senso oggi?

La mia opinione credo si sia capita. Ma aggiungo un dato: persino esponenti di sinistra, come David Parenzo, che da studente è stato presidente dei giovani dell’Anpi, hanno criticato l’associazione di oggi, accusandola di occuparsi di tutto tranne che della sua missione originaria. Nel libro Fasciofobia di Alberto Busacca c’è un esempio che dice molto: l’Anpi si indignò per i formati di pasta “abissine” e “tripoline” prodotti da un pastificio molisano. Davvero questa è la priorità dell’antifascismo nel 2025? L’impressione è che oggi l’Anpi applichi l’etichetta “fascismo” a qualsiasi cosa non condivida, perdendo credibilità.

In conclusione, non sono rare le occasioni in cui alla destra contemporanea, e in particolare a Fratelli d’Italia, viene chiesto di rispondere per fatti del passato. L’anniversario della Strage di Bologna ne è un altro esempio recente. A suo avviso, come “esce” Fratelli d’Italia da questi attacchi? Crede che il progetto politico di Giorgia Meloni possa risentirne?

Come dicono le urne: con il consenso degli italiani. Certa sinistra usa l’antifascismo per evitare il confronto sui temi concreti: basta mettere l’etichetta “fascista” per non entrare nel merito. Si parla di immigrazione? Sei fascista e razzista, quindi ho ragione io e non ti ascolto. Si parla di famiglia? Sei fascista e omofobo, e così chiudo la discussione. “Fascista” diventa la parola jolly che per loro racchiude tutto: razzista, omofobo, retrogrado… E' un trucco per non affrontare le questioni reali. Finché l’opposizione farà così, Fratelli d’Italia continuerà a lavorare serenamente: ma sarebbe molto meglio per l’Italia avere un’opposizione che discute nel merito e porta proposte concrete.

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO
 

Tags:
loretostrage