Tajani non fa cadere il governo sullo Ius Scholae. In cambio Forza Italia avrà il taglio delle tasse per il ceto medio, l'ok di FdI a Ursula e...
Il dietro le quinte nella maggioranza sulla cittadinanza
Matteo Salvini - Giorgia Meloni - Antonio Tajani.
Tutto studiato a tavolino per ottenere in cambio il taglio delle tasse al ceto medio e un atteggiamento non belligerante di Meloni e di Fratelli d'Italia a Bruxelles e a Strasburgo nei confronti della Commissione Ue
"Non voglio mettere in difficoltà il governo, sono colui che ha raccolto l'eredità straordinaria di Silvio Berlusconi che è il fondatore del Centrodestra, figuriamoci se posso fare un'azione che metta in difficoltà il Centrodestra". Le parole del ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, dal palco del forum in Masseria, sono eloquenti. Chiare ed inequivocabili. Sulla cittadinanza agli stranieri non ci sarà alcuna crisi di governo, vista la fortissima opposizione della Lega e il no (con qualche distinguo come Fabio Rampelli) di Fratelli d'Italia.
Il copione è praticamente già scritto. Quasi ovvio. Praticamente scontato. Forza Italia e Antonio Tajani non hanno alcun interesse a far cadere il governo. E con loro, su questa posizione, anche la famiglia Berlusconi, in particolare Marina e Piersilvio che hanno grandissimi interessi finanziari in Europa, soprattutto in Germania. La proposta di Ius Italiae presentata dagli azzurri in Parlamento serve per far pressione sul governo e sulla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per portare a casa risultati politici e strategici fondamentali. Il primo è sicuramente il taglio delle tasse per il ceto medio ovvero l'abbassamento dell'aliquota Irpef dal 35 al 33% fino a 60mila euro lordi l'anno da inserire nella prossima Legge di Bilancio, dando a questa misura di Forza Italia la precedenza rispetto alla nuova rottamazione a 120 rate in dieci anni sulla quale insiste fortemente la Lega.
Il secondo punto chiave, fondamentale, per Forza Italia e i figli del Cavaliere sono i rapporti con Bruxelles e soprattutto il sostegno, o quantomeno a la non opposizione da parte di Fratelli d'Italia, alla Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen, della quale fa parte come vice-presidente esecutivo Raffaele Fitto, esponente (non ex missino, dettaglio che dettaglio non è affatto) di FdI. La proposta sullo Ius Scholae, declinata in Ius Italiae da Forza Italia, non verrà ritirata in Parlamento (sarebbe una figuraccia imperdonabile per gli azzurri), ma ovviamente la Camera e il Senato sono e saranno impegnatissimi con molti provvedimenti, a partire dall'autunno con la Legge di Bilancio, e quindi il provvedimento slitterà continuamente fino a data da destinarsi. Lo Ius Italiae, d'altronde, è stato depositato a prima firma Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, i due capigruppo, alla Camera e al Senato nell'ottobre dell'anno scorso. E lì resterà fino a fine legislatura.
E a forza di rinvii finirà nel dimenticatoio, come accaduto nell'estate dello scorso anno (stesso copione), con il Parlamento, tra l'altro, impegnato anche con la riforma costituzionale della giustizia, con la sistemazione dell'autonomia regionale differenziata dopo i rilievi della Consulta e con il premierato (altra firma che modifica la Carta). Forza Italia tiene il punto, dunque, dando un segnale all'elettorato centrista e ai cattolici e alla Chiesa la quale tiene molto alla cittadinanza per i figli degli stranieri, ma senza mettere a rischio l'esecutivo.
Tutto studiato a tavolino per ottenere in cambio il taglio delle tasse al ceto medio, ormai promesso da mesi e mesi dagli azzurri e non più rinviabile, e soprattutto un atteggiamento non belligerante di Meloni, sempre ben consigliata dalla sorella Arianna, e di Fratelli d'Italia a Bruxelles e a Strasburgo nei confronti della Commissione Ue e di Von der Leyen. Su tutti i fronti caldi, sia sul tema caldissimo dei dazi Usa di Donald Trump, sia sul riarmo europeo (molto edulcorato), sia sulla tenuta dei conti politici, sia sulle questioni geo-politiche internazionali come conflitto Ucraina-Russia, Medio Oriente e Piano Mattei per l'Africa. Meloni, insomma, trasforma un problema (possibile) per la maggioranza in un'opportunità.
Non solo. Come spiegano fonti del Centrodestra (Fratelli d'Italia) ora il partito del titolare della Farnesina potrà avere una voce più forte nella scelta dei candidati alle prossime elezioni regionali e poi comunali (Veneto a parte che è già della Lega quasi certamente con il segretario regionali e vicesegretario federale Alberto Stefani). Gli azzurri, in particolare, faranno pesare la propria posizione sulla scelta del candidato in Campania e per le Amministrative a Milano, con un no secco e deciso a Maurizio Lupi.
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