Urbanistica Milano, Tancredi a Marinoni: "Sei in conflitto di interessi". I ricorsi contro gli arresti
Nell’inchiesta milanese sulla rigenerazione urbana, depositati i primi ricorsi contro le misure cautelari. Spuntano anche messaggi compromettenti tra l’ex assessore Tancredi e Marinoni
Inchiesta urbanistica Milano: Giancarlo Tancredi, Manfredi Catella, Giuseppe Marinoni, Alessandro Scandurra, Federico Pella, Andrea Bezziccheri
Dopo gli arresti per corruzione legati alla rigenerazione urbana di Milano, arrivano i primi ricorsi al Tribunale del Riesame. Le difese contestano l’assenza di gravi indizi. Intanto emergono nuove chat che dimostrerebbero la consapevolezza dell’ex assessore Tancredi sui conflitti d’interesse nella Commissione Paesaggio. L’inchiesta, secondo il gip Fiorentini, rivela un sistema rodato e tentacolare di interessi privati mascherati da interesse pubblico
Milano, primi ricorsi contro gli arresti: “Nessun rischio di reiterazione”
Non si è fatta attendere la reazione degli indagati all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Mattia Fiorentini, che ha portato all’arresto di sei persone nell’ambito dell’indagine della Procura di Milano sulla gestione dei progetti di rigenerazione urbana. I legali di Andrea Bezziccheri, patron di Bluestone e unico finito in carcere, così come quelli di Giuseppe Marinoni e Alessandro Scandurra, rispettivamente ex presidente e componente della disciolta Commissione per il Paesaggio, hanno già presentato istanza di revoca della misura. Lo stesso farà a breve Manfredi Catella, Ceo di Coima, formalmente ancora in carica ma senza deleghe operative, e anche l’ex assessore Giancarlo Tancredi ha annunciato un imminente ricorso entro il 10 agosto. A contestare l’ordinanza ci sarebbe infine anche Federico Pella, ex manager di J+S.
Le difese sostengono l’assenza dei gravi indizi di colpevolezza e la totale mancanza di rischio di reiterazione del reato. Scandurra, in particolare, aveva già depositato una memoria difensiva il 23 luglio scorso, parlando di "rapporti professionali" e non di "rapporti corruttivi" dietro le fatture contestate.
L’accusa: un sistema tentacolare guidato da tecnici e imprenditori
Secondo il giudice Fiorentini, alla base delle misure cautelari ci sarebbe un "sistema tentacolare e sedimentato", in cui professionisti e imprenditori "dettano le regole" e i pubblici ufficiali "perseguono i propri interessi privati". Un'accusa che delinea uno scenario in cui l’urbanistica milanese era nelle mani di un gruppo ristretto e permeabile alle pressioni delle lobby edilizie.
Uno degli episodi chiave riguarda ad esempio la fattura da 28.500 euro emessa dallo studio dell’architetto Scandurra per Coima il 31 luglio 2023, relativa a una presunta "due diligence" su alcune aree in via Messina. Secondo il giudice, si tratterebbe di una fattura "oggettivamente falsa e funzionale unicamente a giustificare" una tangente in cambio di un voto favorevole in Commissione Paesaggio. Sebbene non sia stato individuato chi autorizzò il pagamento, il gip sottolinea che l’assegnazione dell’incarico e il compenso furono condivisi da Catella con due manager di Coima non indagati, assumendosene la piena responsabilità.
Le chat Tancredi-Marinoni: "Sei in conflitto, mandaci un delegato"
A rendere ancora più delicata la posizione dell’ex assessore Giancarlo Tancredi, le chat acquisite agli atti dell’inchiesta, riportate da Ansa. In un messaggio del 24 giugno 2024, Tancredi scriveva a Marinoni – allora presidente della Commissione Paesaggio – raccomandandogli di non partecipare alla valutazione del piano attuativo “San Leonardo”, legato alla Diocesi di Milano, per evitare un conclamato conflitto di interessi. Ma suggeriva anche un escamotage: “Mandaci un delegato”. Per il gip, si tratta di un passaggio “sintomatico ed evocativo” che dimostra come Tancredi fosse perfettamente consapevole del funzionamento e delle distorsioni interne alla Commissione.
Marinoni rispondeva accettando il suggerimento e si faceva accompagnare da Giovanni Oggioni, ex dirigente comunale già arrestato nei mesi scorsi. Secondo il gip, tutto questo prova l’esistenza di una regia occulta capace di piegare l’interesse pubblico a logiche private.
La "spolverata di edilizia sociale" per giustificare i progetti dei privati
Tra le tecniche usate per rendere digeribili gli interventi edilizi, emerge quella che il gip definisce “una spolverata di edilizia sociale”. Lo avrebbe ammesso lo stesso Marinoni, che – sempre secondo l’ordinanza – concordava con Tancredi l’inserimento di quote minime di edilizia popolare per simulare l’interesse collettivo, spesso solo formale. Una strategia utile a far approvare piani e partenariati pubblico-privati nei cosiddetti "nodi", le aree di accesso alla città.
Non solo. Secondo il gip, anche i verbali delle sedute della Commissione erano redatti in modo volutamente oscuro, al punto da richiedere una successiva “interpretazione autentica” da parte di uno dei commissari per comprenderne il significato.
Le prima "parcella" per Marinoni tre mesi dopo la nomina nella commissione paesaggio
Dalle dichiarazioni dell’ex manager Federico Pella, che ha negato le accuse ma ha fornito spunti agli inquirenti, emerge un altro tassello del presunto sistema corruttivo: Marinoni avrebbe incamerato il 70-80% delle commesse della società J+S, lasciando il restante 20-30% alla struttura. La prima tangente – sostiene il gip – sarebbe arrivata già tre mesi dopo la sua nomina a presidente della Commissione: una parcella da 30.500 euro, regolarmente fatturata il 17 marzo di tre anni fa.