Manovra, novità in vista. Cambia tutto per la norma sui dividendi delle aziende, cancellata la doppia tassazione. Anteprima Affaritaliani
Vale un miliardo di euro che il Mef dovrà reperire altrove
Battaglia portata avanti dal responsabile economico di Forza Italia Maurizio Casasco
Cambiamenti in vista sulla Legge di Bilancio in Parlamento. E non si tratta di incrementare il contributo da parte delle banche, come vorrebbe la Lega, che è un capitolo ormai chiuso definitivamente come ha spiegato oggi la premier Giorgia Meloni. Nello specifico a essere modificato in Parlamento, in Senato in prima lettura, sarà l’articolo 18 della manovra ovvero la norma che riscrive la disciplina sui dividendi. La battaglia, che probabilmente passerà al Senato e poi alla Camera nella seconda e definitiva lettura, è stata portata avanti dal responsabile economico di Forza Italia, Maurizio Casasco.
Il partito guidato dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani si è subito accorto dell’effetto complessivo della norma: il livello della tassazione - è il rilievo degli azzurri - sarebbe significativamente superiore alla massima imposizione fiscale sistemica. Di fatto, il nuovo schema interverrebbe pesantemente sulle controllate. Oggi, infatti, l’impresa controllata paga l’Ires sul reddito prodotto al 24%. Una volta distribuiti i dividendi, all’azienda controllante versa l’1,20% di Ires e, successivamente, la distribuzione ai soci (persone fisiche, ndr) è gravata di un’imposta Irpef del 26%. La tassazione complessiva è in linea con l'aliquota massima.
L’articolo 18 della Legge di Bilancio, al contrario, prevede un carico fiscale di molto superiore a questo livello, pari al 24% anche sulla controllante (anziché come adesso all'1,20%) arrivando così al 57% invece che al 44% di imposizione fiscale da parte dello Stato.
Una norma del tutto inaccettabile sulla quale Forza Italia darà battaglia e farà valere le sue ragioni. La premier Meloni - spiegano fonti di Fratelli d'Italia -, in stretto contatto con il vice-ministro dell'Economia Maurizio Leo, si è detta "pienamente d'accordo" con Tajani e i forzisti. Pertanto in Parlamento la norma sui dividendi verrà "sistemata" trovando una mediazione, anche perché si tratta di un miliardo di euro circa di tassazione che oggi impatta sulle aziende. Un miliardo che il governo e in particolare il Mef dovranno reperire per restare nei parametri dei saldi della manovra.
“L'introduzione di una partecipazione minima del 10% per poter applicare l'esclusione dalla base imponibile del dividendo percepito - ha spiegato Casasco in questi giorni - non solo comporta un aumento abnorme della tassazione, ma genera una doppia tassazione sugli utili con effetto negativo sugli investimenti e la competitività del nostro sistema imprenditoriale. Non si può confondere un regime, quello del dividend exemption introdotto con la riforma Ires del 2003, volto a garantire la neutralità fiscale lungo le catene partecipative, come una agevolazione e intervenire per fare cassa”.
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