Green Deal, l'Ue fa di nuovo retromarcia e studia tagli per 1 miliardo. I Verdi pronti a mollare Ursula von der Leyen 

Tagli alla burocrazia, stop ai divieti e alleati divisi: il pacchetto "omnibus" accende la rivolta dei Verdi e mette in bilico la maggioranza della presidente della Commissione

di Vincenzo Caccioppoli

Ursula Von Der Leyen

Politica

Le destre compatte insieme ai popolari stanno smontando le principali architrave del Green Deal 

In ordine di tempo la nuova retromarcia della Commissione europea sul green deal è arrivata in queste ultime ore, e si tratta del taglio di 1 miliardo di euro all'anno in costi amministrativi, insistendo sul fatto che l'ambizione ambientale rimanga intatta, nel pacchetto "omnibus" di proposte di politica ambientale previsto per il 10 dicembre, secondo una bozza riservata che avrebbe visionato la rivista Euractiv. Le destre compatte insieme ai popolari stanno smontando le principali architrave del green deal che stava mettendo in seria difficoltà interi settori produttivi europei. E in questo il nostro paese sta giocando sicuramente un ruolo da protagonista, con il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso in prima linea con Francia e Germania per arrivare al ritiro del provvedimento sullo stop ai motori termici entro il 2035. 

Allo stesso modo, saranno concesse autorizzazioni accelerate ad agricoltori e impianti industriali, riducendo gli obblighi di segnalazione previsti dalla Direttiva sulle Emissioni Industriali (IED), oltre a semplificare il rispetto degli obblighi di smaltimento dei rifiuti.

La Commissione propone inoltre di eliminare il database SCIP dell'Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche, che raccoglieva milioni di voci sulle sostanze pericolose. Anche INSPIRE, un database a livello europeo, per le informazioni ambientali, verrà eliminato, si legge nel documento.

Ma tutte queste modifiche che trovano l’appoggio anche della Von der Leyen, che deve fare i conti con un deciso cambio di approccio da parte del suo partito e del suo governo, che proprio la scorsa settimana, attraverso una lettera dallo stesso cancelliere, Friedrich Merz, ha espressamente chiesto la scorsa settimana lo stop al divieto ai motori endotermici, sta creando non pochi grattacapi alla sua maggioranza. Le sinistra e i verdi soprattutto sono chiaramente in subbuglio

Per alcuni tra i Verdi, il partito della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen è quasi tossico. A Lisbona, nel congresso che si apre oggi, sono pronti a dichiarare il PPE come il nemico numero 1, e quindi dichiarare così guerra alla presidente della commissione che fa parte appunto del Ppe. Una decisione che potrebbe avere conseguenze pesanti sulla stessa maggioranza che sostiene la presidente e che appare quanto mai in bilico. Ma non tutti sono d'accordo. Altri sostengono che la priorità sia continuare a far approvare le leggi legate al Green Deal della scorsa legislatura, continuando a collaborare con il gruppo di centro-destra, anche se ciò significherebbe fare concessioni e tapparsi il naso ogni volta che il PPE si allea con gruppi di estrema destra.

"Da un lato abbiamo la responsabilità di salvare la legislazione della scorsa legislatura", ha dichiarato di recente a POLITICO il vicepresidente del Parlamento Nicolae Ștefănuță, deputato dei Verdi rumeno. "Dall'altro lato non possiamo accettare questa nuova idea politica. Protestiamo contro questa pratica di formare coalizioni con l'estrema destra". Ma i malumori non arrivano solo dai verdi, perché anche la vicepresidente esecutiva spagnola Teresa Ribeira, una grande sostenitrice del green deal, ieri, ha espresso chiaramente il suo disagio per questo cambio di rotta da parte dal presidente Ursula von der Leyen sul Green Deal e sulla semplificazione, osando per la prima volta opporsi pubblicamente alla presidentessa.

“Semplificazione tramite omnibus? "Un terribile spettacolo politico", ha detto Ribera in un discorso ad un convegno del Think tank europeo Bruegel. "In troppe occasioni, abbiamo la sensazione che non si tratti di semplificazione, ma di una combinazione disordinata di cose che finisce nell'incertezza", ha aggiunto. Nella precedente legislatura, conclusasi con le elezioni europee del giugno 2024, i Verdi erano parte integrante della maggioranza centrista che sosteneva il programma di von der Leyen, prestando persino il loro nome al Green Deal, che è diventato uno dei suoi pacchetti legislativi chiave. Questa volta, mentre il Green Deal diventa sempre più un ripensamento e la nuova aritmetica legislativa rende i Verdi superflui, il PPE si sta rivolgendo alle fazioni di destra per ottenere sostegno su alcune leggi. E’ già successo in almeno tre occasioni che le destre abbiano votato compatte su qualche provvedimento non solo relativo al green della ma anche sul tema migratorio, come la settimana scorsa in commissione Libe, sulla riforma dei paesi sicuri, di cui era l’esponente dell’Ecr italiano Alessandro Ciriani.

Secondo alcuni fonti del gruppo dei verdi europei, la principale risoluzione del gruppo che sarà approvata durante il congresso, cita proprio il PPE e lo accusa di "fare il lavoro sporco dell'estrema destra, minando la protezione del clima, i diritti sociali e i principi democratici".

La risoluzione accusa la Commissione von der Leyen di "abbandonare il progresso verde e sociale con una deregolamentazione miope, lasciando indietro gran parte della società e del mondo imprenditoriale". Insomma dal congresso in Portogallo potrebbe anche uscire una decisione clamorosa che porterebbe ad una definitiva rottura con i popolari e con la Von der Leyen. "Per noi la questione è il Partito Popolare Europeo: hanno oltrepassato un limite molto pericoloso alleandosi con l'estrema destra senza più alcun tabù, ed è proprio questo il punto su cui credo, almeno a livello europeo, siamo estremamente concentrati: la posizione inaccettabile di Weber", ha dichiarato la co-presidente del Partito Verde Europeo Vula Tsetsi.

La divisione negli approcci è diventata chiara in una mozione di sfiducia di ottobre contro von der Leyen, quando 13 dei 44 eurodeputati dei Verdi hanno votato a favore dello scioglimento della Commissione, comprese le delegazioni italiana, francese, spagnola e belga. I gruppi croato e lussemburghese si sono astenuti.

"Ci sono opinioni diverse, come in ogni gruppo, su quale sia la strategia migliore", ha dichiarato l'eurodeputata italiana Benedetta Scuderi. "L'obiettivo è mantenere il Green Deal, lottare per una certa protezione sociale... proveniamo semplicemente da contesti diversi, dove abbiamo idee diverse su come affrontarlo e come raggiungere questo obiettivo", ha affermato.

Il PPE ha rifiutato di commentare le accuse dei Verdi. In precedenza, quando gli è stato chiesto della collaborazione del partito con l'estrema destra, il portavoce del PPE Pedro López de Pablo ha affermato che il partito è impegnato a collaborare con tutti i gruppi e che il "principio guida è contenuto, contenuto, contenuto".

Tags:
europaverdivon der leyen