Cento parlamentari in conflitto d'interessi, 40 di FdI. Manca una legge ad hoc

In Italia non esiste una norma stringente e formalmente non c’è incompatibilità. Agli atti ci sono proposte di legge nei settori in cui fanno affari

di redazione politica
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Parlamento, un sesto degli eletti dichiara quote e azioni in diverse società

In Parlamento ci sono cento tra deputati e senatori in palese conflitto d'interessi. Ma questo solo sulla carta perché in Italia non esiste alcuna legge che regoli questi aspetti. Così agli atti finiscono proposte di legge nei settori in cui alcuni di loro fanno affari, si tratta di lobbisti di loro stessi. Hanno quote di aziende, ma - si legge su Repubblica - si sono dimenticati di dichiararle. Hanno ruoli in consigli di amministrazione e diverse imprese eppure presentano interrogazioni urgenti ai ministri su materie che riguardano quelle stesse società. In alcuni casi siedono contemporaneamente in Parlamento e in due o tre cda di aziende che con lo Stato hanno a che fare per appalti milionari. Così oggi in Parlamento ci sono 100 tra deputati e senatori, alcuni anche ministri, viceministri e sottosegretari, che hanno partecipazioni o ruoli in imprese e società.

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Fratelli d’Italia, il partito della premier Giorgia Meloni, - prosegue Repubblica - è quello che ne ha il maggior numero: quaranta. Seguono nella maggioranza, a gran distanza, Lega (19) e Forza Italia (15). Nell’opposizione il Pd (8) è davanti ai 5 Stelle (4). Emerge così che il caso del senatore Maurizio Gasparri, che presiede una società che ha partecipazioni in aziende di cybersicurezza e siede in commissione Affari esteri e difesa, non è isolato. Ad esempio c'è Antonio Angelucci, deputato leghista, patron di cliniche convenzionate ed editore dei giornali di destra, tra cui Libero che l’anno scorso ha ricevuto quasi 3,9 milioni di contributi pubblici (quota 2021). E ancora, Riccardo Zucconi, deputato FdI e in commissione Attività produttive, commercio e turismo ha quote o proprietà di 3 aziende: tutte nel settore della ristorazione. Da Gemmato a Urso a Santanchè, sono note le attività nel turismo, nella sanità, ma anche nella consulenza alle imprese. Un sesto degli eletti dichiara quote e azioni in diverse società.