Meloni e Chirico, il femminismo visto da destra: una svolta antropologica

La leader di Fdi punta a diventare la prima donna Premier in Italia e la giornalista conia lo slogan “Il potere sui tacchi, l’Italia può decidere”

Di Giuseppe Vatinno
Annalisa Chirico e Giorgia Meloni
Politica
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Verso il voto/Con Giorgia Meloni che si è guadagnata sul campo la leadership, in Italia potrebbe avvenire qualcosa di antropologicamente clamoroso 

Annalisa Chirico è una giornalista brindisina di 36 anni, presidente della associazione garantista “Fino a prova contraria” di cui fa parte anche Edward Luttwak, laureata e dottorata in Scienze politiche alla Luiss, scrittrice di cui ricordiamo il noto libro “Siamo tutti puttane - Contro la dittatura del politicamente corretto”. Apprendistato pannelliano che garantisce tostezza e motivazione radicali.

 


 

Famosa anche per essere stata paparazzata a cena con l’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini che si era appena separato da Isabella Isoardi, è stata anche la compagna di Chicco Testa, nonostante la grande differenza d’età. Tra i tanti commenti, le tante paure, i tanti desideri, è stata una delle poche donne in Italia a dirla chiaramente come la pensa sulla possibilità che Giorgia Meloni, una donna, divenga, per la prima volta nella storia della Repubblica, Primo Ministro.

Per l’occasione ha coniato uno slogan fortunato “Il potere sui tacchi, l’Italia può decidere”. Ha definito l’Italia un Paese maschilista con le donne che svolgono in politica ancora un “ruolo ancillare” con Giorgia Meloni che si è guadagnata sul campo la leadership con lealtà e coerenza ma soprattutto senza coltivare “orticelli rosa”.


 

 

Ed è questo il punto. Quello che potrebbe accadere in Italia fra qualche giorno è antropologicamente clamoroso e cioè per la prima volta nella storia della Repubblica un Primo Ministro potrebbe essere donna.

In Paesi simili al nostro - come il Regno Unito - ci sono state l’appena scomparsa regina Elisabetta II, e poi Thatcher, May ed ora Truss. Tutte donne. Tutte brave e determinate e tutte della destra conservatrice. Per Chirico questo è il segno di una svolta, di una stella polare che definisce il periodo storico del “potere sui tacchi”.

Ma il punto è che la Chirico parla finalmente di un femminismo nuovo e cioè di un gentile ma determinato “femminismo dei valori”, senza quote rosa e similari. La Chirico dice “a noi piace competere” e questa è finalmente una bella affermazione al posto dei piagnucolamenti delle femministe di sinistra che cercano disperatamente sempre una strada in discesa per evitarla invece la competizione. È forse l’inizio di un “femminismo di destra” attento finalmente al merito e non ai piagnistei in stile Laura Boldrini per cui l’essere donna significa violentare e storpiare la grammatica e l’italiano? Proprio a tal riguardo già un mese fa ne abbiamo parlato su Affari (recupera qui l'articolo), citando anche una vecchia intervista a Isabella Rauti sul tema.


 

E pare proprio che una beffa del destino a cui – come noto - non difetta certo il senso dell’ironia si stia per consumare sul femminismo italiano. Dopo anni e anni di urla, strepiti, coatta ricerca della geodetica rosa per il potere, potrebbe guidare l’Italia finalmente una donna, ma non certo Laura Boldrini o Susanna Camusso, da secoli impegnate a vinavillarsi in Parlamento.


 

Se la Meloni, donna fieramente di destra, riuscisse nell’intento sarebbe una grande soddisfazione vedere le tante orfane rosse piangere lacrimoni amari. Lo sarebbe per le tante che non cercano sconti o scivoli privilegiati solo per motivi anatomici o di diritto divino, ma unicamente perché sono brave e competitive, proprio come ha detto la Chirico.