Svolta Auto UE, Weber (PPE): "Il motore termico non sparirà". E-fuel e ibrido restano in gara

Svolta Auto UE, Weber (PPE): "Il motore termico non sparirà". E-fuel e ibrido restano in gara

di Eugenio Perego
Auto e Motori

La transizione forzata verso l'elettrico puro rischia di trasformarsi in un boomerang economico per il Vecchio Continente.

È questo il messaggio, nemmeno troppo velato, lanciato da Manfred Weber, presidente del Partito Popolare Europeo (PPE), in una recente intervista esclusiva al quotidiano tedesco Bild. Le sue dichiarazioni segnano un potenziale spartiacque nella politica industriale comunitaria: i motori termici non sono destinati a sparire nel breve termine.

Il ritorno alla Neutralità Tecnologica

L'intervista alla Bild ha scoperchiato il vaso di Pandora delle preoccupazioni industriali tedesche ed europee. Weber ha sottolineato come l'industria debba "mantenere aperta ogni soluzione tecnologica", smarcandosi dall'approccio dogmatico che vedeva nell'elettrico a batteria (BEV) l'unica via percorribile. In termini economici, questo significa diversificare il rischio d'investimento: non più una scommessa "all-in" sulle batterie – dove la filiera è dominata dall'Asia – ma un portafoglio tecnologico che includa carburanti sintetici (e-fuels) e motorizzazioni ibride.

La difesa della Supply Chain europea

La mossa di Weber risponde a un'urgenza di mercato. I colossi dell'auto, da Volkswagen a Stellantis, stanno affrontando una crisi strutturale dovuta al calo della domanda e agli alti costi di produzione. Imporre un bando 2035 rigido sulle emissioni allo scarico avrebbe rischiato di deindustrializzare intere regioni, distruggendo la complessa filiera della componentistica legata al motore a scoppio.

Mantenere in vita il motore a combustione interna, seppur alimentato da vettori energetici puliti, permette di salvaguardare gli asset produttivi esistenti e di proteggere il potere d'acquisto della classe media, che oggi fatica ad accedere ai listini delle auto elettriche.

Il fattore geopolitico: frenare la Cina

Dal punto di vista della competitività UE, la riapertura ai motori termici è una mossa difensiva strategica. Attualmente, la Cina detiene un vantaggio competitivo quasi incolmabile sulle terre rare e sulla produzione di batterie. Vincolare il mercato unico alla sola tecnologia elettrica significherebbe consegnare le chiavi della mobilità europea ai produttori di Pechino. La "neutralità tecnologica" invocata da Weber serve a mantenere il controllo sulle catene del valore, permettendo all'Europa di sfruttare il suo know-how storico nella meccanica di precisione mentre sviluppa le proprie capacità sull'elettrico.

La partita legislativa è appena iniziata, ma il segnale ai mercati è chiaro: l'Europa non è pronta a spegnere i motori, e il realismo economico sta iniziando a prevalere sull'ideologia.

 

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