M5s, Conte torna? Subito nuovi ricorsi. L'avvocato Borré pronto a rilanciare

Intervista di Affari al legale delle cause pentastellate vinte, Lorenzo Borrè: nel mirino la candidatura unica per la leadership, ma anche il nuovo Statuto

di Paola Alagia
Politica
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M5s e rebus ricorsi. Nel mirino anche il nuovo Statuto e la candidatura unica alla leadership. L’avvocato Borrè: “Per Conte sono cavilli? Niente affatto. Si tratta di regole sostanziali che attengono all’essenza stessa della vita democratica”

La nuova approvazione dello Statuto M5s, “con oltre il 90 per cento dei voti favorevoli”, come ha voluto sottolineare Giuseppe Conte, e l’ulteriore votazione per rilegittimarne la leadership, attesa proprio in questa settimana (forse giovedì prossimo) non archiviano affatto i problemi giudiziari del Movimento. Una vera e propria crepa che si è aperta all’indomani del pronunciamento del Tribunale di Napoli, dopo il ricorso di alcuni attivisti partenopei.

E di ricorsi, appunto, si continuerà a discutere. Ce ne sono infatti già nell’aria di nuovi. Anche questi porteranno la firma del legale Lorenzo Borrè, ormai considerato una vera bestia nera per i pentastellati. L’avvocato delle cause pentastellate vinte smonta persino la narrazione dell’ex premier che, due giorni fa, commentando il l voto degli iscritti sullo Statuto, aveva parlato di un “chiaro segno che la nostra comunità ha un progetto politico che va oltre i cavilli e le carte bollate”. Interpellato da Affaritaliani, infatti, la prima cosa che fa Borrè è demolire il “mantra dei cavilli”: “Non lo sono affatto, si tratta di regole sostanziali che attengono all’essenza stessa della vita democratica”.

Nel mirino del legale c’è, naturalmente, il nuovo Statuto che “al 99 per cento conserva l’impianto precedente” e le “cui modifiche non sono quelle che noi consideriamo centrali”, ma c’è anche la candidatura unica per la leadership. In sintesi, spiega l'avvocato, “vengono violati i principi di piena partecipazione democratica alle decisioni e la parità dei diritti degli associati per le candidature alle cariche apicali”.

Borrè, partiamo dalla riconferma della leadership di Conte che dovrebbe essere scontata.
Dal momento che c’è un solo candidato (la versione statutaria adesso approvata prevede che gli iscritti votino la persona designata dal garante), mi sembra impossibile che non venga confermato. Ma è proprio questo uno dei motivi della nostra contestazione: riteniamo che violi il principio di parità degli associati.

Insomma, una vittoria dimezzata?
Di sicuro non può perdere, ma si tratta di un iter che non rientra nel novero delle regole democratiche. Regole che prevedono, oltre alla possibilità di partecipazione alle decisioni di tutti gli associati, anche quella di poter concorrere alle cariche. Nel momento in cui non solo si esclude tale possibilità, ma la si circoscrive pure a un solo soggetto si comprimono diritti politici e sociali. Per tacere della violazione di norme.

A quali norme si riferisce?
All'art. 3 della Costituzione, in primis, applicabile anche in materia statutaria. E alla sua declinazione cristallizzata nelle linee guida della Commissione degli statuti, in cui si indicano i requisiti per le richieste di iscrizione al registro dei partiti politici.

Che tempi prevede per la presentazione dei ricorsi?
Siamo in attesa di questa nuova delibera dall’esito scontato (sulla candidatura di Conte). Poi, se mi verrà confermato il mandato, la impugneremo insieme a quella sul rinnovo dello Statuto. Non aveva senso, viste le date così ravvicinate, procedere con impugnazioni successive.

Proprio il fattore tempo giocherà a favore del M5s per la presentazione delle liste per le amministrative, come sostengono nel Movimento?
Il problema qui non è sbarrare la strada alla presentazione delle liste, che peraltro non si pone e mi sembra piuttosto un ballon d'essai per giustificare prevedibili defaillance elettorali. La questione è rispettare l’abc degli ordinamenti delle associazioni, in primo luogo la parità dei diritti. In sintesi: non si tratta di essere contro Conte a prescindere, ma contro un ordinamento che prevede una sola candidatura.

Intanto, dopo il nuovo voto sullo Statuto la Commissione di garanzia potrà iscrivere il M5s nel registro del 2 per mille. E’ così?
Sono domande che andrebbero fatte alla Commissione di garanzia. Io mi attengo alla mia regola aurea e cioè non fare mai valutazioni su condotte e decisioni altrui. Lo Statuto è stato riapprovato secondo le indicazioni della Commissione. Da parte mia ho solo rilevato che due norme al suo interno continuano a cozzare con le linee guida. Dopodiché, non sta a me decidere se ammettere o meno il M5s nel registro del 2 per mille. 

Una delle due norme riguarda la candidatura unica di Conte. L’altra?
Si tratta dell’articolo 17 che consente solo ad eletti ed ex eletti di concorrere alla carica di membro del Comitato di garanzia.

Quello del quorum invece è un problema superato?
Il Tribunale di Napoli si era pronunciato sul mancato raggiungimento del quorum per approvare le modifiche statutarie del 3 agosto perché non aveva partecipato al voto la maggioranza degli iscritti, mentre il M5s lo aveva calcolato sulla maggioranza degli ammessi al voto. Il nuovo Statuto, invece, è stato approvato in seconda convocazione e qui non è previsto alcun quorum. Questo la dice lunga, però, sul bagno di democrazia che accompagna le scelte del Movimento, ma non rileverà stavolta in sede d’impugnazione. Altro discorso, invece, vale per la convocazione dell’assemblea.

Si spieghi.
Il nodo riguarda la legittimazione dei soggetti che l’hanno convocata e cioè nel primo avviso Giuseppe Conte, Paola Taverna e Vito Crimi (con la singolarità che nell'ultimo avviso il nome dell'ex premier non compariva più). Il Tribunale di Napoli ha rilevato che Conte non rivestiva più alcuna carica statutaria, ma analogo ragionamento vale anche per Taverna nella carica di vicepresidente: lo Statuto del febbraio 2021 non prevedeva infatti una tale carica. Quanto a Crimi, il senatore era presidente di un comitato di garanzia che è cessato nelle sue funzioni dal settembre dello scorso anno. Ancora una volta, non si tratta affatto di un cavillo. Siamo sempre di fronte a un mancato rispetto della volontà degli associati: si doveva procedere all'indizione delle consultazioni per la nomina del Comitato direttivo

Non sarà, invece, come sostiene il senatore Danilo Toninelli, che gli iscritti si stanno stancando di ratificare decisioni? Questo spiegherebbe anche la scarsa partecipazione al voto.
Mi limito a registrare i fatti: all’ultima consultazione ha partecipato poco meno di un quinto degli iscritti. Per me questi dati parlano chiaro. Che un iscritto sia più o meno attento alle questioni interne è sempre indice di una maggiore o minore disaffezione ai destini del Movimento. Sorti che, ribadisco, non dipendono dai ricorsi, ma forse dall’azione politica della classe dirigente.

Secondo lei, infine, in questa vicenda giudiziaria Conte è stato mal consigliato?
Non credo che Conte abbia bisogno di consigli, penso che le valutazioni le faccia autonomamente. Io non concordo con le sue decisioni, come non ero d’accordo ad agosto. Ma non ho la presunzione di dire come andrà a finire. Mi limito a registrare quello che dicono le norme e a fare un ragionamento sulle incongruenze di determinate scelte rispetto al dettato letterale dello Statuto.