Filosa (Stellantis): "Serve il pragmatismo USA per salvare l'UE"

All’assemblea ANFIA, il CEO Antonio Filosa conferma 2 miliardi di investimenti in Italia nel 2025 ma avverte Bruxelles: serve meno burocrazia e più pragmatismo.

di Giovanni Alessi
Auto e Motori

All'assemblea pubblica di ANFIA, l'Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, passaggio cruciale per il futuro dell'auto tricolore.

Antonio Filosa, CEO di Stellantis, non si è limitato ai saluti di rito. Ha portato sul tavolo numeri pesanti e una visione strategica netta, disegnando una linea di demarcazione tra la difesa della produzione industriale e le ambizioni normative di Bruxelles. Il messaggio agli stakeholder è duplice: l'impegno sull'Italia c'è ed è quantificabile, ma il contesto europeo rischia di soffocare la ripresa se non cambierà rotta rapidamente.

I numeri della ripartenza: 7 miliardi alla filiera

Per placare le polemiche sui volumi produttivi in calo, Filosa ha scelto la via della concretezza contabile. Il manager ha confermato che, nonostante le turbolenze del mercato globale, Stellantis ha mantenuto la parola data: nel 2025 sono stati allocati 2 miliardi di euro di investimenti diretti sugli stabilimenti italiani. Ma il dato che più di ogni altro serve a ricucire lo strappo con il tessuto industriale locale è quello relativo all'indotto. Il gruppo ha acquistato componenti dai fornitori italiani per un valore che supera i 7 miliardi di euro, ben oltre il target di 6 miliardi inizialmente previsto. Un'iniezione di liquidità fondamentale per la sopravvivenza di migliaia di PMI che compongono l'ossatura della nostra componentistica, e che dimostra come, al netto delle difficoltà, il legame tra il colosso dell'auto e la supply chainnazionale resti vitale.

Il confronto transatlantico: USA vs UE

Il cuore politico dell'intervento di Filosa, tuttavia, è stato lo spietato confronto tra le due sponde dell'Atlantico. Con un occhio rivolto alle politiche della nuova amministrazione americana, il CEO ha lodato il pragmatismo statunitense. Mentre l'Europa si è avvitata in un sistema di regole che lui stesso ha definito "articolato" e rigido, gli USA hanno eretto barriere protettive e flessibili per difendere i propri investimenti industriali. La critica alla Commissione Europea è velata ma tagliente: i target sulle emissioni di CO2 devono essere rivisti. Non per negare la transizione, ma per allinearla alla reale domanda di mercato. Continuare a spingere l'offerta verso un elettrico puro che i consumatori europei acquistano ancora con timidezza, senza le protezioni sistemiche che vantano gli americani, rischia di essere un suicidio economico per i costruttori continentali.

Stop ai dogmi: vince la neutralità tecnologica

Filosa ha infine delineato la nuova rotta strategica di Stellantis, che segna un parziale allontanamento dall'approccio "electric-only" forzato degli anni passati. L'auto elettrica rimane centrale, ha spiegato, ma "non chiude perfettamente il cerchio" dal punto di vista della sostenibilità totale, se si considerano estrazione e produzione. La parola d'ordine diventa quindi libertà di scelta. Il futuro prossimo sarà caratterizzato da un approccio multi-energia: ibrido, termico efficiente ed elettrico convivranno per rispondere alle esigenze di portafoglio delle famiglie e alle necessità di margine delle imprese. Una visione che rimette al centro il cliente e il profitto industriale, allontanandosi dai dogmi ideologici che hanno rischiato di mandare fuori strada l'intero settore automotive europeo.

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