TPOLE: l’eccellenza tecnologica lombarda che parla al mondo dell’industria
Intervista a Pietro Milani, fondatore e CEO della società dell'Oltrepò Pavese che da 30 anni costruisce il “cervello” delle macchine industriali
Pietro Milani (TPole)
TPOLE: l’eccellenza tecnologica lombarda che parla al mondo dell’industria
In un capannone alle porte di Pavia c’è un’Italia che non appare in TV, ma che tiene in piedi gran parte del nostro sistema industriale. È l’Italia delle aziende altamente specializzate, dei componenti che non si vedono ma che fanno funzionare tutto. Un’Italia fatta di competenza, rigore e visione d’impresa. È qui che nasce TPOLE, fondata nel 1995 da Pietro Milani, ingegnere con una lunga esperienza nel controllo numerico e nell’automazione industriale. Oggi TPOLE è considerata una delle eccellenze italiane nel mondo dei computer industriali e embedded, fornendo soluzioni su misura a settori strategici: macchine automatiche, medicale, ferroviario, infrastrutture, trasporti, monitoraggio strutturale.
L’intuizione: “Ogni macchina avrebbe avuto un’interfaccia grafica. Dovevo anticipare quel futuro”
Milani ripercorre gli inizi con il tono di chi ha vissuto una transizione epocale. “Arrivo da Ansaldo e da Mandelli, dove lavoravamo sui controlli numerici: era un mondo dove l’interfaccia era ancora alfanumerica, verde su nero, e tutto era rigidamente elettronico. Ma stavano entrando i personal computer e ho capito che prima o poi ogni macchina industriale avrebbe avuto bisogno di un’interfaccia grafica. Quello è stato il punto di svolta”. In Mandelli, insieme a IBM, aveva già contribuito allo sviluppo di una delle prime interfacce grafiche per macchine utensili. “Lì ho intravisto una rivoluzione. E ho deciso di anticiparla”. Da quell’intuizione è nata TPOLE: una società che introduceva sul mercato italiano i single board computer industriali, all’epoca prodotti da pochissime aziende nel mondo. “In quegli anni – sorride Milani – per trovare i produttori andavo al consolato di Taiwan a sfogliare riviste specializzate. Oggi sembra preistoria, ma era così. È stato un atto di pura curiosità tecnologica”.
Il lavoro invisibile che fa funzionare l’industria
Oggi TPOLE è uno dei partner tecnici più affidabili per chi costruisce macchine o sistemi complessi. Ma che cosa significa, concretamente? “Noi realizziamo il “cervello” delle macchine industriali” spiega Milani.” Andiamo dal cliente, studiamo ciò di cui ha bisogno, e costruiamo la soluzione completa: scheda, computer industriale, componenti custom, sistema operativo, driver, librerie. Ci assumiamo la responsabilità che tutto funzioni”. Il cliente, a sua volta, integra quel sistema nella propria macchina: una macchina automatica, un apparato ferroviario, un sistema di controllo infrastrutturale, un chiosco, un dispositivo medicale.
“La nostra forza è la stabilità nel tempo. Molti settori richiedono certificazioni costose – pensiamo al medicale o al ferroviario – e il cliente non può ricominciare da zero ogni due anni. Per questo garantiamo continuità e disponibilità dei componenti sul lungo periodo”. E aggiunge un dettaglio cruciale: “Testiamo ogni sistema in modo maniacale. Sia dal punto di vista elettrico che software. Non vogliamo sorprese sul campo. Quando i clienti visitano i nostri laboratori, restano colpiti dalla severità dei test”.
La cultura TPOLE: serietà, trasparenza, parole pesate
Oltre alla qualità tecnica, Milani rivendica un valore più umano:”La lealtà nei rapporti con clienti e fornitori. Se abbiamo un problema, lo diciamo. Non nascondiamo nulla. Anche se significa ritardare una consegna. Nel tempo questo atteggiamento genera fiducia e relazioni solide”. È un tratto “artigianale” nell’accezione migliore del termine: precisione, responsabilità, rispetto della parola data. “Sono valori che hanno fatto crescere l’azienda più di qualsiasi strategia di marketing”.
Dagli anni ’90 a oggi: com’è cambiato fare impresa
L’evoluzione del mondo tecnologico ha imposto una costante capacità di adattamento.”Negli anni ’90 la grande rivoluzione è stata Internet. Oggi è la volta dell’intelligenza artificiale. La sfida è restare aggiornati, capire quali tecnologie sono mature e quali no, e soprattutto come integrarle nelle applicazioni industriali reali”. È qui che entra in gioco il futuro di TPOLE: le NPU – Neural Processing Unit.
NPU vs GPU: la nuova frontiera dell’AI industriale
Per anni l’AI industriale è stata fatta utilizzando le GPU, schede progettate per la grafica e il gaming. Oggi emergono le NPU, chip pensati appositamente per eseguire reti neurali. “Le GPU hanno enorme potenza, ma nascono per mercati molto veloci, dove i prodotti cambiano ogni 6–12 mesi” spiega Milani. “Al contrario, le NPU sono più stabili, più economiche, più efficienti dal punto di vista energetico, e sono perfette per l’industria, che ha bisogno di continuità e non di rivoluzioni continue” In TPOLE, la nuova generazione sta dando un contributo decisivo: “Mio figlio sta portando avanti test comparativi tra GPU e NPU. È la dimostrazione che l’innovazione passa anche dal passaggio generazionale: i ragazzi portano freschezza e competenze nuove”.
Il futuro dell’azienda: un passaggio generazionale “lucido e non ostacolato”
Molte aziende familiari entrano in crisi quando arriva il momento del passaggio di testimone. Milani ha scelto un approccio chiaro: “Non voglio essere un freno. Il primo dei miei figli è già in azienda, l’altro entrerà dopo un’esperienza all’estero o in altre realtà del settore. Voglio che portino idee nuove, senza sentirsi condizionati. Io resterò in regia, ma con un ruolo più strategico che operativo”. E sulle proposte di partnership? “Ogni due mesi ci contatta qualcuno: aziende europee, americane, gruppi che vorrebbero acquisire o entrare nel capitale. Le ascoltiamo, ma oggi non è il momento. Prima voglio portare a termine bene il passaggio generazionale”.
Fare impresa in Italia: «Difficile, ma possibile. Servono preparazione e coraggio»
Alla fine chiediamo a Milani un consiglio a un giovane aspirante imprenditore. “Fare impresa in Italia non è semplice, ma si può fare. Io ho iniziato in un periodo di crisi profonda. Oggi almeno c’è un ecosistema di investitori, incubatori e fondi che possono supportare i progetti validi”. La ricetta? «Studiare, prepararsi, non improvvisare. E se si ha un’idea solida, presentarla alle persone giuste. I finanziamenti arrivano, ma bisogna essere credibili».
TPOLE è una storia industriale che parla di rigore, innovazione concreta e valori solidi. I suoi prodotti non finiscono sugli scaffali dei negozi, ma dentro le macchine e le infrastrutture che usiamo ogni giorno. Ponti monitorati in sicurezza. Macchine automatiche che funzionano senza errori. Sistemi medicali più affidabili. Treni e autobus più intelligenti. Dietro tutto questo c’è spesso un “cervello” progettato a Pavia, da un’azienda che in trent’anni ha saputo crescere senza mai inseguire mode, ma solo qualità. E dietro quel cervello c’è la visione limpida di un ingegnere lombardo che ripete una frase semplice, quasi d’altri tempi: «Si vince solo se si mantiene la parola data».