Torture al carcere minorile Beccaria, indagati anche don Gino Rigoldi e don Claudio Burgio
Nell’inchiesta della Procura di Milano sui maltrattamenti ai minori nel carcere Beccaria compaiono anche l’ex e l’attuale cappellano. L’accusa: non aver denunciato le violenze di cui erano a conoscenza
Don Gino Rigoldi e don Claudio Burgio
Torture al Beccaria, indagati anche don Gino Rigoldi e don Claudio Burgio
Emergono nuovi sviluppi nell’inchiesta sulle presunte torture e violenze subite da giovani detenuti all’interno dell’Istituto penale minorile Cesare Beccaria di Milano. Tra gli indagati figurano anche due figure di primo piano del mondo ecclesiastico milanese: don Gino Rigoldi, storico cappellano dell’istituto per oltre cinquant’anni, e il suo successore, don Claudio Burgio. Entrambi sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi di omessa denuncia.
Secondo quanto riportato da La Repubblica e confermato da fonti giudiziarie, i due sacerdoti sarebbero stati a conoscenza di episodi di violenza e maltrattamenti ma non li avrebbero segnalati alle autorità competenti. Le loro posizioni – spiegano fonti della Procura – sono comunque destinate a essere stralciate rispetto a quelle dei 42 principali indagati, per i quali è già stato fissato l’incidente probatorio che prenderà il via il 30 ottobre.
L’inchiesta e il maxi incidente probatorio
L’indagine, coordinata dalle pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena con la supervisione della procuratrice aggiunta Letizia Mannella, ruota attorno a presunti pestaggi, torture, umiliazioni e abusi fisici e psicologici avvenuti all’interno del carcere minorile. Gli episodi, documentati in una informativa di oltre 900 pagine della Squadra Mobile di Milano, coinvolgerebbero agenti della Polizia penitenziaria, ex direttrici, medici e infermieri, accusati a vario titolo di torture, maltrattamenti aggravati, lesioni, falso e, in un caso, violenza sessuale.
Nel corso dell’incidente probatorio verranno ascoltati 33 giovani detenuti, le presunte vittime, per cristallizzare le loro testimonianze davanti a un giudice in vista del processo. Le accuse più gravi riguardano un gruppo di agenti sospettati di pestaggi sistematici e vessazioni nei confronti dei ragazzi affidati alla struttura.
Cosa viene contestato a don Rigoldi e don Burgio
A don Rigoldi e don Burgio non vengono contestate le stesse responsabilità degli ex vertici dell’istituto – tra cui le ex direttrici Cosima Buccoliero e Maria Vittoria Menenti – accusate di non aver impedito “condotte reiterate, violente e umilianti” commesse dagli agenti. I due cappellani, invece, rispondono dell’ipotesi di non aver denunciato episodi di cui sarebbero stati a conoscenza, una posizione ritenuta più sfumata dagli inquirenti.
Per questo motivo, la Procura non ha incluso i sacerdoti nei maxi accertamenti testimoniali dell’incidente probatorio, e non è escluso che nelle prossime settimane possa arrivare una richiesta di archiviazione nei loro confronti.