Meloni durissima con Bruxelles: fuori le spese per la difesa dal Patto di Stabilità o l'Italia bloccherà tutto in Europa
Il dietro le quinte del faccia a faccia tra la premier e Dombrovskis
La linea di Meloni condivisa dal ministro dell'Economia Giorgetti (al 100%)
La nota di Palazzo Chigi è stringata ma chiara. Il segnale politico, dietro le quinte, è limpidissimo e netto. "Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi il Commissario europeo all’Economia, alla produttività, all’attuazione e alla semplificazione, Valdis Dombrovskis. Al centro del colloquio, le prospettive dell’economia europea e globale, l’importanza di promuovere la competitività delle imprese e il connesso processo di semplificazione della normativa comunitaria. Particolare attenzione è stata riservata all’interazione tra l’attuazione del patto di stabilità e crescita e le spese per la sicurezza", fanno sapere poco dopo le ore 15 dalla presidenza del Consiglio.
Traduzione: Giorgia Meloni, che proprio ieri non ha partecipato alla mozione di sfiducia alla Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen spaccando così il gruppo ECR dei Conservatori e Riformisti (scelta politicamente dolorosa ma inevitabile visto che Raffaele Fitto è vicepresidente esecutivo), non vuole ma pretende che le spese per la sicurezza- leggasi anche difesa ma ne comunicato non lo scrivono per non irritare la Lega- siano assolutamente scorporate dal Patto di Stabilità.
Se così non fosse, la premier - spiegano fonti parlamentari - avrebbe spiegato al commissario Dombrovskis di essere pronta a mettere il veto a tutte le prossime decisioni del Consiglio europeo. Addirittura al bilancio dell'Unione europea.
Per il governo italiano, viste anche le divisioni al suo interno, è una questione non negoziabile. Meloni, sempre ben consigliata dalla sorella Arianna, stavolta ha messo i puntini sulle i, come dice un vecchio adagio. Prendere o lasciare, senza se, senza ma, senza alcun margine di trattativa Roma-Bruxelles. Chiosa finale: posizione assolutamente condivisa dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che deve tentare di accontentare gli appetiti dei partiti di governo, a partire dal suo, nella Legge di Bilancio per il 2026.
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